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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Ebola: in Mali morta la bimba malata Aveva 2 anni la prima vittima del virus Ebola nel paese africano

Ebola: in Mali morta la bimba malata Aveva 2 anni la prima vittima del virus Ebola nel paese africano
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La prima malata di ebola in Mali dall’inizio dell’epidemia, una bambina di 2 anni,
è morta ieri. La bimba era stata colpita dalla malattia il 20 ottobre e Kayes, nell’ovest
del paese, poco dopo essere arrivata con la nonna dalla Guinea, uno dei paesi in
cui il virus sta mietendo più vittime.L’indomani era stata ricoverata in ospedale.
Secondo l’OMS, ha viaggiato in bus quando già manifestava i primi sintomi e altri
viaggiatori potrebbero essere stati esposti al contagio. Quarantatré persone sono
sotto osservazione. L’organizzazione ha chiesto a Bamako di creare urgentemente un
reparto d’isolamento e di tenere informata l’opinione pubblica.Il Mali è il sesto
paese africano in cui la malattia si manifesta, dopo la citata Guinea, la Liberia,
la Sierra Leone, la Nigeria e il Senegal. In questi ultimi due è già ufficialmente
debellata. Intanto arrivano buone notizie sul fronte della sperimentazione contro
il virus osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.
In Germania sperimentata terapia contro il virus che è efficace e a basso costo.
Il trattamento in questione ha portato alla guarigione di un paziente dopo cinque
settimane di terapia in una clinica universitaria di Amburgo e potrebbe essere esportata
con successo anche nelle regioni più colpite dall’epidemia perché non necessita
di mezzi sperimentali, né di macchinari high-tech.”La può portare avanti qualsiasi
infermiera o medico”, ha spiegato il medico tedesco Stefan Schmiedel, principale
responsabile della terapia del paziente guarito.Il senegalese trattato con successo
in Germania è stato curato soprattutto con terapie alimentari di sostegno, in particolare
con infusioni. I particolari della cura sono stati pubblicati sul New England Journal
of Medicine.Se queste misure fossero diffuse maggiormente nelle zone più colpite
dall’epidemia, secondo Schmiedel si potrebbe ridurre la mortalità del virus. Un
presupposto fondamentale, tuttavia, sarebbe l’adeguata presenza di sanitari: “Il
fattore critico è effettivamente il personale”, ha spiegato il medico 51enne, che
presto partirà per la Sierra Leone con l’organizzazione Medici senza frontiere.
L’uomo, padre di quattro bambini, ha spiegato di non avere “affatto paura” di venire
infettato: “So come ci si protegge”, ha spiegato.