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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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È Natale, e luce non fu

È Natale, e luce non fu

Una città seguace del buio (e delle tenebre)

È Natale, e luce non fu

Una città seguace del buio (e delle tenebre)

 

 

Si avvicina il giorno del Santo Natale, e Taurianova è in festa. Ovunque ti giri per le via della città, vedi delle luminarie straordinarie, di mille colori e luminescenti.
Un clima quello festoso e pieno di armonia, una città in piena ilarità e i cittadini contenti, gioiosi si godono la città. I negozianti sono pieni di belle speranze e saranno, così come i cittadini, dell’aria festosa che si avverte in città.
Meno male che i Commissari prefettizi ci sono! Se non ci fossero loro, occorrerebbe inventarli. La bellezza e gli addobbi sia delle luminarie natalizie che i tre alberi di pino posti in tre piazze della città, danno un segno tangibili e festoso all’aria che si respira.
A Taurianova, le feste sono altra cosa, siamo in un altro pianeta rispetto ai comuni circostanti, addirittura, siamo anche invidiati per quello che stiamo facendo.
Oh cazzarola….stavamo sognando!
Ma siamo a Natale? A Taurianova è Natale, ne siamo proprio sicuri? È tempo di regali e di feste. Ma, a quanto pare l’unico pacchetto dono è stato l’invio dei bollettini della Tares e tutte le strade piene di buchi.
Ma è normale una condizione del genere? È normale che tale situazione che si è venuta a creare sia consono in una città? I problemi sono già tanti e dare un tocco di presenza seppur simbolico potrebbe tentare di dare un tocco, seppur simbolico, di vicinanza ai cittadini.
Ma evidentemente, così come si era ben pensato all’inizio di questo commissariamento, loro sono semplicemente degli “estranei”.
Visto che ci sono tre alberi di pino spogli di tutto, e che nei fatti rappresentano la realtà cimiteriale della città. Abbandonata dagli uomini e da Dio, ci facciamo portavoce verso i cittadini, semmai vi resta del tempo, di donare una palla per gli addobbi degli alberi spogli ed appoggiati come corpi morti all’angolo…nel vero senso della parola e del luogo, così come è la città, messa all’angolo.
Che siano palle non gonfie (di Tares e di altri disservizi reali ed evidenti) e preferibilmente non “gonfiabili (di altre cose)”. (gl)
redazione@approdonews.it