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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 24 APRILE 2024

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E’ morto Marco Pannella, leader dei Radicali Editoriale di Caterina Sorbara

E’ morto Marco Pannella, leader dei Radicali Editoriale di Caterina Sorbara
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E’ morto all’età di 86 anni, lo storico leader del Patito Radicale, Marco Pannella. Il suo vero nome era Giacinto. Nato a Teramo il 2 maggio del 1930, si era laureato in Giurisprudenza a soli 20 anni, diventando subito giornalista professionista. E’ stato in politica per 60 anni, sempre in prima linea.
Ha vissuto tutta la sua vita all’insegna della libertà: trasgressivo, trasgressore, irregolare, inquieto, bisessuale, incallito fumatore (100 sigarette al giorno per 64 anni e poi, dopo la scoperta di due tumori nel 2014, uno al polmone e uno al fegato, ”solo” 60 toscanelli alla grappa al dì). Un uomo che ha vissuto infischiandosene dell’Italia bigotta e cattolica.
Nel 1987, scandalizzò l’Italia candidando Ilona Staller al Parlamento, ma lui se ne infischiò. È stato protagonista di una società vecchia, fondata sui principi del cattolicesimo, nata alla fine della Seconda guerra mondiale su un accordo tra cattolici e comunisti, dagli anni ’50 in mano ad un sistema partitico centrista che è variato dalla Democrazia cristiana al Partito democratico, ovvero un semplice cambio di nome.
La sua libertà contraddistinse anche le alleanze politiche: infatti passò dalla destra berlusconiana alla sinistra in meno di una legislatura. E’ stato capace di farsi corteggiare da Silvio Berlusconi ma anche da Romano Prodi. Semplice opportunismo politico? Oppure la possibilità di portare avanti e sempre le giuste istanze dei Radicali? Sarà la storia a stabilirlo, non adesso, comunque.
Di fatto Pannella è rimasto libero pure negli ultimi giorni di vita, nel ricevere nella sua casa di Roma, la famosa mansarda Pannella, sia l’attuale premier Matteo Renzi, sia l’antagonista nella sinistra Pd Massimo D’Alema. La sua è stata una voce importante e di critica per un’Italia che ancora adesso fa i conti con un sistema partitocratico che marcisce, con una magistratura fin troppo incombente, con un ”regime” ancora troppo legato e avvinghiato alle decisioni di Santa Romana Chiesa. Ricordo quando Giulio Andreotti, durante una trasmissione del 1983 su Italia 1, dove il leader Radicale lo accusava e gli sbatteva in faccia la verità sui suoi rapporti con Licio Gelli, il capo della P2, definita «un’organizzazione criminale», gli disse: «Pannella è meraviglioso, digiuna, ma è un esperto in minestroni».
L’ultima sua battaglia, tra le tante politiche e appassionate portate avanti, il leader Radicale non è riuscito a vincerla. «Amo troppo la vita per avere paura della morte», era uno dei suoi mantra, frase che si trova un po’ ovunque, in tantissime biografie. Lo storico Angelo D’Orsi l’ha descritto così: «Seguace di Ernesto Rossi ed esponente della minoritaria ma nobile tradizione del laicismo democratico italiano (tradizione non comunista di autentici riformatori, nemici del capitalismo arraffone e arruffone, come dei “boiardi di Stato”); artefice, con una pattuglia di valorosi altri di memorabili battaglie per la “svaticanizzazione” della società italiana; paladino di libertà civili come l’obiezione di coscienza al servizio militare, il divorzio, l’aborto e l’“erba”; nel corso degli anni la sua azione si è andata caratterizzando più che per gli obiettivi per i metodi. La disubbidienza civile, il sit-in pacifico, il rifiuto conclamato di qualsivoglia forma di violenza, sottolineato dal reiterato richiamo a Gandhi».
Non sarà un facile inquilino né all’Inferno, né al Paradiso. Addio Marco, ci mancherai.