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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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E’ morto Mandela, l’eroe anti-apartheid

E’ morto Mandela, l’eroe anti-apartheid

Obama si commuove in diretta tv e ordina bandiere a mezz’asta negli Stati Uniti. All’addio attesi leader, rock star e top model

E’ morto Mandela, l’eroe anti-apartheid

Obama si commuove in diretta tv e ordina bandiere a mezz’asta negli Stati Uniti. All’addio attesi leader, rock star e top model

 

 

(ANSA) ROMA – Nelson Mandela, la leggenda che ha sconfitto l’apartheid, è morto a 95 per entrare dritto nella storia. Il presidente sudafricano Jacob Zuma, vestito di nero, il volto tirato, ha annunciato in un discorso televisivo la scomparsa di ‘Madiba’ per il quale “il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre”. Il lutto nazionale, le bandiere a mezz’asta, i funerali di Stato, gli onori che i sudafricani si apprestano a tributare a Mandela, le parole addolorate dei leader del mondo vanno, una volta tanto, oltre i riti di circostanza per l’uomo che dopo ventisette anni passati nelle galere del regime segregazionista bianco non ha mai pronunciato la parola vendetta.

E ha fatto della riconciliazione, forse non riuscita fino in fondo ma caparbiamente voluta e cercata, il filo rosso della sua vita. Era da tempo che non si vedeva piu’, che l’uomo stimato anche dai nemici non parlava nelle manifestazioni pubbliche e dagli schermi Tv. Ma per i molti nati dopo la fine del razzismo di stato e per quelli che ricordano i tempi dei ghetti, del massacro a Soweto nel 1976, delle lotte dell’African National Congress,l’immagine di Mandela è impossibile da cancellare. Con il peso della sua grandezza, ma anche con la sua ironia e quel filo di civetteria delle camicie disegnate per lui dallo stilista ivoriano Pathe’ O. Icona di un intero popolo – che ha seguito con il fiato sospeso i suoi ultimi mesi, punteggiati da quattro ricoveri in ospedale dovuti a infezioni polmonari, conseguenze della turbercolosi contratta nei lunghi anni di prigione a Robben Island – Madiba ha subito raccolto stanotte l’omaggio della gente. Una folla – fra cui tanti giovani – di persone si e’ radunata dopo l’annuncio di Zuma dinanzi alla sua casa: molti in lacrime, qualcuno sorridendo nel ricordo di un uomo venerato ormai nel continente africano quasi come un santo. Poco dopo l’annuncio della morte ha parlato Barack Obama, turbato anche lui, in Tv.

”Abbiamo perso uno degli uomini piu’ coraggiosi e influenti dell’umanità”, ha detto il primo presidente nero degli Stati Uniti, forse pensando che la sua prima volta è stata resa possibile anche dalla lotta di Mandela. ”Oggi e’ tornato a casa”, ha concluso. ”Una grande luce si é spenta nel mondo, é stato un eroe del nostro tempo”, sono state le parole del premier britannico David Cameron, tra i primi a inchinarsi di fronte alla morte del leader antiapartheid. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon lo ha definito ”un gigante per la giustizia e fonte di ispirazione per l’umanità”. Il presidente francese Francois Hollande lo ha salutato come un ”magnifico combattente” e un ”eccezionale protagonista della resistenza contro l’aprtheid”. ”Tutti noi viviamo in un mondo migliore grazie alla vita che Madiba ha vissuto”, ha riassunto Bill Clinton, che negli anni della sua presidenza gli fu amico e alleato.

E in Sudafrica ha parlato l’ultimo presidente bianco, Frederik De Klerk, che a Mandela restituì la libertà e che poi con lui ha diviso il Nobel per la Pace. ”Grazie a Mandela la riconciliazione in Sudafrica e’ stata possibile”, gli ha reso onore in un’intervista telefonica alla Cnn. I vecchi compagni dell’African National Congress – il suo partito – lo hanno a loro volta ricordato così: ”Un colosso, un esempio di umilta’, uguaglianza, giustizia, pace e speranza per milioni” di uomini e donne.

”Abbiamo imparato a vivere insieme e a credere in noi stessi”, ha fatto eco un altro Nobel per la pace sudafricano, il vescovo anglicano nero Desmond Tutu. Si è spento “serenamente” nella sua casa di Johannesburg, ha raccontato Zuma in Tv. Si dice spesso di chi se ne va, ma per Madiba, oggi, appare vero sul serio.

All’addio attesi leader, rock star e top model

Capi di stato e personalità di tutto il mondo sono attesi ai funerali di Madiba. Media internazionali citano, tra gli altri, la Regina Elisabetta e il principe Carlo, il premier Gb David Cameron, il Dalai Lama, il presidente degli Usa Barack Obama e l’ex Bill Clinton. Prevista anche la presenza di Bill Gates, delle rock star Bono degli U2 e Annie Lennox, di Oprah Winfrey e della top model Naomi Campbell, grande amica di Madiba.

Bono Vox, era uomo che non poteva piangere – ”Come un militante qualsiasi, sin da quando ero un adolescente, facevo tutto quello che Mandela mi diceva di fare”. Inizia cosi’ il ricordo di Bono Vox, il leader degli U2, da sempre in prima fila contro la segregazione razziale. In un articolo per Time, dal titolo ”L’uomo che non poteva piangere”, il cantante ricorda l’enorme influsso che ha avuto Madiba sulla sua vita. Le memorie di Bono ricalcano quella di una generazione, la stessa di Obama, che ha appena ricordato come la prima manifestazione a cui ha partecipato e’ stata contro l’Apartheid. ”E’ stata sempre una presenza fortissima nella mia vita: penso al 1979 quando noi, gli U2, facemmo il primo concerto contro il Sud Africa razzista. Nel corso degli anni diventammo amici. Unimmo la battaglia contro il razzismo assieme a quella contro l’Aids e la poverta’ e la fame. Senza i suoi sforzi – ricorda Bono – nel decennio passato avremmo avuto 9,7 milioni di malati di Aids e 2,7 milioni di bimbi morti di fame in piu’ l’anno”. Sempre in prima fila nei grandi maxiraduni come il Mandela Day, Bono oggi cita anche aneddoti divertenti di un leader capace con la sua semplicita’ e la sua tenacia di spostare le montagne e cambiare il corso della storia. Una volta gli racconto’ che riusci’ perfino a ottenere una donazione di 20 mila dollari alla sua Fondazione da parte di Margaret Thatcher. ”Gli chiesi, ‘ma come hai fatto?’ E lui, sorridente, mi rispose: ‘Gliel’ho chiesto. Non avrai mai quello che vuoi se non lo chiedi”. Bono ricorda anche quanto gli racconto’ un compagno di cella della prigione di Robben Island, quando Madiba, con la casacca numero 46664, era costretto a lavorare in una miniera di calcare. Quei lunghi anni, passati sotto il sole accecante, immerso alla polvere bianca, provocarono gravi danni agli occhi del leader dell’African National Congress. Una volta liberato, nel ’90, poteva ancora vedere, ma i detriti e le polveri avevano ostruito i suoi condotti lacrimali, lasciandolo cosi’ incapace di piangere. ”Per tutti era tanta la sua fermezza e il suo valore che certo non poteva lacrimare in un momento d’insicurezza o di dolore. Ma la spiegazione era molto diversa. Poi, ha fatto un intervento chirurgico nel 1994 che risolse quel problema. Da quel giorno pote’ piangere. E oggi – conclude Bono Vox – anche noi possiamo fare lo stesso per lui”.

Muhammad Ali’, ora e’ libero per sempre – ”Ora e’ libero per sempre”: cosi’ Mohamed Ali’, il piu’ grande pugile di tutti i tempi e grande combattente contro la discriminazione dei neri nel mondo, ricorda Nelson Mandela. ”Ha ispirato gli altri per raggiungere anche quello che appariva impossibile – afferma Ali’ – e li ha spinti a demolire le barriere che li tenevano in ostaggio mentalmente, fisicamente ed economicamente”. ”Quello che ricordero’ di Mandela – aggiunge – e’ che e’ stato un uomo il cui cuore, la cui anima e il cui spirito non possono essere limitati alla lotta contro le ingiustzie razziali ed economiche. Ha insegnato a tutti noi il perdono, invece dell’odio e della vendetta”.

Pelè, é stato mio eroe, continuiamo sua opera – Anche la ‘perla nera’ del calcio, il leggendario Pelè, ricorda in queste ore Nelson Mandela. ”E’ stato il mio eroe e un mio compagno nella lotta in favore della causa del popolo e della pace nel mondo”, ha twittato l’ex campione brasiliano. Ora, ha esortato, bisogna ”continuare la sua opera”.

Del Piero, grazie per avere unito la gente – Alessandro Del Piero rende omaggio e ringrazia Nelson Mandela – che ha avuto con lo sport un legame lungo e intenso, ed è stato il principale artefice dell’assegnazione al Sudafrica dei Mondiali di calcio 2010 – citando una sua frase. “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Di unire la gente. Parla una lingua che tutti capiscono”. Grazie Mandela”, scrive l’ex capitano della Juventus, ora capitano e stella del Sydney, sul suo sito Internet.

Dodici giorni celebrazioni, forse funerale il 14 – Dodici giorni di celebrazioni prima del funerale di stato che potrebbe essere fissato per sabato 14 dicembre. Queste le prime indicazioni che rimbalzano da media di tutto il mondo, sulla ‘scaletta’ che dovrebbe scandire le cerimonie per la morte di Nelson Mandela. Secondo un documento di Pretoria – citato dal Guardian ma che sarebbe stato redatto tempo fa e quindi soggetto a revisione – il governo sudafricano avrebbe in programma “12 giorni di celebrazioni”. La Cnn riporta invece che ‘Madiba’ sarà imbalsamato. L’evento, considerato di “portata storica unica” e paragonato dal Guardian alle esequie di “Giovanni Paolo II nel 2005” o a quelle – secondo altri media internazionali – di Winston Churchill, dovrebbe iniziare forse oggi con il trasferimento del corpo “all’obitorio sotto scorta della polizia, con una possibile diretta tv”. Da domani, in tutte le sedi diplomatiche estere, saranno aperti i “libri delle condoglianze” mentre dal quarto giorno inizieranno le visite dei “dignitari” alla famiglia. Nel sesto giorno dalla morte – sempre secondo il calendario ‘provvisorio’ di Pretoria citato dal Guardian – si svolgerà una cerimonia commemorativa alla presenza di “dignitari e leader di varie organizzazioni”, officiata dal presidente Jacob Zuma, con schermi nelle principali città sudafricane, da Pretoria a Città del capo a, probabilmente, Soweto. Il corpo di ‘Madiba’ sarà esposto nel municipio di Pretoria per tre giorni, in una bara con vetro nella parte superiore per mostrare il viso del leader sudafricano. Si svolgeranno intanto le prove del funerale di stato che si terra’ all’Union Buildings, dove Mandela fu incoronato presidente dopo le prime elezioni democratiche nel 1994. L’arrivo dei leader e dei capi di stato è previsto negli aeroporti di Pretoria e Johannesburg secondo un programma che prevede strettissime misure di sicurezza. Il giorno prima del funerale – che diversi media indicano possa tenersi sabato 14, ma senza per ora conferme – un corteo scorterà il corpo di Mandela dalla camera mortuaria alla Union Buildings. Dopo la cerimonia di stato Mandela dovrebbe essere trasferito, con un volo militare, per Qunu (il villaggio natale nella provincia di Eastern Cape) per la sepoltura” che – cita il documento – non sarebbe prevista nel cimitero del villaggio bensì “nel complesso della sua casa natale”, anche se sulla possibile tomba del leader sudafricano, nei mesi scorsi, vi erano state diverse polemiche nella famiglia.