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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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E’ l’uomo a formare la società o è la società a formare l’uomo?

E’ l’uomo a formare la società o è la società a formare l’uomo?

“La società siamo noi e noi dobbiamo esserne i protagonisti, non in quanto subiamo modelli negativi ma in quanto portatori di modelli positivi”. La scrittrice Michienzi, ad una settimana dall’assurda morte di Tony Battaglia, ci invita a riflettere sul tema della civile convivenza

di MIRELLA MARIA MICHIENZI

E’ l’uomo a formare la società o è la società a formare l’uomo?

“La società siamo noi e noi dobbiamo esserne i protagonisti, non in quanto subiamo modelli negativi ma in quanto portatori di modelli positivi”. La scrittrice Michienzi, ad una settimana dall’assurda morte di Tony Battaglia, ci invita a riflettere sul tema della civile convivenza

 

Gentile Direttore,

vorrei oggi, continuare un discorso difficile, nato dopo la triste fine di Tony Battaglia, ed aperto da insegnanti, sociologi, opinionisti, me compresa.

L’uomo, “animale socievole”, è considerato tale, perché nasce in una società, seppur piccola, che è denominata famiglia. L’insieme delle famiglie forma la società a cui ogni famiglia, ogni componente di essa, dà il proprio apporto, sia esso negativo che positivo.

La scuola opera nel contesto sociale di appartenenza che è formato da numerose famiglie eterogenee, non solo tra di loro ma anche nell’ambito del loro stesso nucleo. Le diversità sono tante e tali che, solo chi opera in campo scolastico, può capire le difficoltà che devono affrontare gli insegnanti ogni giorno e per il cui superamento ci vuole “un certo non so che”. Non si tratta di una formula miracolosa (magari ci potesse essere!) ma di un globale comportamento, che non si acquista sui libri ma con la pratica …solo se è fatta con amore e con sensibilità.

E’ pur vero, e la Pedagogia lo ha sempre sostenuto, che la scuola può soltanto proseguire l’educazione familiare ma, se quest’ultima si scontra con determinati modelli, la scuola può far ben poco. E’ vero altrettanto che la scuola, tramite i bambini ed i ragazzi, potrebbe divenire “maestra delle famiglie”…il difficile è saper entrare nei cuori dei singoli alunni e delle singole famiglie onde condurli verso un sistema sociale civile, perché rispettoso del prossimo.

Dunque la scuola, tramite gli alunni, può inserirsi nei contesti familiari e cercare di renderli positivamente attivi e partecipi, perché, se c’è “un muro” costituito appunto dalle famiglie (e questa parola la ripeto fino alla noia per sottolinearne l’ importanza!) non si può costruire niente.

La società, costituita da varie famiglie, diviene a sua volta educatrice dei diversi modelli  che ha recepito ed incamerato. Ecco il punto focale dell’importante compito dei genitori e degli educatori: aiutare e seguire, passo passo, i bambini, i ragazzi, i giovani ad inserirsi nella realtà sociale per mezzo di una civile capacità critica ed auto-critica.

E’ di oggi una notizia sconvolgente…a Napoli hanno fatto una maschera con le sembianze di Michele Misseri; a quanto pare già sono iniziate le vendite…Mi chiedo che genitori siano quelli che hanno ideato la maschera, ma anche quelli che la comprano!  Siamo riusciti anche a sciupare l’ aspetto bello e spensierato del Carnevale e proponiamo ai nostri figli modelli inqualificabili. Di che ci meravigliamo se un giorno i ragazzi imiteranno concretamente tale modello? Spero che chi di dovere possa fermare questo stupido scherzo di Carnevale.

E’ inutile lamentare l’aiuto che non viene dato ai giovani dalla Chiesa, dal Comune, dallo Stato, dalla Scuola (e chi più ne ha ne metta)! Bastano donne e uomini di buona volontà che incomincino un cammino in salita, faticoso…ma che alla fine porterà in cima alla montagna scalata …dove si potrà vedere un bellissimo orizzonte a 360°.

C’è un paese sotto l’ Aspromonte, Delianova, che è riuscito a creare una strepitosa orchestra, composta da giovanissimi levati, diciamolo pure con orgoglio, dai pericoli della strada ed introdotti in una universalità quale è il linguaggio musicale. Sono stati diverse volte diretti dal grande Maestro Riccardo Muti che spesso parla della loro bravura e li porta come esempio dicendo, da buon napoletano, che la dobbiamo finire di piangerci addosso, di lagnarci, di aspettare dagli altri, ma che dobbiamo rimboccarci le maniche, perché ne abbiamo tutte le possibilità.

Naturalmente hanno avuto premi importanti anche a livello internazionale. Ne ho parlato anche con la Presidente dell’Associazione Culturale Kairos di Gioia Tauro, che li ha premiati, ed hoappunto detto che è uno straordinario esempio di come si possano stimolare i giovani in attività costruttive senza ricorrere alla solita squadra di calcio che non sempre porta a sentimenti di amicizia e cordialità.

L’essenziale è incominciare senza nasconderci dietro a fatali rassegnazioni, ad auto-pietismi, a lagnanze su “un ipotetico altro” che non è adeguatamente attivo, alla mancanza di assistenza.

La società, “gli altri” siamo noi  e… noi  dobbiamo esserne i protagonisti, non in quanto subiamo modelli negativi ma in quanto portatori di modelli positivi.

Le persone più volenterose che hanno scritto, che hanno detto si rimbocchino le maniche e cerchino di accostarsi a tutti,  nessuno escluso; ognuno porterà il frutto delle proprie idee ed esperienze. Non tutti seguiranno subito “la scia” ma, un po’ alla volta, la schiera si allargherà a macchia d’olio.

Certo sono lavori in cui più che mai ci vuole passione, soprattutto perché non sono pagati in soldi …, però, se ben si lavora, ci sarà una ricompensa maggiore con la quale il denaro non potrà mai mettersi in competizione.

Dedico quest’ articolo:

alle famiglie delle due vittime;

alla professoressa Isabella Lo schiavo;

al sociologo dottor Petullà;

al cinico filosofo Diogene;

al direttore di Approdonews, dottor Salvatore Lazzaro, a Luigi Mamone, a Teresa Cosmano, a Luigi Longo ed a tutto lo staff;

e per ultima, ma non per questo meno importante, a tutta la cittadinanza di Taurianova, parroci compresi.

Mirella Maria Michienzi

redazione@approdonews.it