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Dure le parole del vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora contro il malaffare

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I cittadini non devono scivolare nella zona grigia del compromesso e della sottomissione

di LINA LATELLI NUCIFERO

Dure le parole del vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora contro il malaffare

I cittadini non devono scivolare nella zona grigia del compromesso e della sottomissione

 

di Lina Latelli Nucifero

 

Dure le parole del vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora pronunciate contro il malaffare della città di lametina in occasione della festa dei suoi Santi patroni Pietro e Paolo e a distanza di una settimana dalla scomunica di Papa Francesco ai mafiosi durante la sua visita a Cassano allo Ionio. Condividendo con Santo Padre la scomunica contro il malaffare, il vescovo Cantafora ha esortato i cittadini a non scivolare nella zona grigia del «compromesso e della sottomissione» ma a rivestire l’autentico ruolo di laici nella vita ecclesiale. E quindi a seguire la vocazione di tutti i battezzati ergendosi a «protagonisti della missione della Chiesa», impegnandosi socialmente e perseguendo il bene comune con consapevolezza e responsabilità. Richiamando le parole di Papa Francesco, proferite a Cassano allo Ionio, il vescovo ha ricordato che per il Santo Padre i mafiosi non sono solo coloro che adorano il male, «ma anche coloro che disprezzano il bene comune e che fanno da padroni, mutando i diritti dei cittadini e dei poveri in puri favori». Ha poi invitato tutti a domandarci «se siamo disposti a mettere da parte le lotte, gli intrighi di potere per guardare al vero bene comune dell’intera città e di tutto il territorio» . Rivolgendosi ai sacerdoti e ai laici, il Presule li ha esortati a prendere consapevolezza della loro missione nella vita della Chiesa e della società, a riscoprire quella «dignità grande» ricevuta nel Battesimo «che vieta ogni forma di appiattimento e adeguamento con la mentalità mondana». Pertanto laici «capaci di dire la buona notizia del Vangelo, non nei convegni, ma nella strada, nel posto di lavoro e ogni luogo», laici come «cittadini della civitas, chiamati a distinguersi per uno stile nuovo di vita, vissuto secondo la Buona Notizia del Vangelo». Questa è la via che i credenti in Cristo devono seguire secondo l’insegnamento di Gesù secondo cui dobbiamo prenderci cura del fratello e ad avvicinarci a lui nella gratuità e nell’amore che deve essere manifestato nei rapporti sociali con chiarezza, concretezza e responsabilità cristiana. Avviandosi alla conclusione, il vescovo Cantafora ha invitato tutti i presenti a pregare «per i nostri sacerdoti e i nostri laici perché siano protagonisti nella missione della Chiesa e seriamente impegnati nella società per dare forma concreta al bene comune e perciò a dare alla nostra città un sussulto di speranza, di impegno per il lavoro dei giovani e una giusta attenzione agli anziani».