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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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Domenica si vota, chi vincerà tra “Ercolino sempre in piedi” e “Tafazzi”? Una campagna elettorale noiosa, bacchettona e sistematica, la peggiore da dopoguerra ad oggi che non ha nemmeno “ammorbato” i cittadini, ma li ha allontanati…

Domenica si vota, chi vincerà tra “Ercolino sempre in piedi” e “Tafazzi”? Una campagna elettorale noiosa, bacchettona e sistematica, la peggiore da dopoguerra ad oggi che non ha nemmeno “ammorbato” i cittadini, ma li ha allontanati…

Sta per finire una delle campagne elettorali per il rinnovo del Parlamento tra le più noiose, spocchiose e “stravagante” degli ultimi 35 anni. A tre giorni dal voto, quello che la maggior parte dei vari protagonisti ambiziosi del potere hanno proposto ai cittadini, ricordano molto quella vignetta satirica dove c’è raffigurato un lupo sopra un palco che promette ad un pubblico composto da pecore, “Se vincerò, giuro che diventerò vegetariano”. Siamo messi così, né più né meno!
La politica sa che c’è un distacco netto con i cittadini e sa che in questo momento in Italia si sta vivendo una situazione drammatica che andrà sempre a peggiorare appena chiuso il sipario di quel teatrino definito “Elezioni”. La politica sa che ci sono quasi dieci milioni di persone che vivono in uno stato di povertà (o quasi), e sa che chi dovrebbe recarsi alle urne di questa piaga sociale, sta ascoltando un discostamento dalle protezioni sociali con il rischio della non tutela di esse con la presunta abolizione del “Reddito di Emergenza”. Mentre chi scende al Sud, oramai da oltre trent’anni c’è lo stesso slogan, ma con protagonisti diversi (tranne qualche “residuo bellico” inopportuno nel terzo millennio), “L’Italia deve ripartire dal Sud”, e uno dei primi che lo disse fu Amintore Fanfani (per i meno giovani, è stato un grande notabile della vecchia balena bianca).
Si ripete lo stesso copione, ma in maniera più salottiera del tipo, “Il Sud deve difendersi”, ma da chi? Da Voi, innanzitutto. Guardate che la questione è seria, specie se, stando ai sondaggi, c’è un partito che si rià ai valori del vecchio Movimento Sociale Italiano, ma con un tono di modernizzazione d’antan e qualche tocco alla Louis Vuitton, grida sui palchi con il simbolo della vecchia Fiamma (sic!) e rischia di diventare il primo partito italiano con annesso premierato.
Ma c’è l’altra faccia non meno peggio di quest’ultima, la questione degli “ultimi”, gli operai, i semplici cittadini, quel “ceto medio” oramai in via d’estinzione e i poveri, quelli che dovrebbero avere come interlocutori naturali le forze di Sinistra, ma che quest’ultime preferiscono i salotti e le banche. E si rivolgono a partiti o movimenti che hanno concentrato la loro campagna elettorale appunto sulla “protezione sociale”. E vanno bramando ancora quell’opera (quasi) irrealizzabile come il Ponte di Messina. Un’opera che in un governo Berlusconi con nemmeno il progetto preliminare fu messa la prima pietra (sic!), e da allora lì è rimasta anzi, l’avrà consumata la salsedine a quest’ora.
Si parla spesso dei giovani, ma quali giovani? Quelli che non hanno mai letto un libro di poesia, un romanzo, che bevono i loro cocktail davanti a qualche locale di moda o magari girano con la bottiglia della birra in mano per darsi un tono, quando all’epoca della vera politica, delle sezioni, tali atteggiamenti li vedevi solo quando andavi a trovare i muratori nei cantieri o in qualche cantina dove aveva come insegna il tappo gigante della Birra Peroni.
I giovani non amano e non seguono la politica, sono la stragrande maggioranza che non va a votare e che alimenta l’astensionismo creando un cancro alle democrazie. Chi non va a votare è costituzionalmente colpevole, giovane o vecchio che sia!
I giovani che magari non applicano quello che forse avranno studiato in qualche Liceo come la morale kantiana, il senso di differenziare il bene dal male, e da lì ripartire per una nuova stagione della politica. O la tolleranza di Voltaire, manuale fondamentale contro le discriminazioni sociali, omofobe e razziste.
E invece si promettono opere faraoniche di difficile realizzazione. Ci sono tre cose che forse non vedremo mai e sono, il Ponte di Messina, la strada aggiustata alla Tonnara di Palmi e il palazzetto dello sport di Taurianova.
Il problema si pone, votare per Ercolino cado sempre in piedi o per i Tafazzi? Diciamo che la scelta non sarebbe poi così tanto difficile in quanto ci saranno sempre degli Ercolino a gestire la cosa pubblica.
Ci hanno fatto i cabbasisi quanto una casa su una presunta “Agenda Draghi” e poi lo stesso premier ammette che non esiste un’agenda. Chi spera che non si arrivi alla maggioranza, insieme ad un pericoloso establishment, ha concentrato la campagna elettorale sul ritorno di Mario Draghi a Palazzo Chigi e Draghi ha detto no! Guardate, è una farsa continua. E poi, dico poi, lo ricordo in questo giorno dove si piange la scomparsa di un politico dove con la sua legge insieme al comunista (vero), Pio La Torre fece una legge per attaccare i beni della mafia, Virginio Rognoni, chiedo, ma la criminalità organizzata esiste ancora o i problemi qua mi sa che sono solo i magistrati sporchi, brutti e cattivi che mettono la gente in galera? Credo che su questo punto e l’assenza (e il silenzio) sulla parola ‘ndrangheta o cosa nostra, è più pericolosa della “montagna di merda”.
Uno dei più grandi pensatori del XIX secolo aveva sentenziato che la storia ha due fasi, la tragedia e poi la farsa, e in effetti la “farsa” continua, insieme a un altro scenario dove “La maggior parte dei sudditi crede di essere tale perché il re è il Re, non si rende conto che in realtà è il re che è Re perché essi sono sudditi”.
Andate e votate in pace…

Ps. Alla Camera in Calabria vengono letti 13 deputati, mentre al Senato sono 6 di cui 2 con l’uninominale e 4, ripetiamo 4 e non 44 con il plurinominale. Così almeno si potrebbe fare un’idea che non sia quella che si fa quando si giocano le partite ad un centro scommesse.