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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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Domani donne in piazza con la manifestazione “Se non ora quando?”

Domani donne in piazza con la manifestazione “Se non ora quando?”

Domani la manifestazione con un appello che porterà in almeno 117 piazze italiane, sull’onda del “Rubygate”, donne e uomini “amici delle donne”, per chiedere rispetto e dignità nei confronti dell’universo femminile

Domani donne in piazza con la manifestazione “Se non ora quando?”

Domani la manifestazione con un appello che porterà in almeno 117 piazze italiane, sull’onda del “Rubygate”, donne e uomini “amici delle donne”, per chiedere rispetto e dignità nei confronti dell’universo femminile

 

(ANSA) Domani la manifestazione delle donne “Se non ora quando?”, l’appello che domenica 13 febbraio porterà in almeno 117 piazze italiane, sull’onda del “Rubygate”, donne e uomini “amici delle donne”, per chiedere rispetto e dignità nei confronti dell’universo femminile. Una manifestazione, hanno spiegato le promotrici, che non viene fatta “contro” altre donne, per giudicarle, o per dividerle in buone e cattive. Ci sarà anche la presidente della commissione giustizia della Camera Giulia Bongiorno, esponente di Futuro e libertà nonché paladina della difesa delle donne oggetto di violenze, sul palco della manifestazione “Se non ora, quando?” in programma a piazza del Popolo a Roma domenica 13 febbraio. Il nome dell’avvocato Bongiorno, “fresca” di maternità – e c’é chi non esclude che possa portare il figlio neonato in piazza – compare nel programma definitivo dell’evento insieme a quelli, già annunciati, del segretario generale della Cgil Susanna Camusso, di suor Eugenia Bonetti dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia, di Suzanne Diku, ginecologa e presidente dell’Associazione delle donne congolesi in Italia e nuova italiana, da sempre impegnata nella lotta alle mutilazioni genitali femminili. Altra esponente politica prevista, la presidente dell’Umbria Katiuscia Marini (Pd), unica donna a capo di una regione. Nutrita la partecipazione delle donne di spettacolo: oltre alle attrici Isabella Ragonese e Angela Finocchiaro che condurranno la manifestazione, interverranno la regista Cristina Comencini, che racconterà come è nata e cresciuta l’iniziativa e l’attrice Lunetta Savino che leggerà un testo. La poetessa Patrizia Cavalli leggerà una sua poesia dal titolo “La patria”. Prenderanno la parola anche una lavoratrice precaria, una femminista, una studentessa e l’esponente marocchina di un’associazione per l’integrazione dei musulmani in Italia. A seguire in diretta la manifestazione di Roma ci sarà la trasmissione “In 1/2 ora” di Lucia Annunziata che intervisterà Margherita Buy, Ritanna Armeni oltre a Camusso, Bongiorno e Comencini. Tra le radio che seguiranno in diretta l’evento Radio Città Futura, Radio Popolare Network, Radio Articolo 1. Tante le adesioni ma il movimento femminile italiano si divide alla vigilia della manifestazione, e pur condividendo alcune motivazioni di fondo della mobilitazione le conclusioni sono opposte. L’Udi, storica associazione che un tempo si chiamava Unione delle donne italiane e poi Unione delle donne in Italia (per fare spazio alle “nuove arrivate”, le donne straniere che vivono nel nostro Paese), capofila di tante battaglie del periodo d’oro del femminismo, non ci sta. Anche se alcune esponenti locali avanzano dubbi e annunciano la partecipazione, a livello nazionale già da giorni ha reso noto il suo dissenso attirandosi così proteste, accorati appelli e anche qualche contumelia, oltre ad accuse di snobismo. Ma la posizione è chiara: c’é il rischio che la manifestazione del 13 strumentalizzi le donne nella lotta contro il “berlusconismo”. “Non aderiamo – spiega Laura Piretti – a una manifestazione politicamente schierata contro il governo. Non lo possiamo fare per le nostre regole, visto che non ci schieriamo politicamente. Le donne andranno, se lo vorranno, con chi vorranno, dietro a uno slogan irricevibile che decreta l’ora X alla voce e allo sdegno delle donne, convocandole in un momento terribile, sul tema sbagliato”. Per dirla con le parole di Antonella Sparta, “l’Udi porta avanti una battaglia sul lungo termine, alle donne non raccontiamo la favola che mandando a casa lui andrà tutto meglio” e “se questo governo cadrà per merito delle donne quelle saranno le Ruby, le Daddario, le Minetti e co., che se ne prendano il merito!”. “Le donne – argomenta ancora Piretti – sono emarginate ovunque in questo paese, non si vedono nei luoghi dove si decide, vengono offese e derise nella pubblicità, in tv. Qualcuno le vedrà di più dopo le piazze del 13?. Ora serviamo a far dimettere Berlusconi. Ma non è una questione di donne, quella sarà lì, uguale a prima, anche il 14 febbraio”. La pensa in modo diametralmente opposto Arcidonna: “abbiamo ricevuto tantissime telefonate di donne, di nessun partito e nessuna organizzazione, per dire ‘siamo con voi'” spiega la presidente Valeria Ajovalasit. “Osserviamo, a differenza di altre volte, che la mobilitazione sta crescendo in modo spontaneo. L’indignazione di fronte al degrado del Paese, etico e culturale – dice – è così forte che non c’é stato bisogno di organizzarla né di stimolarla. Auspico che questa reazione non si fermi affatto; dobbiamo continuare, perché il Paese ha bisogno di un segnale fortissimo proprio da noi donne. C’é una rappresentazione dell’Italia, da parte della classe dirigente, che certamente non ha nulla a che vedere con il paese reale; c’é una forbice tra paese reale e chi governa che è impressionante”. Quanto alle divisioni nel movimento femminile, Ajovalasit non si stupisce: “non è prima volta” afferma. e poi aggiunge: “Siamo in un momento di vera emergenza democratica, e un soggetto così importante come le donne non può guardare dall’alto e vedere cosa accade”. Arcidonna ha già annunciato che si costituirà parte civile nel processo contro Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile: “già stiamo lavorando nella definizione del pool di avvocati penalisti che hanno dato la loro disponibilità – spiega Ajovalasit – ci sono un palermitano, una romana e una milanese, che rappresenteranno Arcidonna quando Berlusconi sarà rinviato a giudizio. Saremo parte civile anche se non sarà Milano a giudicare il premier ma il Tribunale dei ministri”.

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