Docente picchiata a Cosenza, Marziale: “Madri smettano di considerare i figli come novelli Einstein”
Giu 26, 2014 - redazione
Per il presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori: “L’idea di poter aggiustare tutto con la raccomandazione è una delle cancrene del Paese, Calabria compresa, ed è perciò che i ragazzi perdono lo spirito di autocritica e immaginano di poterla fare franca sempre e comunque”
Docente picchiata a Cosenza, Marziale: “Madri smettano di considerare i figli come novelli Einstein”
Per il presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori: “L’idea di poter aggiustare tutto con la raccomandazione è una delle cancrene del Paese, Calabria compresa, ed è perciò che i ragazzi perdono lo spirito di autocritica e immaginano di poterla fare franca sempre e comunque”
“Non è la prima volta, né temo sia l’ultima, che un docente venga preso a botte da genitori insoddisfatti della resa scolastica dei figli. Tutto questo accade anche perché davanti all’impreparazione si tende più a promuovere che a bocciare”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, in relazione agli accadimenti di Cosenza, dove una professoressa del Telesio è stata malmenata dai genitori di una studentessa respinta.
“L’idea di poter aggiustare tutto con la raccomandazione è – a parere del sociologo – una delle cancrene del Paese, Calabria compresa, ed è perciò che i ragazzi perdono lo spirito di autocritica e immaginano di poterla fare franca sempre e comunque. A ciò si aggiunga la moderna tendenza genitoriale a considerare i propri pargoli alla stregua di novelli Einstein, allora ecco che la radice della devianza è individuabile in una distorsione culturale, che getta nel fango la meritocrazia a vantaggio della mediocrità. E ciò – evidenzia Marziale – non avviane soltanto a scuola”.
Per il presidente dell’Osservatorio, infine: “Considerare i propri figli come dei fenomeni e vantarsene non è un servizio reso alla maturazione del soggetto in età evolutiva, ma costituisce un danno irrimediabile, perché egli avrà sempre la tendenza a considerarsi un “super” e non accetterà facilmente le sconfitte, additando gli altri come responsabili del proprio fallimento, fomentando così i genitori e portandoli al punto di scatenare la loro ira funesta su qualche malcapitato docente che, dal canto suo, avrà fatto soltanto il proprio dovere”.