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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

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Dna su arma del delitto, forse non e’ di Meredith

Dna su arma del delitto, forse non e’ di Meredith

Depositata la perizia: possibili contaminazioni sul gancetto del reggiseno della studentessa

Dna su arma del delitto, forse non e’ di Meredith

Depositata la perizia: possibili contaminazioni sul gancetto del reggiseno della studentessa

 

(ANSA) PERUGIA  – Non è certo che sia di Meredith Kercher la traccia di dna trovata sul coltello ritenuto dagli inquirenti l’arma del delitto della studentessa inglese. Lo scrivono i periti genetico-forensi nominati dalla Corte d’Assise d’Appello di Perugia nel processo contro Amanda Knox e raffaele Sollecito. Relativamente alla traccia di Meredith Kercher di Dna isolata dalla polizia Scientifica sul coltello considerato come l’arma del delitto, i periti della Corte di Perugia ritengono che “gli accertamenti tecnici effettuati non siano attendibili” perché “non sussistono elementi scientificamente probanti la natura ematica” della traccia stessa. Gli esperti poi, nella perizia di 145 pagine depositata oggi, spiegano che “dai tracciati elettroforetici esibiti si evince che il campione indicato con la lettera B (lama del coltello) era un campione low copy number e, in quanto tale, avrebbero dovuto essere applicate tutte le cautele indicate dalla comunità scientifica internazionale”.

Secondo i periti non essendo stato tenuto conto di questo “non si condividono le conclusioni circa la certa attribuzione del profilo rilevato sulla traccia B (lama del coltello) alla vittima Kercher Meredith Susanna Cara poiché il profilo genetico, così come ottenuto, appare inattendibile in quanto non supportato da procedimenti analitici scientificamente validati”. I periti della Corte d’assise d’appello si Perugia concordano invece “con le conclusioni cui è giunta la CT circa l’attribuzione del profilo genetico ottenuto da tale campionatura a Knox Amanda Marie”. “Non si può escludere che i risultati ottenuti possano derivare da fenomeni di contaminazione ambientale e/o di contaminazione verificatasi in una qualunque fase della repertazione e/o manipolazione” del reperto: così i periti nella parte di perizia generica relativa al gancetto di reggiseno indossato da Meredith Kercher quando venne uccisa. Relativamente al reperto 165 b gancetto di reggiseno, i periti ritengono che gli accertamenti tecnici “non siano attendibili” perché “non sussistono elementi scientificamente probanti la presenza di presunte cellule di sfaldamento sul reperto”. “Vi è stata – si legge ancora nella perizia – una erronea interpretazione del tracciato elettroforetico degli Strsautosonici; vi è stata una erronea interpretazione del tracciato elettroforetico relativo al cromosoma Y”. Sottolineano che “non sono state seguite le procedure internazionali di sopralluogo e di protocollo internazionali di raccolta e campionamento del reperto” i periti della Corte d’assise d’appello di Perugia incaricati di esaminare le tracce di dna sul coltello considerato dall’accusa l’arma del delitto e sul gancetto di reggiseno indossato da Meredith Kercher quando venne uccisa. Lo si legge nelle conclusioni dell’elaborato depositato oggi nell’ambito del processo d’appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox che stanno scontando 25 e 26 anni di reclusione per il delitto al quale si proclamano comunque estranei. La Corte aveva incaricato i periti di compiere un nuovo accertamento tecnico sulle tracce di dna dei due reperti che però si è rivelato impossibile. Gli esperti – Carla Vecchiotti e Stefano Conti, dell’Istituto di medicina legale dell’università di Roma La Sapienza – sono stati quindi incaricati di valutare “in base agli atti il grado di attendibilità degli accertamenti generici eseguiti dalla polizia scientifica sui reperti, con riferimento anche ad eventuali contaminazioni”. Contaminazioni sempre ipotizzate dai difensori dei due imputati ma negate dagli inquirenti. I risultati della perizia depositata oggi saranno discussi in aula il 25 luglio prossimo.

MADRE AMANDA A ABC, SEMPRE SAPUTO CHE E’ INNOCENTE – “Siamo entusiasti, sappiamo da sempre che Amanda è innocente”: la madre di Amanda Knox, Edda Mellas, ha accolto così oggi quanto emerso al processo di Perugia contro la figlia: non è certo che sia di Meredith Kercher, la vittima, la traccia di dna trovata sul coltello che l’ha uccisa. Lo sostengono nella loro perizia gli esperti genetico-forensi nominati dalla Corte d’Assise d’Appello di Perugia forensi. Contattata dalla americana Abc subito dopo l’udienza, la madre di Amanda Knox ha detto di attendere il momento di poter visitare la figlia in carcere. “I nostri esperti – ha detto Edda Mellas – ci hanno sempre ripetuto esattamente questo. Questa è una grande notizia. Noi sappiamo da sempre che Amanda è innocente”. Secondo la madre di Amanda, la figlia ha appreso la notizia dalla tv. La signora Mellas ha riferito che il legale di Amanda, Luciano Ghirga, ha un appuntamento oggi in carcere con la ragazza per spiegarle nel dettaglio il significato del risultato della perizia dal punto di vista dello sviluppo del processo.

redazione@approdonews.it