banner bcc calabria

“Dinnu ca sulu cu l’occhji” – Il razzismo e la malainformazione del XXI secolo

banner bcc calabria

banner bcc calabria

Di Salvatore Barresi

Cina, dicembre 2019
In una Wuhan fredda, avvolta in una nube di smog, risuona il rumore del traffico tra gli alti grattaceli.
Gli abitanti di questa dinamica quanto millenaria cittadina della Cina sud orientale, neppure immaginano che male si sta aggirando tra le strade ed i palazzi simbolo della Cina comu-dittato-liberal-schiavista di Xi Jin Pin, ormai aperta al mondo, ma più che mai schiava del mercato, della borsa, della produzione.
Gli ospedali locali iniziano a segnalare casi di “polmonite alveolo interstiziale bilaterale” di origini sconosciute, non risolte con antibiotici (e quindi non di origine batterica).
Inizia dunque la corsa contro il tempo dei laboratori di ricerca per individuare la possibile causa di un male che già aveva fatto più di 40 vittime accertate alla fine di dicembre; dopo giorni di lavoro il responso, il nCov-2019 (noto ai più come nuovo Corona Virus) stava da giorni diffondendosi tra la popolazione.
L’epicentro della diffusione pare sia il mercato del pesce, dove si confondono, tra scarse tutele e misure igieniche, animali vivi e morti, bambini, adulti ed anziani.
I virus sono fatti così, sono imperfetti, subdoli, mutano spontaneamente nelle loro componenti essenziali milioni di volte al giorno, a causa di imperfetti meccanismi di replicazione. Non hanno, infatti, tutti quei meccanismi di controllo della replicazione che hanno gli animali superiori, meccanismi che, in caso di disregolazione, possono portare nell’uomo allo sviluppo di tumori. Allo stesso tempo, mutano per perpetrare la loro specie, se attaccati. Anche noi uomini mettiamo in atto dei meccanismi per difenderci dalle avversità: banalmente, se abbiamo freddo, allora ci copriamo; se abbiamo una ferita, la curiamo.
I virus sono specie-specifici: un virus murino non attacca l’uomo, come un virus umano non attacca un’altra specie animale o vegetale. Capita però che, a causa delle numerose mutazioni, ci siano “salti di specie”: è come se il virus avesse una “chiave” che non entra nella “serratura” delle nostre cellule; dopo però molte mutazioni, la “chiave” viene via via modificata a tal punto che le è possibile aprire anche altre “serrature”, ad esempio quelle delle nostre cellule.
Questo è ciò che è avvenuto nel mercato del pesce di Wuhan.
Le mutazioni avvengono, le infezioni si diffondono, è inesorabile: basti guardare all’influenza spagnola, all’influenza asiatica, al vaiolo, alla peste nera del Manzoni, malattie che hanno afflitto l’Europa per secoli.
Oggi però abbiamo le armi giuste per affrontarle: i vaccini, armi davvero efficaci che ci hanno permesso di fronteggiare e contrastare la diffusione di moltissime malattie dalle conseguenze molto gravi.
Eppure, abbiamo un mezzo così potente ma molto sottoutilizzato: contro l’influenza A, al termine della stagione influenzale 2018, solo il 20% della popolazione italiana risulta vaccinata: i morti a causa dell’influenza sono stati più di 200 sui circa 800 casi gravi registrati.
È giustificata allora l’isteria di massa, in Italia, contro un virus che tuttavia non ha causato un decesso nel nostro paese? È corretto che le testate giornalistiche (e non solo) speculino su una tematica così seria? È giusto procedere all’ “apartheid” razziale che stiamo mettendo in pratica contro la popolazione cinese, che lavora ed è integrata nella nostra società da molti anni, creando ricchezza, lavoro e valore aggiunto? Contro coloro che magari neppure fanno ritorno in Cina da molti anni?
Sembra che la propaganda salviniana ci abbia influenzato tutti, sembra che abbia fatto riemergere in noi quel lato razzista ed intollerante verso chi è diverso da noi; sembra che qualcuno, dall’alto, si diverta ad alimentare la fiamma delle nostre paure per mero interesse politico.
E noi, che ci vantiamo di essere popolo accogliente, che per anni abbiamo pianto e contestato gli insulti che provenivano dai nostri connazionali del nord (alimentati dalla stessa fiamma di paura e disprezzo, aizzata da chi aveva solo interessi elettorali), quando siamo scesi così in basso? Ma non ricordiamo quanto era brutto essere disprezzati? Perché noi, a nostra volta, disprezziamo e ci ritorciamo contro altri popoli, avendo capito e sofferto cosa significhi il “razzismo”?
Cari compaesani, cari tutti, è doveroso quindi prendere le giuste precauzioni, secondo le prescrizioni del ministero della Sanità, che già sta adoperandosi con ogni mezzo per evitare la diffusione del nuovo corona virus. Starnutite sul gomito, lavatevi spesso le mani, evitate i posti affollati, non toccatevi con le mani sporche bocca, naso ed occhi, siate in salute, fate sport e vaccinatevi contro i virus di cui abbiamo disponibile il vaccino.
Ma per favore, rimanete esseri umani, ed usate gli occhi per mostrare un sorriso al prossimo, magari alla prossima persona di nazionalità cinese, per riconfortarlo ed incoraggiarlo: forse avrà qualcuno della sua famiglia in Cina, che si trova ad affrontare una situazione difficile.
E tranquilli che, “cu l’occhji” (con un semplice sguardo) non si trasmettere alcun virus reale, ma solo l’artificiale e doloroso virus dell’indifferenza nelle sue molteplici sfaccettature.