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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Dia: ci solo legami Cosche aziende lombarde

Continua lo scontro tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni e Roberto Saviano

Dia: ci solo legami Cosche aziende lombarde

Continua lo scontro tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni e Roberto Saviano

 

 

Continua la polemica tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni e Roberto Saviano dopo la trasmissione di lunedì sera Vieni via con me in cui lo scrittore nel suo monologo aveva detto che l”ndrangheta al Nord si appoggia alla Lega . ‘NDRANGHETA: DIA, INTERAZIONE COSCHE-AZIENDE LOMBARDE – Nel nord Italia e soprattutto in Lombardia c’é una “costante e progressiva evoluzione” della ‘Ndrangheta che, ormai radicata da tempo su quei territori, ”interagisce con gli ambienti imprenditoriali lombardi”. E’ quanto sottolinea l’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia consegnata al Parlamento e relativa al primo semestre del 2010.Per penetrare nel tessuto sociale, le cosche – che in Lombardia godono di una certa autonomia ma dipendono sempre dalla ‘casa madre calabrese come ha dimostrato l’inchiesta ‘Crimine’ che ha ricostruito l’organigramma della ‘Ndrangheta – si muovono seguendo due filoni: ”quello del consenso e quello dell’assoggettamento”. Tattiche che, sottolineano gli esperti della Dia, “da un lato trascinano con modalità diverse i sodalizi nelle attività produttive e dall’altro li collegano con ignari settori della pubblica amministrazione, che possano favorirne i disegni economici”. Con questa strategia, e favorita da “una serie di fattori ambientali”, si consolida la “mafia imprenditrice calabrese” che con “propri e sfuggenti cartelli d’imprese” si infiltra nel “sistema degli appalti pubblici, nel combinato settore del movimento terra e, in alcuni segmenti dell’edilizia privata” come il “multiforme compartimento che provvede alle cosiddette ‘opere di urbanizzazione’.” Secondo la Dia dunque, si assiste ad un vero e proprio “condizionamento ambientale” da parte della ‘Ndrangheta che e’ riuscita “a modificare sensibilmente le normali dinamiche degli appalti, proiettando nel sistema legale illeciti proventi e ponendo le basi per ulteriori imprese criminali”. E la penetrazione nel sistema legale dell’area lombarda, è favorita, dice la Direzione investigativa antimafia, da “nuove e sfuggenti tecniche di infiltrazione, che hanno sostituito le capacità di intimidazione con due nuovi fattori condizionanti: il ricorso al massimo ribasso” nelle gare d’appalto e la “decisiva importanza contrattuale attribuita ai fattori temporali molto ristretti per la conclusione delle opere”.La ”consolidata presenza” in alcune aree lombarde di “sodali di storiche famiglie di ‘ndrangheta” ha “influenzato la vita economica, sociale e politica di quei luoghi”. E’ quanto rileva la relazione al Parlamento della Dia (Direzione investigativa antimafia), relativa al primo semestre 2010. La relazione sottolinea il “coinvolgimento di alcuni personaggi, rappresentati da pubblici amministratori locali e tecnici del settore che, mantenendo fede ad impegni assunti con talune significative componenti, organicamente inserite nelle cosche, hanno agevolato l’assegnazione di appalti ed assestato oblique vicende amministrative”.La Dia ripercorre le fasi delle operazioni ‘Parco Sud’ e ‘Cerberus’ della Guardia di finanza di Milano ed evidenzia il “forte interesse delle cosche verso l’edilizia”. Le indagini hanno consentito di individuare “nuove filiazioni delle ‘ndrine Barbaro-Papalia di Plati’, presenti nella zona Sud-Ovest del capoluogo lombardo, evidenziando ulteriormente la capacità militare e di assoggettamento ambientale”. Sono così affiorati, prosegue la relazione, “i legami con imprenditori ed amministratori, realizzati dai nuovi vertici criminali, che hanno portato all’arresto del vicepresidente di una società per azioni, di un ex sindaco di Trezzano sul Naviglio, vertice pro tempore del consiglio di amministrazione di aziende pubbliche operanti nel settore della tutela e gestione delle risorse idriche dell’area milanese, nonché di un componente del Consiglio comunale e di un geometra dello steso Comune”. In sintesi, è la conclusione, “si è avuto modo di apprezzare la presenza sul territorio lombardo di esponenti della ‘ndrangheta residenti nella regione che, con modalita’ diverse dalla consolidata prassi mafiosa del controllo ambientale, hanno conseguito più preganti interessi economici”.MARONI, SE RAI DICE NO SAREBBE BAVAGLIO – “Come ministro dell’Interno ho chiesto uno spazio in tv per replicare ad affermazioni sulla mafia che non corrispondono al vero. Se la Rai mi dirà di no lo accetterò, ma sarebbe una sorta di bavaglio o di censura”. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, parlando con i giornalisti a Montecitorio delle affermazioni dello scrittore Roberto Saviano. “Mi pare che la Rai – prosegue Maroni – abbia dato diritto di accesso negli ultimi tempi a tutti, sarebbe francamente inverosimile se al ministro dell’Interno venisse negato l’accesso in televisione per parlare della lotta alla mafia che sta portando avanti”. “Se passa il sospetto che la Lega Nord interloquisce con la ‘ndrangheta – si chiede Maroni – cosa possono pensare i cittadini? La mafia io la combatto, e’ falso che la Lega interloquisca con la ‘ndrangheta”. “Sono incredulo, confido ancora in un refuso e chiedo quindi a Saviano di smentire, riservandomi ogni azione utile”. E’ dura la reazione del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, alle affermazioni dello scrittore, che in una intervista a Repubblica lo paragona al boss della Camorra ‘Sandokan’ Schiavone.”Quando ho letto le dichiarazioni di Saviano, speravo si riferisse al Sandokan di Kabir Bedi, purtroppo parlava invece del più sanguinario dei boss della Camorra”, aggiunge il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “Non ci voglio credere – continua – e confido ancora in un refuso, ma chiedo a Saviano di smentire, riservandomi ogni azione utile perché non ci voglio credere”. Il titolare del Viminale, torna poi sulle affermazioni che lo scrittore ha fatto lunedì sera, nel corso della puntata di ‘Vieni via con me’. “Siamo consapevoli delle infiltrazioni della ‘ndrangheta anche al Nord – dice Maroni – e sei mesi fa, a Milano, ho istituito una commissione speciale per vigilare sulle infiltrazioni nell’expo. E ho introdotto una legge che impone la tracciabilità di tutti i pagamenti di tutti gli appalti pubblici. La Lega è stata il partito che all’inizio degli anni ’90 – prosegue – ha denunciato le infiltrazioni mafiose al Nord. Ma qui parliamo di altro, di una cosa che e’ stata detta in trasmissione, cioé che al Nord l”ndrangheta interloquisce con la Lega. E’ una affermazione che respingo, una grave falsità. Per questo mi sento offeso, come ministro e come leghista, e chiedo il diritto di replica per smentire”. FAZIO-SAVIANO: MARONI, INFAMIE; SCRITTORE, ‘SOLO FATTI’ di Nicoletta Tamberlich Nuovo record di ascolti per ‘Vieni via con me’, ma è bufera sulla puntata della trasmissione andata in onda ieri sera (lunedì, ndr) su Raitre: il ministro dell’Interno Roberto Maroni è furioso e ha definito “infamanti” le parole pronunciate da Roberto Saviano che nel suo monologo ha parlato di rapporti tra la ‘ndrangheta e la Lega al nord. ”Se la Rai mi impedirà di replicare, giro la questione al Capo dello Stato” ha tuonato il titolare del Viminale che poi prende carta e penna e scrive una lettera ai vertici della Rai ed ai presidenti di Camera e Senato, e alla commissione di Vigilanza che intanto ha deciso di ascoltare giovedì il Cda e il presidente Garimberti e che affronterà la questione anche in una successiva seduta con il direttore generale Masi. Per Maroni le affermazioni dell’autore di Gomorra sono ‘totalmente prive di fondamento, gravemente offensive e diffamatorie” nei confronti della Lega. Ma Saviano rilancia “racconto i fatti, sono stupito e allarmato”. E Loris Mazzetti, capostruttura Rai 3: non arretra: “nessun invito, se crede quereli”. La trasmissione Di Fabio Fazio e Roberto Saviano ha registrato un record senza precedenti per RaiTre: oltre 9 milioni e il 30% di share con ascolti particolarmente alti proprio per il monologo dello scrittore. Intanto anche il presidente del Consiglio si prepara ad andare in tv per dare agli italiani la sua versione della situazione politica. Berlusconi, infatti, dovrebbe essere domani ospite della trasmissione ‘Matrix’ su Canale 5. E’ mattina presto quando Maroni commenta con l’Ansa il programma già nel mirino nei giorni scorsi per la presenza di Fini e Bersani: a farlo infuriare l’attacco dello scrittore alla Lega, tirata in ballo in un intervento sulle radici al Nord della ‘ndrangheta. In serata la lettera ai presidenti della Camera e ai vertici Rai: ”Come ministro dell’Interno, che combatte quotidianamente ogni forma di criminalità organizzata con assoluta determinazione – prosegue Maroni – mi sento profondamente offeso da queste parole e chiedo, pertanto, di poter esercitare il diritto di replica per contestare tali falsità nel corso della prossima puntata del programma” E il direttore di rete Paolo Ruffini spiega: “Saviano ha voluto illustrare ai telespettatori che la criminalità organizzata non è come l’immaginiamo nei racconti ottocenteschi. Saviano ha posto il tema del contrasto al crimine come qualcosa che non sia limitato all’arresto del criminale, perché quelle organizzazioni fanno impresa, al sud come al nord”. Ma Maroni insiste: “Chiederò al Presidente della Repubblica se una accusa così infamante sia compatibile con una funzione come quella di ministro dell’Interno che sto sostenendo”. Saviano rileva: “Non capisco di quali infamie parli. Temo che abbia visto un’altra trasmissione. Lo invito a rivederla e riascoltarla: io ho parlato solo di fatti, frutto di un’inchiesta giudiziaria dell’Antimafia di Milano e Reggio Calabria sul nuovo assetto della ‘Ndrangheta e sulla sua presenza culturale, politica ed economica in Lombardia. Fatti che dovrebbero preoccupare il ministro dell’Interno invece di spingerlo ad accusare chi li denuncia”. D’accordo con Maroni il consigliere di maggioranza Antonio Verro che annuncia che il caso sarà sicuramente argomento di discussione domani in Cda: “Compito del servizio pubblico è garantire il contraddittorio e la completezza dell’informazione. Per questo mi auguro l’azienda accolga la sua richiesta”. E Giorgio Van Straten, consigliere di minoranza dice: ‘Un sistema attraverso il quale Maroni potra’ dire la sua si troverà. Ma le sue dichiarazioni su Saviano mi sembrano eccessive”. Le accuse di Maroni a Vieni Via con Me hanno scatenato le polemiche politiche da parte della maggioranza che difende il ministro e l’opposizione che esprime solidarietà allo scrittore: mentre Caparini, parlamentare del Carroccio, fa sapere che per le accuse di Saviano alla Lega è pronto il ricorso all’Agcom, per il ministro della Difesa Ignazio la Russa il fatto “fa capire che la campagna elettorale è iniziata e che Raitre è schierata”. “Nessuno tocchi Saviano”, dice Leoluca Orlando dell’Idv che aggiunge “dal ministro arriva un’intollerabile intimidazione ad uno scrittore che vive sotto scorta per la sua denuncia di tutte le mafie”. Il capogruppo Pd alla Camera lo difende così: “Da oggi Saviano è un simbolo non solo della lotta alla camorra ma anche della libertà di informazione. Noi non lo lasceremo mai solo”. Per il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri “Saviano ha confuso la sua Italia da romanzo con quella che ogni giorno segna veri i trionfi contro la criminalità organizzata”. Dall’Udc il deputato Roberto Rao considera pretestuose le polemiche della Lega contro Saviano: “Lo scrittore ha denunciato una realtà già emersa da molte indagini e operazioni”.