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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Default Pilotato quanto conviene?

Default Pilotato quanto conviene?

Se l’Italia seguisse le orme islandesi, dovrebbe garantire metà del suo debito pubblico 2.850 mld di euro che è nelle mani dei cittadini e delle banche nazionali

di Maurizio Compagnone

Default Pilotato quanto conviene?

Se l’Italia seguisse le orme islandesi, dovrebbe garantire metà del suo debito pubblico 2.850 mld di euro che è nelle mani dei cittadini e delle banche nazionali

 

 

         

COSENZA – Non esite una regola scritta che ci impone di rimanere nell’Euro, se i mercati si coalizzano e decidono che un determinato paese non è più in grado di far fronte al debito, loro assumono la funzione di iene. E’ ovvio che l’Euro nel caso in cui uno stato vada in difficoltà non può fare default altrimenti porterebbe dietro tutti gli stati dell’eurozona. La strada però esiste, fare un “default pilotato” studiando regole che permettono ai paesi in difficoltà, di uscire in un range di tempo dall’euro, per rafforzarsi economicamente, e rientrare rispettando quei parametri stabiliti.

In parole povere seguire l’esempio dell’Islanda che ha applicato un default pilotato ed è uscita dal mercato della borsa, dopo aver pilotato il default si è impegnata nel ripianare i debito contratto.

L’Islanda però si in una situazione migliore dell’Italia, in quanto non è più nell’Euro. L’Islanda ha dimostrato che si può uscire, ma l’Italia è nella zona euro e se esce, provocherebbe un terremoto all’interno dell’Euro zona? L’Euro è importante per la sopravvivenza di tutti i paesi membri. Nel frattempo le banche stanno studiando una proposta da presentare al parlamento per poter uscire per un determinato tempo dalla moneta unica.

Quale vantaggio trarrebbe l’Italia uscendo dal default pilotato?

Se l’Italia seguisse le orme islandesi, dovrebbe garantire metà del suo debito pubblico 2.850 mld di euro che è nelle mani dei cittadini e delle banche nazionali. Il metodo esiste, imporre una patrimoniale del 5% sul 1% della popolazione ad alto reddito, ovvero a quelle persone che da sole detengono il 45% della ricchezza nazionale. Con la sola patrimoniale si garantirebbe il debito interno. Per il debito esterno, quello più complicato che è nelle mani delle banche straniere bisognerebbe rinegoziarlo, e stabilire un programma di rimborso per un certo periodo di anni.
A questo punto la strada per uscire è aperta, si ritorna alla moneta nazionale la “Lira” che tecnicamente svaluta darà impulso alle esportazione e alla competitività industriale. Tutto questo si può fare solo di concerto con il resto dei paesi dell’Euro zona. Non sarà facile perché le banche francesi sono troppe esposte verso le nostre banche. L’uscita dall’Euro senza una legislazione che lo permetta potrebbe determinare la morte di tanti istituti di credito esposti.

La situazione è complessa ma tecnicamente risolvibile, basterebbe un accordo europeo, ma nessuno ne parla tutti pensano a proteggere i propri istituti di credito.

Chi è responsabile di tutto ciò?

Sicuramente la politica che ha permesso questo sistema contorto e loro stessi ne hanno usufruito. E’ ovvio che non bisogna prendersela con le Banche ma con i “Politici” che hanno creato questo sistema aberrante. Ecco perché ci troviamo a vendere ai Cinesi parte delle ricchezze del Paese.
Non pensate che i cinesi siano benefattori. Il Nostro Premier preferisce vendere ai Cinesi piuttosto che tassare quelle famiglie che detengono il 45% della ricchezza nazionale e che dovrebbero in una società civile farsi carico del problema che affligge il Paese. Naturalmente non è il solo nostro Paese ad essere gestito in questo modo. Tutti i politici europei governano come se la democrazia fosse una impresa. In altri paesi sono nati focolai, la Tunisia, l’Egitto si sono ribellati ai loro regimi dittatoriali. I nostri governi si spacciano per democratici ma in realtà nel nostro Paese vige una”pseudo democrazia”, e prima o poi ci sveglieremo e andremo ad arricchire la schiera degli “indignados”.

In Italia la consapevolezza è ancora nel ghiaccio ma con i focolai le lastre si stanno sciogliendo e si sta prendendo con maggiore attenzione la crisi economica. Gli Italiani osservano con preoccupazione quello che sta accadendo in Spagna, dove la disoccupazione giovanile è al 43%, quello che però è favorevole alla Spagna è il senso civico, in loro è vivo, negli italiani sopito. Loro vengono da anni bui di franchismo e la democrazia è una conquista sofferta che non possono dimenticare, sanno bene che devono difenderla con i denti e il popolo ne è consapevole.
In Spagna Zapatero ha dato un segnale di coerenza e rispetto verso i cittadini e i mercati lo hanno premiato, in Italia a differenza i componenti del Governo sono giocatori di scacchi e continuano a ricorrere all’”arrocco” pur di non perdere la partita.

Maurizio Compagnone
Segretario Organizzativo Popolari Glocalizzati