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Ddl Sallusti: intesa capigruppo stralcio carcere e rettifica

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Seduta sospesa. Silvia Della Monica (Pd) annuncia che votera’ contro l’articolo 1 del provvedimento

Ddl Sallusti: intesa capigruppo stralcio carcere e rettifica

Seduta sospesa. Silvia Della Monica (Pd) annuncia che votera’ contro l’articolo 1 del provvedimento

 

 

Stralciare dal provvedimento solo due norme: quella per dire ‘no’ al carcere per i giornalisti che diffamano, indicando adeguate sanzioni pecuniarie alternative, e quella che stabilisce un uso “corretto ed efficace” dell’istituto della rettifica. E’ questa l’intesa alla quale si sarebbe arrivati in Conferenza dei capigruppo del Senato sul ddl Diffamazione. L’idea insomma sarebbe quella di mettere a punto un testo “molto più snello” dell’attuale, di “un paio di articoli al massimo” sul quale sia possibile trovare un accordo “realmente bipartisan”. Altrimenti, spiegano alcuni dei partecipanti alla riunione convocata dal presidente di Palazzo Madama Renato Schifani per fare il punto sul ddl, se la Commissione Giustizia non riuscirà a concretizzare questa sorta di intesa, “il provvedimento resterà e morirà in commissione’.

Il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia Silvia Della Monica si è dimessa da relatrice del ddl sulla diffamazione ora all’esame dell’Aula del Senato. La parlamentare ha anche annunciato che voterà contro l’articolo 1 del provvedimento. Il vicepresidente del Senato Vannino Chiti ha sospeso la seduta dopo le dimissioni. E il presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani, avvertito del fatto, ha convocato subito la conferenza dei capigruppo per fare il punto sul da farsi.

Questa mattina la ripresa dell’esame del ddl Diffamazione. Pd e Idv hanno chiesto subito il ritorno in commissione per approfondire altri temi del provvedimento. Il Pdl, con Giacomo Caliendo, però si oppone: “L’ipotesi di un ritorno in commissione è già stata respinta, affrontiamo ora i vari emendamenti. E basta”. “Ma non c’é lo spirito né è il tempo adatto per affrontare un tema simile ora. Mettiamo da parte il ddl”, è invece la risposta del senatore Pd Procacci. E l’intervento è condiviso da Vincenzo Vita (Pd).

E’ quasi record per l’emendamento al ddl Diffamazione che ridisciplina l’istituto dell’interdizione dalla professione giornalistica: dal giorno in cui la maggioranza aveva raggiunto la ‘quasi intesa’ sul testo, cioé il 24 ottobre, è stato riscritto ben sette volte. E ancora non convince. Questa l’ultima versione della proposta di modifica fatta propria dalla Commissione: “Chi, dopo essere stato condannato per il delitto” della diffamazione, “riporta nei due anni successivi una nuova condanna per il medesimo delitto può essere sottoposto, tenuto conto della gravità dei fatti, alla pena accessoria dell’interdizione dalla professione di giornalista da uno a sei mesi. Ad ogni ulteriore condanna per il reato commesso nei due anni successivi, consegue la pena accessoria dell’interdizione dalla professione giornalistica da un mese ad un anno”