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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Dacci una zampa: “Pronti a mettere la nostra esperienza al servizio dell’amministrazione” “In sei mesi abbiamo sottratto alla strada oltre 400 cani, duecento dei quali già affidati in adozione"

Dacci una zampa: “Pronti a mettere la nostra esperienza al servizio dell’amministrazione” “In sei mesi abbiamo sottratto alla strada oltre 400 cani, duecento dei quali già affidati in adozione"
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“Abbiamo sempre pensato che il cambiamento della nostra città dovesse e
potesse partire solo da chi la città la abita e la vive, per questo come
associazione animalista sei mesi fa abbiamo messo in gioco la nostra
esperienza e competenza per superare l’inerzia burocratica e amministrativa
che aveva condannato un bene pubblico come il canile di Mortara
all’abbandono e centinaia di cani ai rischi della strada. Oggi noi siamo in
grado di pesare con dati, numeri, cifre il nostro impegno per la città”. È
un bilancio tutto in positivo quello che gli attivisti dell’associazione
Dacci una zampa possono presentare oltre sei mesi dopo aver rimesso in
funzione il canile municipale di Mortara, struttura di proprietà comunale
ma per anni consegnata all’incuria e all’abbandono, mentre milionarie
convenzioni venivano siglate con canili privati. “In sei mesi – dicono da
Dacci una zampa – abbiamo sottratto alla strada oltre 400 cani, duecento
dei quali già affidati in adozione. Basta un semplice calcolo aritmetico
per comprendere che in una delle città italiane con più alto tasso di
randagismo e abbandono, negli ultimi sei mesi siamo stati in grado di
regalare una casa a più di cane al giorno, tanto cuccioli come adulti”.
Adozioni che hanno interessato tanto la città e la provincia, come il Nord
Italia, dove oltre trenta cani hanno trovato una nuova casa e cuccia,
grazie anche ai volontari che non si sono mai sottratti quando si è
trattato di finanziare le spese di trasferimento di un randagio che si
gioca la possibilità di non essere più tale. “Per gli oltre trenta cani
partiti per il Nord – spiegano gli attivisti – abbiamo speso circa 1500
euro raccolti grazie alle donazioni, alle serate benefit e agli eventi
organizzati a sostegno della nostra associazione”. Cifre importanti, che
per gli attivisti però spiegano solo in parte il lavoro fatto “tutti i cani
recuperati in questi mesi sono stati sottoposti a cure veterinarie, quelli
malati o feriti, sottoposti a terapie specifiche ed interventi chirurgici,
nonché a ricovero nei centri veterinari specializzati quando necessario.
Allo stesso modo, gran parte delle femmine – circa quaranta – sono state
sterilizzate. Si tratta di interventi di cura e prevenzione di cui l’Asp
dovrebbe da tempo occuparsi , ma allo stato rimangono nella lista delle
cose da fare in data da destinarsi. I cani però non possono aspettare. Nel
frattempo muoiono. Per questo con gran fatica ci siamo sobbarcati il
compito di sostituire l’azienda sanitaria provinciale, sobbarcandoci
l’onere di raccogliere i fondi necessari per coprire i 13mila euro di spese
veterinarie necessarie ed urgenti”. Allo stesso modo, suggeriscono gli
attivisti, “siamo fra i pochi a poter affermare senza timore di smentita di
aver fatto risparmiare all’amministrazione comunale oltre trentamila euro.
A tanto ammonta il valore del cibo donato da cittadini e altre associazioni
animaliste italiane per assicurare il nutrimento quotidiano dei cani che in
questi sei mesi hanno trovato rifugio a Mortara, come dei prodotti
necessari per la pulizia e l’igiene della struttura che nel corso dei mei i
cittadini hanno donato”. E proprio i cittadini e il rinnovato senso di
comunità, nato grazie al recupero della struttura in una città lacerata da
due anni di commissariamento seguito allo scioglimento per mafia, sono per
i volontari di Dacci una zampa il maggiore successo ascrivibile
all’iniziativa. “Per anni la città – continuano gli attivisti- è stata
annichilita da una cronaca che la svelava sempre più in rovina. Per molti,
questo ha significato un sostanziale disinteressamento nei confronti della
cosa pubblica, perché troppo impegnati a salvare il salvabile nel privato.
Dal sette luglio in poi, attorno a Mortara è rinato quell’interesse dei
cittadini per la cosa pubblica che sembrava sopito o dimenticato. Si tratta
di un patrimonio importante e che sarebbe criminale disperdere”. Un
patrimonio che, secondo i volontari, ha fatto sì che l’esperienza –
unanimemente considerata positiva – del recupero del canile di Mortara sia
stata valorizzata da media locali e nazionali, con inevitabile ritorno
d’immagine positivo per una città che in passato si è fatta conoscere solo
per fatti di ‘ndrangheta, mala politica e gestione criminale delle risorse
pubbliche. “Si tratta di un’esperienza che anche importanti associazioni
animaliste e non – ENPA, LIDA, Legambiente, Animalisti italiani, solo per
citare qualche esempio – hanno voluto appoggiare e valorizzare”. Da parte
nostra – fanno sapere i volontari a conclusione – “rimane la totale
disponibilità a mettere questo patrimonio a disposizione
dell’amministrazione, perché crediamo che solo mettendo insieme le forze si
possa costruire il cambiamento in città. Una svolta di civiltà per i
cittadini a due e quattro zampe”.