Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Dacci una zampa incontra oggi la triade commissariale del comune di Reggio Calabria

“Interessi oscuri dietro le convenzioni con strutture private?”

– Dacci una zampa: “Anche la Casa della legalità di Genova appoggia la nostra occupazione”

– La New Deal a supporto di Dacci una zampa onlus

Dacci una zampa incontra oggi la triade commissariale del comune di Reggio Calabria

“Interessi oscuri dietro le convenzioni con strutture private?”

 

 

“Dall’inizio si questa occupazione più volte e da più parti ci è stato
detto che la nostra iniziativa è la risposta concreta a una problema
concreto, la soluzione reale a una criticità ignorata. Abbiamo inteso
questa occupazione come un servizio che noi cittadini possiamo rendere a
una città messa in ginocchio da anni di mala gestio, un modo per
contribuire con le nostre forze e quello che sappiamo fare alla difficile
gestione in regime di piano di rientro, ma a fronte dei nostri sforzi,
l’amministrazione sembra scegliere ancora la via del privato, sembra
scegliere di pagare per un servizio che attraverso una delle sue strutture
potrebbe offrire”. È amara la considerazione dei volontari di Dacci una
zampa onlus, gli animalisti che circa tre settimane fa hanno occupato il
canile municipale di Mortara, la struttura finanziata con oltre 650mila
euro, finita nel 2006, inaugurata nel 2008 e mai entrata in funzione. Ma
soprattutto, quello che radica fra i volontari è un dubbio inquietante che
– dicono – è corretto mettere la conoscenza la città. “Non è compito nostro
fare indagini o approfondimenti, tuttavia ci appare curioso che si scelga
di sprecare ulteriore denaro pubblico, piuttosto che mettere a frutto parte
del proprio patrimonio insieme a cittadini che liberamente offrono il
proprio contributo. Le oscure vicende che hanno portato allo scioglimento
del Comune sono ormai note a tutti, come a tutti è noto – anche la
commissione parlamentare antimafia lo ha denunciato – che lo stesso
scioglimento dell’amministrazione comunale non è riuscito a bonificare
palazzo S. Giorgio dai tentacoli delle ndrine. Basti pensare che a distanza
di quasi due anni dall’insediamento della triade commissariale,
l’amministrazione continua a pagare regolarmente la retta a una struttura –
il canile di Taurianova – destinataria di ben due interdittive antimafia.
Inoltre, troppi e troppi soggetti finiti al centro della relazione che ha
indotto il Viminale a sciogliere per contiguità mafiose il Comune di Reggio
Calabria sono rimasti all’interno delle istituzioni reggine”. Due dati –
dicono dall’associazione – che non possono non indurre a un’inquietante
riflessione, soprattutto se si considera che, stando a quanto riferito da
fonti interne, i dirigenti comunali di settore avrebbero già individuato
le strutture necessarie per ospitare i cani recuperati in queste settimane,
mentre l’Asp si starebbe muovendo per acquistare centinaia di microchip
necessari per identificare gli animali di Mortara. Un’identificazione
prodromica – ci hanno tenuto a sottolineare le voci che da più parti sono
intervenute – a una deportazione di massa degli animali a Sant’Ilario dello
Jonio, canile lager già finito al centro delle cronache nazionali per le
pessime condizioni igienico sanitarie, o al canile Metauria a Gioia Tauro,
con cui – stando a voci insistenti –sarebbe stata già stipulata una
convenzione. Circostanze che inducono Dacci una zampa a una riflessione.
“Oggi, a fronte del pervicace perseguimento della strada delle convenzioni
con strutture private – canili che per quanto è a nostra conoscenza non
rispettano neanche le previsioni imposte dalla recente legge regionale –
non possiamo che chiederci se per caso non si nasconda qualcosa dietro
questo business. Ci sono interessi che vanno al di là del bene pubblico? si
tratta di interessi di natura criminale? È un dubbio che ci attanaglia e
che ci fa sentire piccolissimi di fronte a questa battaglia, ma che ci
sentiamo in obbligo di perseguire per l’appoggio spontaneo che fin dal
primo giorno di occupazione abbiamo ricevuto dalla città intera”. Per
questo, nei giorni scorsi i volontari hanno presentato due domande di
accesso agli atti – una a Palazzo S. Giorgio e una all’Asp – per chiedere
rispettivamente la visione ed estrazione di copia della convenzione con il
Canile di Metauria e con l’unità di accalappiamento, così come la visione
ed estrazione di copia delle schede di valutazione dei canili esistenti sul
territorio valutati alla luce del nuovo DPGR 51 del 19 maggio 2014, che
impone nuove regole e condizioni per tutte le strutture. “Si tratta di
dubbi e inquietudini che ci sentiamo in dovere di mettere in comune con la
città, ma soprattutto che non esiteremo a esporre con la triade
prefettizia, con cui a breve è stato fissato un incontro, riservandoci
comunque la facoltà di presentare in esposto”.