In seguito alla deliberazione n.128 del 17 ottobre 2017 per la
demolizione e lo sgombero dell’insediamento di via Reggio Calabria a
Cosenza, il Mo.C.I., Associazione 21 luglio Onlus e Un Mondo di Mondi
congiuntamente all’attivista rom Enzo Abruzzese, hanno inviato una lettera
di preoccupazione al sindaco Mario Occhiuto ed al prefetto Gianfranco
Tomao. Nel documento viene evidenziato come all’interno dell’insediamento
siano ancora attualmente residenti 10 famiglie rom in condizioni di grave
vulnerabilità per le quali lo sgombero, senza una soluzione abitativa
condivisa con le famiglie che garantisca il diritto ad un alloggio
adeguato, rappresenterebbe un ulteriore aggravamento della situazione di
fragilità sociale in cui versano. Gli scriventi sottolineano come già dal
2012 l’area è sotto l’attenzione dell’amministrazione che nello stesso anno
ne aveva disposto un sequestro preventivo tramite l’autorità giudiziaria
nonostante fosse abitata da numerosi nuclei famigliari di cittadinanza
italiana appartenenti alla comunità rom in condizioni di disagio economico
sociale. Da allora non solo non è stata attuata alcuna azione di supporto
per la risoluzione di questa situazione di fragilità ma, al contrario,
l’Amministrazione si è mossa per la realizzazione del “Ponte di Calatrava”
culminando nel 2015 con l’ottenimento del dissequestro di una porzione
dell’area fino alla fine dei lavori dell’infrastruttura. Alla luce di
questi avvenimenti, i firmatari della lettera si sono appellati
all’Amministrazione per chiedere quali azioni siano state messe in atto per
fare fronte alla situazione emergenziale delle 10 famiglie presenti in via
Reggio Calabria e a quanti sia stata comunicata l’assegnazione di alloggi
popolari di riserva come previsto dall’art. 31 della Legge Regionale N.
32/1996. Nella lettera viene sottolineato infatti come, in accordo con le
recenti Osservazioni adottate dal Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni
Unite il 23 marzo 2017, sia necessario attuare ogni misura necessaria «al
fine di evitare la pratica degli sgomberi forzati delle comunità rom
residenti sul suolo nazionale – si legge – e, in caso di sgombero, di
provvedere alla garanzia di un alloggio alternativo adeguato in linea con
gli standard internazionali». È stata menzionata anche la Circolare del
Ministero Interno 1 settembre 2017 N. 11001/123/111(1), la quale,
riconoscendo come elemento prioritario il diritto all’alloggio delle
famiglie con reddito molto basso, ha stabilito che non si possano
effettuare sgomberi di nuclei familiari con reddito basso senza aver prima
trovato un’adeguata soluzione abitativa.