Corrado (M5S), Il Ministero dell’Ambiente blocca il pozzo di coltivazione di idrocarburi “Pergola 1” in Basilicata Alle buone notizie che si ricevono in prossimità del Natale è difficile non attribuire un carattere quasi provvidenziale
Alle buone notizie che si ricevono in prossimità del Natale è difficile non attribuire un carattere quasi provvidenziale. È così anche per una novità che trapela, in queste ore, dal Ministero dell’Ambiente (MATTM) e avrà un forte impatto sui cittadini della Basilicata e le associazioni ambientaliste quotidianamente alle prese con le conseguenze, di ordine ambientale e sanitario, dello sfruttamento delle fonti fossili in territorio lucano. Mi permetto di darle risalto e di esprimere la mia personale soddisfazione, perché, da parlamentare residente a ridosso di un Sito di bonifica di interesse nazionale (SIN), in più di una occasione ho interrogato il Ministro Costa sui temi dell’inquinamento dell’ecosistema dovuto ad attività minerarie e industriali nel Sud Italia, cercando, insieme ai colleghi delle diverse regioni, di dare forza alla voce della comunità, troppo spesso soffocata da portatori di interessi particolari.
Com’è noto, a fine estate è diventato di pubblico dominio che la “Commissione tecnica di valutazione dell’impatto ambientale – VIA e VAS” (CTVA), dopo il parere negativo espresso a dicembre 2018 e le controdeduzioni del proponente, a maggio 2020 ha assentito all’istanza di messa in produzione del pozzo “Pergola 1”, in agro di Marsico Nuovo (PZ). Il pozzo, finora non allacciato, ricade nella concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi denominata Val d’Agri, in capo ad ENI S.p.a., ad oggi non rinnovata nonostante le pressioni del Presidente della Regione. Le associazioni COVA Contro, Mediterraneo No Triv, Medici per l’Ambiente – Basilicata, No Scorie Trisaia e Mamme libere erano subito intervenute per deplorare l’accaduto, rimarcando in un comunicato congiunto le loro istanze prioritarie: chiusura dell’attività estrattiva e bonifica dei siti inquinati dalle tonnellate di rifiuti che le trivellazioni producono quotidianamente. Tutte attività da affidare agli stessi lavoratori del petrolio, nell’ipotesi del Comitato civico, accompagnati così fino al pensionamento, e avanzate anche nell’ottica di una non più rinviabile tutela del fragile sistema delle risorse idriche della regione, abbondantissime ma fin qui messe a rischio con inescusabile leggerezza.
Si sposerebbe appieno, così facendo, anche la sensibilità del compianto senatore Franco Ortolani, che nel 2014 aveva definito “incredibile” la progettata perforazione del “Pergola 1” (peraltro a quella data già delocalizzato, rispetto alla previsione iniziale, grazie all’intervento della Organizzazione Lucana Ambientalista) dato l’impatto su ambiente e agricoltura di eventuali sversamenti di idrocarburi in superficie legati al pozzo di Marsico Nuovo, posto com’è nel bacino idrografico del fiume Sele e accreditato di un’alta capacità estrattiva.
Tornando al recente assenso della CTVA al pozzo “Pergola 1”, stanti le proteste delle citate associazioni e le sollecitazioni al Ministro Costa da parte dei tanti fautori di uno sviluppo della Lucania realmente eco-sostenibile e mai scisso dalla tutela dell’acqua, all’inizio di novembre u.s. la Divisione V della Direzione Generale del MATTM per la crescita sostenibile e la qualità dello sviluppo ha chiesto alla Commissione di riesaminare il parere del 22 maggio 2020. La nuova valutazione, avvenuta alla luce del DM n. 39 del 19/02/2019 recante “Indirizzi per uniformare la conduzione dei procedimenti di VIA e di AIA relativi alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare ed in terraferma”, ha prodotto la svolta della quale si è appena avuta notizia: l’acclarato mancato rispetto, nel parere, del suddetto DM, che inficia il parere stesso.
Non posso non cogliere un segnale di maturità della macchina amministrativa del MATTM in quanto accaduto, e compiacermene, poiché il coraggio di tornare sulle proprie valutazioni senza preconcetti e modificarle, quando si rivelino inesatte o incomplete, è una virtù non scontata nella PA e che l’indirizzo politico impresso dal Ministro in carica può contrastare o invece favorire, come in questo caso va riconosciuto a Sergio Costa, protagonista di una nuova stagione di trasparenza e difesa degli interessi collettivi nelle delicate materie di competenza del Ministero che gli è stato affidato. La ‘buona novella’ relativa al pozzo “Pergola 1” è dunque un segnale importante; dipenderà anche dalla capacità dei cittadini (lucani e non) di riconoscere come prioritario il bene comune se si rivelerà una mera eccezione o sarà in grado di imprimere una svolta.