di Bruno Morgante
Si delinea sempre più un accordo tra Salvini e Grillo per le amministrative, che, sulla base di rotture all’interno del centrodestra, di ritiro di candidati da parte dei grillini, dovrebbe portare a fare convergere i voti al secondo turno rispettivamente per Scali a Milano e per Raggi a Roma.
L’accordo vale anche per De Magistris (destinato alla lunga a convergere su Grillo) a Napoli e per le situazioni di possibile e utile convergenza nelle altre città in cui si voterà, compreso Torino, nella quale città una sconfitta di Fassino avrebbe un grande valore politico.
Una prova generale era stata fatta alle amministrative dell’anno scorso, dove il centrodestra al secondo turno vinse a sorpresa in molti comuni dove vi era una distanza molto forte al primo turno con il candidato di centro sinistra, così come i candidati pentastellati hanno vinto nei cinque centri in cui erano andati al ballottaggio dopo risultati non esaltanti al primo turno (erano arrivati al ballottaggio con il 20, 25% perchè il centro destra si era presentato diviso in tre o quattro liste).
Penso a Livorno, a Gela.
E’ un fenomeno locale, indipendente da strategie e futuri scenari nazionali?
Non penso.
C’è una convergenza di valori e di politiche tra Grillo e Salvini.
A livello nazionale questa convergenza si sostanzia nel dare voce a sentimenti di cui prima ci si vergognava da parte della gente.
Salvini gioca sulla paura, sull’egoismo, sull’individualismo portato all’eccesso.
L’orto in cui punta di raccogliere frutti è quello di Forza Italia.
Grillo ha elevato a valore morale il disimpegno.
Gioca a raccogliere l’eredità della rivoluzione giudiziaria del 93-94 con i suoi risvolti giustizialisti e moralisti e con la sua esaltazione dell’antipolitica.
Attacca i partiti ridotti nella propaganda grillina a un insieme di anime morte dal punto di vista morale, ma pieni di assetati di potere e avidi di soldi.
Ha elevato a valore il disimpegno e la lontananza dalla militanza politica, l’onestà certificata da aspetti formali, ha elevato a spirito antagonista la frustrazione di gente che spesso è aliena da relazioni sociali, per cui ritiene che il consenso politico personale è una cosa sporca da faccendieri e moralmente da rigettare.
L’apoteosi di questo modo di pensare è stata l’avere fatto diventare parlamentare una massa di sconosciuti, spesso disoccupati, dimostrando che ognuno può arrivare a qualsiasi ruolo, per cui non bisogna avere paura di mandare al macero tutti i vecchi partiti e i vecchi politici.
L’orto in cui punta di raccogliere frutti, che con abbondanza ha già raccolto nelle elezioni politiche, è il PD, sfruttandone la deriva giustizialista e moralista impressa al partito dopo la caduta del muro di Berlino, e ancor più dopo la falsa rivoluzione giudiziaria del 93-94.
A livello Europeo la convergenza è nelle politiche per difendersi dall’immigrazione, nella difesa degli interessi nazionali con alleanze nel parlamento europeo con partiti di destra e ultranazionalisti, nelle politiche contro l’euro e contro questa Europa.
Da ciò si deduce che quello delle amministrative è una prova, che verrà ripetuta al referendum confermativo per la riforma costituzionale.
Ove dovesse essere bocciata la riforma si andrebbe incontro ad una crisi di cui è difficile prevedere gli sviluppi.
Di certo ci sarà una crisi devastante per il PD, senza che si possa intravedere un’alternativa rassicurante, anche perchè le amministrative lasceranno a pezzi il centrodestra.
Il referendum accentuerà questa lacerazione in quanto durante la campagna elettorale verrà ricordato l’appoggio originario di Berlusconi alla riforma.
Salvini si imporrà quale leader del centrodestra, il che allontanerà da questa deriva illiberale molti elettori moderati e parte di ceto medio.
Quello che viene difficile da spiegare sul piano politico è l’attenzione verso il movimento di Grillo della sinistra dem fuoruscita dal PD e di tutti i nemici a sinistra di Renzi.
L’unica spiegazione è la prevalenza dell’odio politico verso Renzi , vissuto da loro come un “usurpatore” del loro partito e delle loro tradizioni, su qualsiasi altro ragionamento politico, compreso quello naturale di un aperto confronto all’interno dell’area di centrosinistra, anche a costo di essere involontari portatori d’acqua alla crescita anche in Italia di un disegno nazionalista e antieuropeo che sta squassando l’Europa e i cui sviluppi fanno paura solo ad immaginarli.