La filiera di Confapi Calabria che raggruppa i settori servizi, terziario,
commercio ed energia ha il suo presidente. Il 10 maggio scorso, infatti, a
conclusione dell’assemblea dei rappresentanti dei settori, è stato nominato
per acclamazione Pierpaolo Bilotta.
Un’assemblea, i cui lavori sono stati aperti dal Presidente di Confapi
Calabria Francesco Napoli, molto partecipata e ricca di interventi
interessanti, alcuni di denuncia delle difficoltà economiche degli
operatori del settore, ma anche propositivi, di rilancio della nostra
economia attraverso specifiche progettualità.
“Meni Canapa” è un esempio concreto di progetto che parte da un settore
tradizionale come la coltivazione (quasi un ritorno al passato con un
tentativo di ripartire dalle eccellenze dei primi del novecento) e guarda
al presente e al futuro della produzione di canapa (con un’attenzione
particolare alla qualità del prodotto che deve essere eccellente).
Promosso, con un intervento di Mimmo Bilotta, il “tavolo degli aiuti alle
imprese”: una serie di provvedimenti che potrebbero davvero aiutare la
filiera a rendersi ancora più operativa. Accesso al credito, riduzione
dell’Imu e della Tari, abolizione degli studi di settore a favore degli
Indici Sintetici di Affidabilità per la Calabria, riduzione dell’Iva al 4%
per il settore turistico (come in Spagna e Portogallo) e innalzamento delle
soglie di contabilità forfettaria per il commercio.
L’intervento di Pierpaolo Bilotta, che ha posto l’accento sui fenomeni
macroeconomici che caratterizzano questo momento storico, ha chiuso i
lavori dell’assemblea.
Per Bilotta è l’andamento demografico a destare maggiore preoccupazione, ma
anche la trasformazione del retail verso il commercio elettronico (con
moltissimi settori in sofferenza). Fattore positivo, invece, il ritorno ai
negozi di quartiere che aiutano a smuovere qualcosa nelle fasce più deboli
della popolazione (con il microcredito, i piccoli lavori di manutenzione e
di delivery). Poi gli auspici: un’associazione che svolga una funzione di
orientamento per gli operatori, affinché si compensi l’assenza da parte
delle autorità, attraverso una presenza vera sul territorio e un dialogo
con i settori di attività produttivi dei comuni di pertinenza. Infine una
gestione delle risorse umane che recepisca il divario nel potere d’acquisto
(costantemente certificato dall’Istat) tra il nord e il sud.