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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Conduttori, giornalisti, psicologi, opinionisti e criminologi…processi in TV

Conduttori, giornalisti, psicologi, opinionisti e criminologi…processi in TV

La nostra scrittrice si occupa del caso Sara Scazzi e del processo mediatico che si è sviluppato in questi mesi

di MIRELLA MARIA MICHIENZI

Conduttori, giornalisti, psicologi, opinionisti e criminologi…processi in TV

La nostra scrittrice si occupa del caso Sara Scazzi e del processo mediatico che si è sviluppato in questi mesi

 

Gentile Direttore,

avrà senz’altro notato come, da settembre 2010, tutte le trasmissioni pomeridiane siano state incentrate ogni giorno sul caso di Sara Scazzi.

E’ indubbio che nel primo mese i giornalisti e i media abbiano contribuito a portare gli inquirenti nel giusto ambito in cui era stato commesso il delitto. Contributo che ha dato notevolmente anche la stessa Sabrina Misseri, chiamando a casa propria molti giornalisti, per “mania” di protagonismo.

Però, una volta capito il contesto in cui la tragedia si era consumata, i giornalisti avrebbero dovuto fermarsi e lasciare lavorare gli inquirenti.

Invece così non è stato e tutti i giorni opinionisti, giornalisti,conduttori, psicologi e criminologi hanno passato i pomeriggi negli studi televisivi per manifestare le proprie idee. Alcuni addirittura urlando, interrompendo gli altri e non facendoli parlare se esprimevano un’opinione diversa dalla loro.

Sembra che ormai i processi debbano avvenire in TV e che il lavoro degli inquirenti con i relativi fascicoli redatti non serva a niente!

Nei giorni scorsi “zio Michele” è tornato a casa. La figlia Valentina vi ha fatto trovare giornalisti in cerca di “successo” con videocamere…; c’era anche una fune “nuova di zecca” con cui Michele ha rifatto la scena del delitto o, per meglio dire, una delle scene che da mesi ci propina. Il tutto è stato trasmesso in TV, in maniera cruenta, senza rispetto né per la famiglia di Sara e in particolar modo per la mamma, né per tutte le mamme in genere. La giovane giornalista, che è entrata in casa Misseri , è stata vista in più trasmissioni e all’apparenza sembra  ritenersi  “l’oracolo del Signore” !

Ormai nessuno conosce più cosa sia la decenza. Ci troviamo di fronte a giornalisti e conduttori che per avere un’esclusiva  perdono il senso della misura. ..e all’improvviso le vittime vengono dimenticate e i colpevoli divengono vittime.

E che dire di Valentina Misseri che ancora continua un “modus operandi” familiare? Attacca con veemenza il proprio padre e difende a spada tratta mamma e sorella. Sostiene con decisione e sicurezza che non sono stati rispettati i diritti umani della mamma…

Se anche fosse vero che Michele Misseri è l’assassino, possibile che una figlia non abbia vergogna e non abbia il pudore del silenzio. Possibile che non provi dolore se il proprio padre ha commesso il delitto? Ne parla, invece, in maniera distaccata come se non si trattasse del proprio genitore.

In questi casi bisogna chiudersi in un silenzio rispettoso della vittima, soprattutto se faceva parte della famiglia.

Ma Valentina non se ne rende conto ed urla che “la mamma è stata trattata peggio di un mafioso”.

Ancora parole che dicono tanto sulla mentalità e sui sentimenti di questa famiglia che mai è riuscita ad esprimersi umanamente verso una bambina barbaramente uccisa.  Il delitto di Sara, stando a Valentina, è un’inezia rispetto ai delitti di mafia. Valentina dimentica che la consanguineità aggrava una situazione già di per sé grave, perché perpetrata su una bambina inerme. In questi casi, lo ripeto ancora, il silenzio è la migliore forma di rispetto e anche di difesa.

Possibile che non esista un modo per  impedire questi interminabili processi mediatici  e per far capire che ognuno deve fare il proprio mestiere?

Mirella Maria Michienzi

redazione@approdonews.it