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Concluso l’accesso agli atti in tre comuni vibonesi. Valutazioni del prefetto su Ricadi, Limbadi e Joppolo

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Le commissioni incaricare di verificare eventuali infiltrazioni mafiose hanno concluso il proprio lavoro nei tre enti locali, consegnando le rispettive relazioni al prefetto. Sarà lui, ora, a valutare la necessità di chiedere lo scioglimento delle amministrazioni

Concluso l’accesso agli atti in tre comuni vibonesi. Valutazioni del prefetto su Ricadi, Limbadi e Joppolo

Le commissioni incaricare di verificare eventuali infiltrazioni mafiose hanno concluso il proprio lavoro nei tre enti locali, consegnando le rispettive relazioni al prefetto. Sarà lui, ora, a valutare la necessità di chiedere lo scioglimento delle amministrazioni

 

VIBO VALENTIA – Le commissioni d’accesso agli atti insediate nei mesi di marzo ed aprile nei Comuni di Ricadi, Limbadi e Joppolo, nel Vibonese, allo scopo di accertare eventuali infiltrazioni mafiose nella vita di tali enti locali, hanno concluso il loro lavoro consegnando tre distinte relazioni alla Prefettura di Vibo Valentia che ne aveva disposto la nomina. Toccherà ora al nuovo prefetto, Giovanni Bruno, valutare la necessità di chiedere o meno al Ministero dell’Interno lo scioglimento degli organi elettivi dei tre Comuni per eventuali ingerenze della criminalità organizzata e, nel caso di specie, del clan Mancuso.
Era stato il prefetto Michele Di Bari, che aveva preceduto nell’incarico quello attuale, a ritenere opportuno l’invio delle commissioni a seguito delle risultanze investigative dell’operazione antimafia “Black money”. Per quanto riguarda Ricadi, l’invio della commissione era stato deciso perchè, secondo quanto emerso dagli atti di “Black money”, sussisterebbero rapporti fra il clan ed amministratori comunali attuali e della precedente amministrazione. A Limbadi, sempre secondo gli inquirenti, risulterebbe documentato il sostegno alle ultime elezioni del boss Pantaleone Mancuso, 66 anni, nei confronti della lista risultata vincente. A Joppolo, infine, alle ultime elezioni sarebbero stati documentati contatti fra presunti mafiosi e candidati della lista vincente ed un’ipotizzata e presunta promessa di soldi in cambio di voti in favore della lista risultata perdente.