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Come parla la ‘ndrangheta nel nuovo libro di Gratteri e Nicaso

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In “Dire e non dire” l’universo criminale della mafia calabrese

Come parla la ‘ndrangheta nel nuovo libro di Gratteri e Nicaso

In “Dire e non dire” l’universo criminale della mafia calabrese

 

 

CATANZARO – “DIRE E NON DIRE” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso (Mondadori, pp 208, euro 17,50). Non sanno di essere intercettati e parlano a ruota libera. Di affari, di voti, di chi si è comportato “da stracristiano” e di chi invece non “ha abbassato la testa”. Parlano, gli uomini della ‘ndrangheta, ma non dicono tutto, Fanno lunghe pause, e dietro quelle frasi lasciate a meta’ si nasconde la ferocia della strategia criminale e il rispetto di un preciso codice di comportamento. E nasce così il nuovo libro dell’accoppiata Gratteri-Nicaso sulla ‘ndrangheta. Anche oggi che la vecchia ‘ndrangheta dei capibastone è diventata una multinazionale del crimine con ramificazioni in tutto il mondo, insospettabili contiguità con la politica e l’imprenditoria, un giro di affari miliardario, per gli affiliati della ‘ndrangheta e’ “la più bella cosa perché ha le più belle regole”: ha rituali, precetti, norme, principi. “Noi dobbiamo mantenerli certi valori, dobbiamo essere, come eravamo una volta, quello che ci hanno insegnato i nostri antenati” dice un boss calabrese. Anche i comandamenti restano quelli inequivocabili che si trovano nei codici di picciotteria: “non si sgarra e non si scampana”, “chi tradisce brucerà come un santino”, “la famiglia è sacra e inviolabile”. Persino la penetrazione nelle ricche regioni del Nord non ha mutato gli equilibri di un’organizzazione al tempo stesso globale e locale: i clan diversificano gli investimenti, riciclano montagne di denaro e aprono ristoranti in pieno centro a Milano, eppure, come dice un altro boss alludendo alla Calabria, “la forza è là, la mamma è là”, le radici della ‘ndrangheta sono ben salde fra i boschi e i paesi aggrappati ai dirupi dell’Aspromonte. Sulla base di una vasta mole di fonti documentarie – intercettazioni, “pizzini”, verbali di atti giudiziari, sentenze (dal 1860 a oggi) – Nicola Gratteri e Antonio Nicaso raccontano in queste pagine l’universo criminale della mafia calabrese in modo assolutamente inedito, dal suo interno, a partire dalle conversazioni, dai racconti e dalle riflessioni di chi alla ‘ndrangheta ha scelto di appartenere. Un libro fondamentale perche’ per combattere questo cancro occorre conoscerne a fondo non solo le strutture organizzative ma anche i miti e le parole che lo alimentano, smascherando una volta per tutte la falsa retorica dell’onore e la cultura omertosa che lega il silenzio all’obbedienza. Nella ‘ndrangheta infatti non ci puo’ essere alcuna giustizia, ci sono volo violenza e paura come mezzi per conquistare denaro e potere. Nicola Gratteri è uno dei magistrati più esposti nella lotta contro la ‘ndrangheta. Insieme ad Antonio Nicaso ha pubblicato, da Mondadori, ”Fratelli di sangue” (2009), “La malapianta” (2010), “La giustizia è una cosa seria” (2011), “La mafia fa schifo” (2011). Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, è uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta nel mondo. Ha scritto diversi libri, tra cui alcun bestseller internazionali.