Nei locali del Grand Hotel Lamezia, alla presenza di Riccardo Saccone della segreteria
nazionale Slc Cgil, circa 60 delegati di aziende del settore delle telecomunicazioni
della Slc calabrese si sono confrontati sulla fase del settore, sul prossimo rinnovo
del CCNL, approfondendo le tematiche delle difficili vertenze in atto nel settore.
Ad aprire i lavori dell’iniziativa la relazione del Segretario generale della Slc
Calabria Daniele Carchidi. Una relazione corposa che ha affrontato i temi complessivi
del settore, entrando nel merito delle vertenze che si stanno dimostrando storiche
e decisive per tutti i lavoratori coinvolti.
“Ci avviamo alla fase di rinnovo contrattuale in un contesto complicato e con una
frattura profonda nei rapporti unitari – ha dichiarato Carchidi – rinnovare le Rsu
in questa fase, in tutte le aziende, serve a rendere esigibile l’accordo sulla rappresentanza
e provare a rendere chiaro chi rappresenta chi e cosa rappresenta ognuno”.
“L’accordo separato sottoscritto in Telecom – ha proseguito il segretario della Slc
– sta creando forti problemi relazionali in tutto il settore, e influenzerà inevitabilmente
questa rinnovazione contrattuale”.
A far eco alle dichiarazioni di Carchidi i vari interventi dei delegati Slc dell
azienda Telecom Italia, i quali hanno mal digerito la certificazione di 3330 esuberi,
a distanza di qualche mese dalla propaganda ed inno al Jobs Act che Telecom aveva
fatto annunciando 4mila assunzioni nella rete.
La seconda parte del confronto ha visto i presenti confrontarsi sull’iter di approvazione
del DDL Appalti al cui interno è prevista la clausola sociale nei call center. Una
norma di civiltà, incentrata sulla salvaguardia occupazionale nei cambi di appalto,
sancendo il semplice, ma al contempo fondamentale, principio che i lavoratori seguono
il lavoro nei casi di cambio di appalto. Tanti i delegati Slc intervenuti ribadendo
l’importanza di una norma che potrebbe rendere realmente a tempo indeterminato il
proprio lavoro, facendoli uscire dalla precarietà perenne. Seppur contrattualmente
a tempo indeterminato, i lavoratori del settore sono condannati all’ansia da rinnovo
commessa, ogni qual volta la propria azienda perde un attività il loro posto di
lavoro è a rischio. Con l’art 7 comma bis, qualora venisse approvato, l’azienda
subentrante nell’appartamento dovrebbe rilevare i lavoratori dell’azienda che perde
l’appalto, dando così prospettive di futuro ad una intera generazione condannata
alla precarietà.
A chiudere i lavori Riccardo Saccone che dopo aver chiarito tutti i punti in campo
della vertenza Telecom e condiviso con il gruppo dirigente calabrese la difficoltà
della rinnovazione contrattuale, ha rilanciato sull’importanza delle clausole sociali
nel settore call center.
“È l’ora del coraggio – ha dichiarato Saccone – dopo i tanti tentativi, a volte
anche goffi, di far passare emendamenti “velenosi” col solo fine di svuotare le clausole
sociali forse è giunta l’ora di far prevalere la ragionevolezza”.
“Le prove muscolari – ha proseguito il rappresentante della Slc nazionale – non
servono a nessuno e forse qualcuno lo sta capendo. Meglio ancora sarebbe se riunciasse
definitivamente ad ulteriori blitz e cercasse nelle stanze delle istituzioni di trovare
il buon senso”. “Noi continueremo ad esser vigili contro le pressioni di chi a tenere
i lavoratori nella precarietà ha solo da guadagnarci – ha concluso Saccone – perché
convinti che questa norma possa salvaguardare gli 80 mila lavoratori del settore”.