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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Claretta Petacci, una delle donne più offese d’Italia Il 28 aprile del 1945, tre giorni dopo la LIberazione che tutti abbiamo festeggiato, occorre ricordare un "disonore" che una certa Sinistra perchè in fondo ha ragione Draghi, "Non tutti gli italiani furono brava gente", compresi queli che uccisero la Petacci

Claretta Petacci, una delle donne più offese d’Italia Il 28 aprile del 1945, tre giorni dopo la LIberazione che tutti abbiamo festeggiato, occorre ricordare un "disonore" che una certa Sinistra perchè in fondo ha ragione Draghi, "Non tutti gli italiani furono brava gente", compresi queli che uccisero la Petacci

“Lei no, non doveva essere uccisa”, così da capo dello Stato l’ex capo partigiano Sandro Pertini, a proposito dell’assassinio di una donna, ammise l’errore e aggiungendo che “La sua unica colpa era quella di avere amato un uomo”.
Quella donna era Claretta Petacci, l’amante del Duce, “la puttana del Duce”, “mantenuta” o “passatempo profumato”, ma semplicemente una donna che andò incontro al suo destino, morendo per un amore eterno, dando in cambio la sua vita.
A tre giorni dai festeggiamenti della Liberazione del 25 aprile 1945, 76 anni fa, in questo giorno si consumava uno dei peggiori assassini che la storia ricordi, un delitto il quale oggi viene definito “femminicidio”. E non solo, la stessa fu appesa a testa in giù insieme al suo amante, il Duce Benito Mussolini a Piazzale Loreto, Ferruccio Parri, grande antifascista, definì quella scena come una “macelleria messicana”.
Quell’omicidio resta ancora oggi una delle più macchie più terribili d’Italia nella storia antifascista perché i partigiani, fortunatamente alcuni, si sono macchiati dello stesso crimine di quella violenza che loro stavano combattendo contro il fascismo. Essi stessi si sono immedesimati in quei carnefici ed ha ragione il premier Mario Draghi quando affermò, nella ricorrenza della Liberazione che, “Non tutti gli italiani furono brava gente”, sicuramente tra questi ci furono chi uccise Claretta Petacci e la mise come trofeo da “macelleria”.
Claretta Petacci fu fucilata il 28 aprile del 1945 ed ancora oggi, la sua morte resta un grande mistero, sul perché una donna di soli 33 anni dovesse fare quella terribile fine. E non solo, appesa insieme al suo amante a testa in giù in pubblica piazza con i cadaveri messi alla gogna.
Nessuno ancora ha chiesto scusa se non Pertini il quale nonostante tutto, ha parlato di “errore”, no dei partigiani che si sono trasformati in assassini, ma della Petacci, colpevole di amare un uomo scomodo e diciamola tutta, un dittatore fascista. Ma fu lo stesso Sandro Pertini, Socialista (e non comunista, la differenza è abissale nelle idee, nella cultura e nella morale, quella rosselliana non marxista), a tuonare, che “L’insurrezione si è disonorata”.
Ma oggi, siccome in molti si indignano sulle violenze perpetrare ai danni delle donne, abbiamo voluto ricordare quello che per noi fu una macchia del disonore nella storia del partigianesimo italiano. Quel disonore che ancora in pochi comprendono e che forse presi dagli steccati da apparato di una certa sinistra, quasi sempre comunista, quelli che oltre all’apparato delle idee alla naftalina così come l’odore acre dei loro pensieri, tendono a non riconoscere che c’è stata una pagina buia della storia di quell’Italia la quale non andava scritta e che, ha riempito di “disonore” una lotta di libertà qual è stata la storia dei partigiani contro la dittatura nazi-fascista. E che infine, quella “Bella ciao” cantata con orgoglio e forza, avrebbe avuto ancora più dignità se quell’immagine di Piazzale Loreto non ci fosse mai stata.
(GiLar)