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Città metropolitana, Tripodi: “Siamo la voce fuori dal coro”

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di Giuseppe Campisi

Ha voluto spiegare le ragioni di una presenza, Michele
Tripodi, parlando della lista “Territorio e identità a sinistra”
chiamata a competere per le prossime consultazioni di secondo livello
per la formazione del consiglio della città metropolitana. Una lista
formata quasi last minute e composta da soli sette candidati, peraltro
senza capolista, di cui il sindaco di Polistena – rivendicando il suo
ventennale impegno in politica – ha difeso i tratti della coerenza
chiarendo che “il trasformismo produce un appiattimento verso interessi
personali” allontanando quindi la gente dalla buona politica. Elezioni
indigeste per Tripodi, nelle vesti di portavoce della formazione, che ha
parlato esplicitamente di una “accelerazione forzata per inibire gli
altri” riferendosi alla data delle consultazioni e che avrebbe voluto si
passasse la parola ai cittadini attraverso l’espressione del voto
popolare. Respingendo peraltro l’applicazione del c.d. voto ponderato,
“impensabile che non valga l’equivalenza una testa un voto”, ha preso il
vero primo impegno politico programmatico della lista per modificare le
future modalità di elezione del consiglio per addivenire a vere
“elezioni democratiche”. E tornando alla lista, l’ha definita
marcatamente identitaria e territoriale “siamo la voce fuori dal coro –
ha sottolineato Tripodi – perché Falcomatà e il Pd non sono forze di
sinistra” ma anche anti-Reggiocentrica che conserva l’ideale preminente
del mantenimento pubblico dei servizi essenziali al cittadino e tutta
concentrata sui problemi irrisolti del territorio quali il porto di
Gioia Tauro, le infrastrutture, la linea ferroviaria jonica e
naturalmente la sanità. Una lista il cui progetto è in sostanza quello
di tutelare il territorio di riferimento con l’ambizione di “sbilanciare
la tendenza di appropriazione delle risorse su Reggio” ma anche
scardinare “la vergogna del Patto per la città metropolitana nel quale
tantissimi comuni sono stati spogliati dei finanziamenti” ha continuato,
a tal proposito ricordando che “il 65% delle risorse è toccato a Reggio
mentre le briciole al resto del territorio e non a tutti”. Un seggio che
se conquistato dovrà essere territoriale, fuori dal raggio d’azione di
listoni ed accordi, ed anti-referenziale per rappresentare la gente ed i
suoi problemi e per controllare e vigilare sull’operato del consiglio
perché “in questo momento in politica manca il linguaggio della
chiarezza” ha proseguito Tripodi. Un progetto – anche se faticosamente
realizzato, come ammette egli stesso – per essere anticonformista ma
anche per ribaltare “la tendenza a comprimere, a ridurre la
rappresentanza”. E se parla della lapide commemorativa apposta dalla
gestione Raffa come di un “oltraggio alla democrazia, di un falso
morale” non ha dubbi invece quando si tocca il tema della sanità
comprensoriale che necessita “superare la fase del commissariamento
perché la sanità pubblica è fondamentale” così come fondamentale è, a
suo avviso, “distribuire i servizi su tutto il territorio”. Infine
l’appello: “Un voto dato a questa lista – ha concluso rivolgendosi agli
amministratori-elettori – non è un voto perso ma la garanzia di una
unica voce che vuole rappresentare gli interessi della gente”.