di Giuseppe Campisi
Cinquefrondi (RC) – Consiglio agitato quello che ha consentito alla consigliera Maria Annunziata D’Agostino di sedere alla presidenza con i soli voti ed il conseguente esclusivo appoggio della sua stessa maggioranza. Le schermaglie sulla questione non erano mancate nei consigli precedenti tanto da produrre uno stallo conseguente la nomina assessorile dell’ex presidente Giada Porretta che aveva lasciato vuoto lo scranno presidenziale. Carica a cui, il sindaco Conia, non aveva fatto mistero di voler destinare proprio la consigliera D’Agostino mentre sullo sfondo, le minoranze sponsorizzavano a gran voce il nome del capogruppo di Rinascita Fausto Cordiano.
Ieri l’epilogo, con la prova muscolare della maggioranza impuntata sul nome della D’Agostino – eletta anche grazie al voto del sindaco che, in precedenza, aveva optato per l’astensione – e la minoranza a far da contraltare con i nomi di Cordiano ed, in seconda battuta, dell’ex assessora Gabriella Valentino, bruciati entrambi. Un consiglio acceso sul punto, tanto da impegnare il lo stesso primo cittadino a difendere le scelte della maggioranza ed a bacchettare, con un appassionato intervento, l’operato delle minoranze – che intanto avevano abbandonato i lavori per protesta – specie quella neo formata di AutonomaMente, sulla quale ha adombrato il sospetto di inciucio.
E mentre la maggioranza ha ovviamente espresso soddisfazione per il risultato portato a casa, dalle minoranze sono piovute un’aspra gragnola di critiche. “Anche nel consiglio comunale di stasera, il Sindaco con le sue abituali alchimie e giochi di prestigio, accompagnato dai pochi “fans” che gli sono rimasti, ha tentato di distogliere i fatti mortificando, ancora una volta, il ruolo delle opposizioni” ha affermato in una nota la locale sezione del Partito Democratico che ha contestato al primo cittadino il voto a favore della D’Agostino (vista la ristrettezza dei numeri) ed il respingimento delle proposte di mediazione “oltraggiando lo sforzo fatto per dare al consiglio un presidente condiviso”. Sullo stesso tono i giudizi del gruppo guidato dall’ex vicesindaco Giuseppe Longo: “Questa sera siamo stati costretti ad abbandonare il consiglio comunale.
In merito alla elezione del presidente del consiglio abbiamo provato da mesi a proporre un nome che potesse rappresentare la sintesi dei vari gruppi consiliari e quindi anche di Rinascita” ma – è stato il ragionamento del capogruppo – “di fronte a questa nostra nuova apertura politica che avrebbe certamente aiutato un clima maggiormente distensivo, ci saremmo aspettati un segnale diverso e non di totale chiusura e quindi di arroccamento politico.Avere invece forzato le regole per garantire solo ed esclusivamente i precari equilibri interni a Rinascita dimostra ancora una volta che nulla può essere rimproverato al nostro gruppo consiliare”. Se possibile, ancora più tranchant è stato Marco Cascarano di Uniti Per il Popolo: “Questa sera in consiglio comunale, per colpa del Sindaco e della maggioranza, è stata uccisa la politica, ferita la democrazia e umiliato il popolo sovrano. Vergogna!”.