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Ciclo rifiuti, la Regione tira dritto sugli Ambiti Provinciali Doccia fredda per i comuni "ribelli". Il Dipartimento Regionale Ambiente e Territorio invia una diffida a procedere al comune capofila di Reggio Calabria che provoca l'alzata di scudi della lega dei 32 "autonomisti"

Ciclo rifiuti, la Regione tira dritto sugli Ambiti Provinciali Doccia fredda per i comuni "ribelli". Il Dipartimento Regionale Ambiente e Territorio invia una diffida a procedere al comune capofila di Reggio Calabria che provoca l'alzata di scudi della lega dei 32 "autonomisti"
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di Giuseppe Campisi

Polistena – Niet. E’ questa la risposta che la regione, per mezzo del dirigente del Dipartimento Regionale Ambiente e Territorio, ha recapitato ai 32 comuni della provincia sul totale di 96 che si erano “ribellati” al dettato della legge regionale n. 14/2014 in merito alla gestione del ciclo dei rifiuti che prevede appunto che le funzioni di organizzazione del servizio rifiuti attribuite ai singoli comuni siano svolte in forma obbligatoriamente associata nel contesto delle Comunità d’Ambito che riuniscono i sindaci dei comuni di ciascun ATO ad operare attraverso un ufficio comune. Non è bastato quindi storcere il naso ed offrire una controproposta maturata a seguito di un incontro a Catanzaro con l’assessore Rizzo proponendo l’aggiunta di un articolo 6 bis, con una sorta di deroga ai comuni virtuosi, per proseguire sulla strada dell’autonomia gestionale in materia. “Da allora in avanti – fa sapere il battagliero Michele Tripodi, sindaco di Polistena con un comunicato – i Sindaci della Provincia di Reggio Calabria come concordato nell’incontro citato, hanno lavorato ad una proposta di modifica della legge regionale n. 14/2014, al fine di consentire a quei comuni che gestiscono la raccolta differenziata con risultati importanti, di poter proseguire le proprie positive esperienze. Tale proposta redatta per iscritto, ancor ché trasmessa agli uffici ed alla Giunta Regionale, non ha ricevuto alcuna risposta”. Una chiusura netta, dunque, seguita dalla diffida a procedere nell’iter della legge suggellata dalla convocazione del comune capofila (Reggio Calabria) ad istruire l’Ambito Provinciale a cui è corrisposta la levata di scudi della lega dei 32 (Agnana Calabra, Anoia, Ardore, Bivongi, Bova, Campo Calabro, Candidoni, Casignana, Cinquefrondi, Cittanova, Condofuri, Gerace, Giffone, Laganadi, Laureana di Borrello, Mammola, Maropati, Melicucco, Montebello Jonico, Oppido Mamertina, Palmi. Polistena, Roccella Jonica, Sant’Agata del Bianco, San Giorgio Morgeto, San Pietro di Caridà, San Roberto, Seminara, Stignano, Taurianova, Terranova Sappo Minulio e Villa San Giovanni) che compattandosi hanno già preannunziato “di non sottoscrivere alcun documento predisposto in tal senso” riservandosi “ulteriori iniziative di mobilitazione coinvolgendo i comuni delle altre province fin tanto che la Giunta Regionale non sospenda le procedure in itinere”.