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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Cialtroni sotto mentite spoglie Emanuele Pecheux interviene in merito alla strage compiuta nella redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo

Cialtroni sotto mentite spoglie Emanuele Pecheux interviene in merito alla strage compiuta nella redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo
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satira trinitè

Dio che si fa sodomizzare da Gesù a sua volta sodomizzato dallo Spirito Santo è satira o è un’offesa gratuita alla religione?

Forse, al netto della ovvia condanna di tutti i fanatismi religiosi, in particolare dopo la mattanza parigina, è il caso di spendere laicamente qualche parola che si discosti dal coro un po’ stonato e ridondante di queste ore, intonato dagli aedi, più o meno credibili, della libertà di stampa e di satira.

Il tema è delicato e scivoloso e va trattato con tutte le cautele possibili pari ad una doverosa chiarezza ma non tanto per il timore di incorrere nella facile accusa di essere politically  scorrect con cui vengono bollati anche in queste ore coloro che si discostano dalle geremiadi biascicate dai soliti opinion makers, quanto dalla oggettiva difficoltà di definire la satira come genere.

Muovendo dall’assunto che la satira per sua stessa natura è un espressione radicale del moralismo e che le “vittime” designate sono i potenti, l’obiettivo degli autori, da Aristofane in giù, è sempre stato quello di metterli alla berlina provocando nel ricettore del corrosivo messaggio satirico un mix tra l’indignazione, il sorriso o la crassa risata.

Se una simile definizione, anche se un po’ empirica o schematica regge e se osserviamo, con il necessario distacco, la vignetta in questione, la domanda è: corrisponde o no ai canoni enunciati?  No: almeno a due di questi no. Perché non fa sorridere e meno che mai ridere.

E’ una provocazione molto forte che si prefigge e può ottenere l’effetto di provocare l’ indignazione, probabilmente molta, di chi nella Trinità ci crede e la professa. Di più: disturba (o dovrebbe) e molto anche chi professa la (non) religione della laicità, alla stregua di un’ingiuria urlata gratuitamente a piena voce che sottende un sovrano disprezzo (se non odio) verso chi professa una fede religiosa che taluni seguitano a considerare alla stregua di un credo politico (anche se così non dovrebbe essere).

E’ codesto il compito primario di chi si cimenta con la satira? O non è diventato l’unico, in omaggio alla neo religione della sistematica dissacrazione di tutto ciò che appare nelle sembianze di un ordine costituito?

Una società senza buffoni e giullari sarebbe insopportabilmente triste e alienante e soprattutto meno libera ma, di converso, una società che in omaggio ad un conformismo becero e stupido è incapace di affermare che anche i buffoni e i giullari talora “steccano” perché non sono depositari di verità rivelate né i paladini della libertà la cui difesa e affermazione affidata unicamente a loro, rischia di diventare arbitrio, offre un’autostrada ai fondamentalisti di ogni sorta che, c’è da starne certi, la percorreranno a qualunque costo e con qualunque mezzo atto ad offendere.

Come nel caso della strage di Charlie Hebdo.

Dunque, la risposta alla domanda iniziale è scontata: non è satira ma offesa.

Pur tuttavia ha ragione il Premio Pulitzer Carl Bernstein: bisogna pubblicare sempre tutto.

Anche le offese.

Con una nota a margine: sottolineando che, vivo o morto che sia, l’autore della vignetta sulla Trinità, risalente al 2012, è (o era) un cialtrone sotto le mentite spoglie di disegnatore.

Emanuele Pecheux