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Domiciliari per Antonio Costantino, l’avvocato chiede aiuto alla Cancellieri per il detenuto malato

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Palmi, l’uomo che è padre di quattro bimbi in tenera età è stato condannato insieme alla moglie nel contesto del processo “Cosa Mia” e versa in condizioni di grave deperimento organico

Domiciliari per Antonio Costantino, l’avvocato chiede aiuto alla Cancellieri per il detenuto malato

Palmi, l’uomo che è padre di quattro bimbi in tenera età è stato condannato insieme alla moglie nel contesto del processo “Cosa Mia” e versa in condizioni di grave deperimento organico

 

 

Con una lettera indirizzata al Guardasigilli, On Anna Maria Cancellieri, l’Avv. Giuseppe Maria Alessio, uno dei difensori di Antonio Costantino, 44 anni, di Barritteri, la popolosa frazione di Seminara, a ridosso degli imponenti cantieri dell’ampliamento autostradale del ben noto quinto macrolotto ha sollecitato un intervento umanitario sul detenuto ormai da tempo, a seguito di una grave forma di deperimento organico, costretto sulla sedia a rotelle . L’uomo condannato in primo grado a 13 e mezzo di reclusione per associazione mafiosa nel contesto del processo “Cosa Mia” da qualche tempo è ospite di una struttura sanitaria non carceraria specializzata in riabilitazione psicomotoria. La sua situazione è aggravata dal fatto che la moglie Mariangela Gaglioti è a sua volta detenuta essendo stata – essa pure condannata nel contesto dello stesso processo che ha aperto uno squarcio sugli interessi delle ‘ndrine intorno ai cantieri del V° macrolotto dell’ampliamento dell’Autosteada A3 nel suo tratto finale e più ardito costituito da una sequela di viadotti e gallerie. Sui lavori autostradali si era concentrato da subito l’interesse delle cosche di ndrangheta attratte dai lucrosi introiti derivanti dal pizzo e da altre forme di taglieggiamento alle imprese impegnate nell’esecuzione dei lavori e vessate al punto che in molti casi si è resa necessaria la vigilanza H 24 dei militari dell’esercito dopo che con ripetuti atti intimidatori erano stati effettuati danneggiamenti ai mezzi e alle macchine. Costantino che è padre di quattro figli minorenni è stato ritenuto colpevole dalla Corte d’Assise di Palmi (Pres. Capone, a latere Spedale ) in quanto ritenuto solidale alla cosca dei Bruzzise con ruoli attivi per la riscossione delle tangenti da dopo l’uccisione del suocero Domenico Gaglioti alias “Micu i l’orbu” nel dicembre del 2006. Nel febbraio del 2007 fu tratto in arresto per detenzione abusiva di una pistola per la ricettazione della stessa. In qualità di difensore di fiducia – l’Avv. Alessio evidenzia ” che Il prevenuto a seguito delle rigorosissime condizioni detentive e di una sempre evidenziata estraneità alle accuse, ha subito un calo ponderale gravissimo arrivando a pesare poco meno di 40 Kg , con gravissime ripercussioni sulla sfera neurovegetativa e riduzione della autonomia funzionale al punto che oggi deambula in carrozzina essendo gravemente impedito nei movimenti”. “Il nucleo familiare composto dai genitori e quattro figli minorenni, per le ragioni sopra espresse, – evidenzia il legale – è stato , di fatto, sgretolato e le condizioni di salute del Sig. COSTANTINO non consentono di prevedere che egli possa sopportare a lungo – restando in vita – un regime che ha provocato sul suo fisico in un tempo relativamente breve, conseguenze di gravità assoluta che sono l’espressione di una attuale non compatibilità con l’ambiente carcerario.” Egli , – evidenzia il difensore ” per potersi riprendere, ha la necessità di poter vivere accanto ai figli e di godere della loro presenza e del loro affetto che, anche in un contesto di detenzione domiciliare , renderebbero meno afflittiva e più sopportabile l’espiazione di una condanna che non viene accettata dal COSTANTINO che ha sempre gridato a squarciagola l’ innocenza propria e quella della moglie, coinvolti – come ormai sempre più spesso accade – in un sodalizio criminoso espressione di una dilatazione a macchia d’olio di ritenuti vincoli associativi anche solo sulla scorta di valutazioni su parentele prossime o remote, o su giudizi espressi da altri soggetti attenzionati e intercettati- ma che al più avrebbero potuto rappresentare un elemento di apprezzamento soggettivo e giammai la conferma di una militanza attiva in un sodalizio criminale.”
Pertanto , in attesa del giudizio di appello il legale chiede al Ministro Cancellieri che , forte della propria autorità Voglia intercedere affinchè il Sig. COSTANTINO Antonio, possa essere sottoposto ad un regime detentivo domiciliare che consenta il suo recupero psicofisico e soprattutto consenta ai figli di poter tornare ad avere vicino – ancorchè detenuto domiciliarmente – uno dei propri genitori.

Allegato: testo della lettera inviata all’On Cancellieri

STUDIO LEGALE ” ALESSIO “
Giuseppe Maria ALESSIO Abogados
C/so V. Veneto 10 – Molochio (RC)
Tel & Fax 0966 – 624010; Cell. 347 – 4076380
P.e.c.: giuseppemaria.alessio@coapalmi.legalmail.it

On Sig. Ministro per la Giustizia
S. Ecc. Anna Maria CANCELLIERI
Via Arenula n 70
00186 ROMA

Oggetto: richiesta di intervento umanitario in favore di detenuto gravemente ammalato e di quattro figli minorenni

In qualità di difensore di fiducia del Sig. COSTANTINO Antonio, nato a Seminara (RC) il 27/11/1970, in atto detenuto presso il Centro Clinico di riabilitazione NOVA SALUS a Cannitello di Villa San Giovanni (RC), luogo di cura dove è stato trasferito dallo stabilimento penitenziario ove era detenuto in espiazione di condanna ad anni 13 e mesi 6 di reclusione in quanto ritenuto partecipe a sodalizio di tipo mafioso, espongo:
Il prevenuto a seguito delle rigorosissime condizioni detentive e di una sempre evidenziata estraneità alle accuse, ha subito un calo ponderale gravissimo arrivando a pesare poco meno di 40 Kg , con gravissime ripercussioni sulla sfera neurovegetativa e riduzione della autonomia funzionale al punto che oggi deambula in carrozzina essendo gravemente impedito nei movimenti.
Il prevenuto è padre di quattro figli ancora minorenni: adolescenti e in tenera età
La moglie del prevenuto è anch’essa detenuta per le medesime ragioni con condanna definitiva a anni 12 di reclusione.
Avverso le due sentenze di condanna – le cui motivazioni non sono state ancora depositate – verrà interposto appello.
Nelle more, la circostanza che un nucleo familiare composto dai genitori e quattro figli minorenni, per le ragioni sopra espresse, sia stato , di fatto, sgretolato e che uno dei due detenuti versi in condizioni di assoluta incompatibilità con la detenzione carceraria appare di violenza inaudita anche perché le condizioni di salute del Sig. COSTANTINO non consentono di prevedere che egli possa sopportare a lungo – restando in vita – un regime che ha provocato sul suo fisico in un tempo relativamente breve, conseguenze di gravità assoluta che sono l’espressione di una attuale non compatibilità con l’ambiente carcerario.
Egli , per potersi riprendere, ha la necessità di poter vivere accanto ai figli e di godere della loro presenza e del loro affetto che, anche in un contesto di detenzione domiciliare , renderebbero meno afflittiva e più sopportabile l’espiazione di una condanna che non viene accettata dal

COSTANTINO che ha sempre gridato a squarciagola la propria innocenza e quella della moglie, coinvolti – come ormai sempre più spesso accade – in un sodalizio criminoso espressione di una dilatazione a macchia d’olio di ritenuti vincoli associativi anche solo sulla scorta di valutazioni su parentele prossime o remote, o su giudizi espressi da altri soggetti attenzionati e intercettati- ma che al più avrebbero potuto rappresentare un elemento di apprezzamento soggettivo e giammai la conferma di un militanza attiva in un sodalizio criminale.
In attesa di un giudizio di appello che , si ritiene, porrà rimedio ad un sentenza non condivisibile si chiede, che , forte della propria autorità , Voglia intercedere affinchè il Sig. COSTANTINO Antonio, possa essere sottoposto ad un regime detentivo domiciliare che consenta il suo recupero psicofisico e soprattutto consenta ai figli di poter tornare ad avere – ancorchè – detenuto domiciliarmente – vicino uno dei propri genitori.
Per completezza espositiva si evidenzia che anche le condizioni di salute della moglie non risultano buone e che – pare – debba essere a breve sottoposta a delicato intervento chirurgico .
La circostanza che quattro ragazzi minorenni ( 15 – 13- 8 e 7 anni ) siano stati lasciati soli – affidati al buon cuore di parenti e amici – è cosa inaudita che cozza con le più elementari regole di civiltà che se da un lato vedono la pena come elemento di punizione dall’altro evidenziano che la pena stessa debba essere finalizzata all’emenda e alla rieducazione.
In questo caso la condizioni appaiono essere quella della damnatio e della perdizione non solo dei due genitori prevenuti e detenuti ma anche di quattro incolpevoli ragazzi.
Confidando sulla Sua sensibile attenzione che – già in passato – ha dato vita ad interventi umanitari in casi di conclamata incompatibilità fra detenzione e condizioni soggettive del detenuto, confido nel Suo autorevole intervento e porgo
Deferenti Saluti
Avv. Giuseppe M. Alessio