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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 01 SETTEMBRE 2024

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“Chi non ricorda Ammazzateci tutti non vuole liberare la Calabria dalla ‘ndrangheta” Queste le parole di Rosanna Scopelliti (Ncd) ricordando il politico Fortugno

“Chi non ricorda Ammazzateci tutti non vuole liberare la Calabria dalla ‘ndrangheta” Queste le parole di Rosanna Scopelliti (Ncd) ricordando il politico Fortugno
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“Sono trascorsi nove anni da quel 16 ottobre 2005,
il giorno tragico in cui veniva assassinato in un seggio delle Primarie
dell’Unione a Locri l’on. Franco Fortugno, all’epoca vice presidente del
Consiglio Regionale della Calabria. Un giorno che molti considerano uno
spartiacque nella storia della nostra regione, e non solo perché la
‘ndrangheta ha assassinato un esponente di primo piano del mondo politico
calabrese, dando quindi un segnale di contiguità con la ferocia della mafia
siciliana di Totò Riina, ma anche perché quel giorno nacque in Calabria il
primo movimento antimafia con giovani calabresi che ci mettevano finalmente
e coraggiosamente la faccia, il movimento ‘Ammazzateci tutti’ con in testa
Aldo Pecora e tantissimi ragazzi che tre giorni dopo, al funerale di Franco
Fortugno, non esitarono ed esporre uno striscione di sfida nonviolenta agli
uomini della ‘ndrangheta, uno striscione dove con sole quattro
efficacissime parole si sanciva la fine dell’epoca della paura e
dell’omertà in Calabria: E ADESSO AMMAZZATECI TUTTI”.
Con queste parole l’On. Rosanna Scopelliti, parlamentare del NCD e
componente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha iniziato a
ricordare il nono anniversario della tragica scomparsa dell’on. Fortugno a
Locri.
“Franco Fortugno – ha continuato la giovane parlamentare antimafia
calabrese – è stato ucciso perché era un galantuomo, un politico onesto, un
sognatore, un medico prestato alla politica che in essa aveva intravisto
uno strumento di liberazione per la sua terra dai problemi atavici che
l’avevano tenuta sempre in ginocchio di fronte alla storia. Chi l’ha ucciso
ha intravisto in lui un ostacolo insormontabile all’ingresso della
malapolitica in Regione Calabria, e per questo non ha esitato ad
eliminarlo”.
“Ma il sangue di Franco Fortugno – continua la deputata – come spesso
avviene con il sangue dei martiri, ha fecondato la terra su cui è stato
sparso, ed invece di generare il terrore e la rassegnazione come era nelle
intenzioni dei mandanti e degli esecutori, ha generato un’ondata
incredibile di emozione e di indignazione che ha percorso la Calabria
onesta, un sentimento interpretato mirabilmente da quei giovanissimi
ragazzi di Polistena che hanno scritto quelle quattro parole su uno
striscione che poi è diventato un movimento antimafia che tramite internet
si è ramificato in tutta Italia. Io stessa, che dopo l’omicidio di mio
padre non avevo più voluto tornare in Calabria, ho capito in quel momento
che i calabresi, quei giovani calabresi, erano la mia gente, ed ho deciso
di impegnarmi affinché la Calabria trovasse insieme a loro la sua
liberazione dalle mafie”
“Oggi – ha concluso l’On. Scopelliti – ho letto diverse commemorazioni di
quel tragico giorno, e vedo con indignazione, ma non con stupore, che
alcuni hanno parlato di quei tragici momenti senza far alcun accenno ai
ragazzi che si ribellarono con coraggio alle mafie. E se la morte di Franco
Fortugno rappresenta forse il momento più oscuro della storia calabrese
contemporanea, la realtà di ribellione e sfida alle mafie nata dopo la sua
morte con ‘Ammazzateci tutti’ rappresenta una delle pagine più belle della
stessa storia.
Il negazionismo è più che omertà: è il marchio della ‘ndrangheta su queste
commemorazioni. Chi racconta a ragazzi che nel 2005 erano nell’innocenza
dell’infanzia la storia dell’omicidio Fortugno senza raccontare la nascita
di ‘Ammazzateci tutti’ dimostra di temere quell’evento di liberazione. I
meriti o i demeriti di quei meravigliosi ragazzi sarà la storia a
raccontarli, un giorno: ma non inserirli in quel contesto commemorativo,
dopo che persino l’Enciclopedia Treccani li ha ritenuti degni di entrare
nelle sue pagine, appare come voler fermare il vento con le mani.
O fare un bell’inchino alla ‘ndrangheta ed ai poteri occulti che ci stanno
dietro, specialmente nella Calabria della malapolitica, del malaffare e
della malainformazione”.