I sindacati sulla chiusura della strada “Jonio-Tirreno”, “una chiusura così lunga potrebbe causare non solo disagi ma anche una insofferenza sociale”
Lug 24, 2023 - redazione
La nostra attenzione sulla Strada di grande Comunicazione Tirreno Ionio, oltre alle tante ripercussioni sul lavoro, sulla sua durata e sicurezza, sulla sua qualità, è dovuta anche alla nostra storia. Fu il sindacato a spingere negli anni Sessanta e Settanta per un’arteria che non costringesse i cittadini della provincia di Reggio e della Calabria a “circumnavigare” la punta dello stivale ma che tagliasse quel tratto di montagna tra l’Aspromonte e le Serre per aprire una via diretta e più moderna per la mobilità dell’intera area.
E, infatti, il sindacato confederale calabrese, dopo una serie di manifestazioni, il 6 ottobre 1977 tenne un incontro con la Comunità Montana che aveva il compito di occuparsi dei progetti della strada. I lavori finirono però solo dopo 13 anni con delle opere come i guard rail già allora, appena dopo l’inaugurazione, fuori norma. Da allora fino ad oggi tanti interventi tampone per una strada, comunque, tanto utile quanto pericolosa che ha provocato tantissime morti e che va radicalmente manutenuta soprattutto nelle gallerie della Limina e del Torbido.
L’utilità della Bovalino-Bagnara oggi si dimostra in tutta la sua necessità. Pensare, però, di interrompere completamente la circolazione per circa due anni è senza dubbio sbagliato perché contrasta con gli interessi di intere popolazioni che quotidianamente la percorrono per lavoro. Sarebbe per altro un colpo durissimo all’economia già pesantemente colpita, aggiungendo un altro macigno alle condizioni di insufficiente ammodernamento di un’area che ha bisogno come il pane, invece, di essere raccordata al resto della Calabria.
Solo per fare un esempio, un cittadino di Vibo Valentia che deve raggiungere Marina di Gioiosa Ionica oggi ci impiega solo 59 minuti, con la chiusura della Jonio Tirreno 3 ore. Riteniamo inimmaginabile una ipotesi di questo tipo. Pensiamo, invece, che tecnicamente ci siano tutte le condizioni per prevedere cantieri mobili, a senso alternato, notturni, garantendo sicurezza e diritti dei lavoratori, ma in grado cioè di garantire durante le fasi più complicate dell’appalto un grado minimo e sufficiente di circolazione.
Per questo sosteniamo i comitati di cittadini che stanno sorgendo. Riteniamo, inoltre, che un Ente come la Città Metropolitana di Reggio Calabria debba reagire prontamente alla chiusura della Jonio-Tirreno proponendo un tavolo tecnico autorevole e serio presso il ministero dei Trasporti, coordinato dal Ministero dell’Interno, perché una chiusura così lunga potrebbe causare non solo disagi ma anche una insofferenza sociale a cui va data immediata risposta.
E’ impensabile ritenere che l’intera area ritorni agli anni ’80, è improponibile che una generazione di studenti non possa spostarsi per continuare gli studi, è inaccettabile che chi lavora sia costretto ad orari lunghi e intollerabili. E’ medievale credere che non si possa trovare una soluzione alternativa per avviare i lavori di ammodernamento senza la chiusura totale.
Chiusura Galleria Limina nel Reggino: per la CISL sicurezza prioritaria, ma necessario ridurre disagi per cittadini e completare interventi in tempi brevi
«Nell’ultimo incontro con il Presidente della Regione Calabria Occhiuto – scrivono in una nota congiunta il Segretario Generale della CIL regionale, Tonino Russo, e il Segretario Generale dell’UST CISL di Reggio Calabria, Romolo Piscioneri – abbiamo sollevato la problematica relativa all’annuncio della chiusura della Galleria Limina per circa due anni, al fine di consentire le attività di manutenzione e di messa in sicurezza.
Come CISL riteniamo che la sicurezza di un’arteria stradale sia una priorità, ma che per raggiungere tale obiettivo non si possano privare due aree, il Tirreno e lo Ionio del Reggino, dell’unica strada di collegamento veloce.
Per la realizzazione dell’opera vanno, dunque, individuate tutte le soluzioni tecniche che possano consentire di ridurre i disagi e completare gli interventi nei tempi più brevi, con turni h24, con l’impiego di mezzi e maestranze straordinari, sull’esempio di quanto avvenuto a Genova per la realizzazione del nuovo Ponte Morandi dopo il crollo della precedente struttura.
Oltre alla velocizzazione dei tempi di realizzazione e rifacimento dell’opera, occorre con una certa urgenza rivedere la viabilità e organizzare possibili lavori di messa in sicurezza sulla vecchia via di collegamento Mammola-Limina, ex strada statale 281, oggi provinciale 5, utile a non isolare le comunità sia della Locride sia della Tirrenica e mantenere per quanto possibile una certa vivacità economica e sociale delle comunità interessate.
Inoltre, c’è l’esigenza di rafforzare i collegamenti con i treni sulla tratta ferroviaria Catanzaro/Reggio Calabria.
Nello stesso tempo – concludono Russo e Piscioneri –, riteniamo urgente un incontro sul tema con il Governatore Occhiuto, al fine di trovare soluzioni che riducano i disagi per i cittadini e che non facciano tornare indietro, a 30 anni fa, le lancette dell’orologio per la mobilità di quel territorio».