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Centro dialisi di Taurianova, siamo alle solite!

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Prefazione “Le due più grandi sventure nella vita sono una cattiva salute e una cattiva coscienza”

Quando un problema si trasforma in una condizione ciclica, la questione non è solo seria, ma anche drammatica. E ciò riguarda quell’annosa questione del Centro dialisi di Taurianova che puntualmente da diversi anni a questa parte, si ripresenta come un fardello irrisolto senza comprenderne i motivi, e soprattutto ogni qualvolta che viene trattato, si elogia la funzionalità e l’eccellenza, ma permane una condizione gattopardesca. Tutto rimane così com’è con le ataviche problematiche mai risolte!
Questa rubrica si è occupata due volte del Centro dialisi nel 2017, prima il 2 marzo e poi il 21 luglio, e in entrambe le occasioni, sempre per la questione sulla carenza di personale. Lo ha fatto in maniera dura e provocatoriamente accusatoria per i tanti silenzi che c’erano, mentre quel “fiore all’occhiello” appassiva “fracido” di tante promesse (mai mantenute). Quel “fiore nel fango della sanità calabrese”, come lo definì in una sua inchiesta del Corsera Gian Antonio Stella, appassisce sempre di più, e finché tale condizione non diventi irreversibile, occorre cercare di rianimare la questione senza passerelle ma con incisiva decisionalità nelle sedi opportune, per renderlo rigoglioso come merita.
Come lo feci l’altra volta, lo ripeterò anche in quest’occasione che mi auguro sia l’ultima perché da domani, tutto rientri nella normalità e i pazienti che come ho avuto modo di dirlo allora, lo ripeto adesso, sono uomini e non numeri o “merce” da asporto. Chi va in quella struttura è continuamente in perenne rischio di vita e non va per divertirsi. E poi ho deciso di scriverlo dopo aver letto un commento social del direttore della struttura Vincenzo Bruzzese che scriveva le seguenti parole, “Io continuerò a lottare sul campo perché non succeda, ma non ne sono più tanto sicuro…. Finche’ è stato possibile opporre la fattiva operosità del Centro Dialisi abbiamo disarmato chiunque…. Oggi, per la mancanza di personale, il rischio di STOP si ripropone…. anche se in maniera diversa…. Io voglio fortemente che il “mio”, il “nostro”, Centro Dialisi vada prosperosamente avanti…!! Lo spero vivamente !! Ma spesso mi sento solo…. e, a volte, anche incompreso da Chi indugia a fare “dietrologia”, “futurologia”, “esternologia”, “fatuologia generica”, ecc…, quando e’ tempo di concretezze immediate ….!”, chiedo scusa fin d’ora al dott. Bruzzese per averle “rubate”.
Questa vergogna dura da circa da oltre otto anni, e ogni volta tra passarelle, elisir di parvenza, prêt-à-porter istituzionali, comunicati stampa copiati e scopiazzati di questo o quel personaggio, alla fine è come una sorta di gioco dell’oca, o peggio, come il labirinto di Cnosso, ma mancando Arianna e il suo filo, non c’è via d’uscita, sperando che le promesse di potenziamento vengono mantenute.
Non sarò tra quelli che si vanterò di aver sollecitato il problema non lo sono stato allora, non lo sarò adesso. Non sarà nemmeno tra quelli che utilizzerà come un grimaldello per attaccare chiunque per meri scopi politici in quanto è roba che poco importa ai fini della sopravvivenza del Centro dialisi. Pur facendo parte del “pueblo”, però che legge, e che vuole pure le strade aggiustate, perché la cultura comprende anche le strade aggiustate così come la pulizia dei luoghi, dei capelli lunghi e il rispetto delle regole e soprattutto del “pueblo” che in un contesto democratico costituzionale, è sovrano. E un popolo, i cittadini hanno il sacrosanto diritto a essere curati specie se c’è un luogo come il Centro dialisi, definito da più parti d’eccellenza o meglio, “fiore nel fango”.
Ricordo con piacere nella mia seconda uscita, nel luglio del 2017, quando ricevetti la risposta al pezzo della Lanterna del direttore del Centro, il dott. Bruzzese che concluse con delle parole confortanti, era il 22 luglio, «il Centro Dialisi di Taurianova, anche vivendo le criticità attuali, continua ad essere un “fiore all’occhiello”! Nonostante tutto e nonostante e nonostante Tutti. È sempre vivo, fresco e profumato. Magari sarà “strappato”, ma non appassisce». Oggi, a distanza di quasi due anni, ci risiamo sempre con quel “fiore all’occhiello” in fase di “appassimento”, e non credo sia così normale come condizione perché se ciò ancora è allo stato gestazionale del problema, c’è qualche voce che manca o che non conta per nulla. E le voci, se alzate insieme ai pugni da battere con vigore nei tavoli di competenza, forse, dico forse, qualcosa in più si otterrebbe. E mi auguro che il sindaco Fabio Scionti come primo cittadino di questa comunità, si prodighi affinché si possa vedere la sua faccia ovvero, il muso duro per rivendicare e soprattutto “annaffiare” già da domani, quel fiore che pian piano sta morendo, nell’incuria di chi tra faldoni burocratici ed enigmi di competenze, gioca a “palla avvelenata”.