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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 MARZO 2024

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Cento anni fa moriva l’autore di Guerra e pace

Cento anni fa moriva l’autore di Guerra e pace

Tolstoj fu un prolifico e infaticabile narratore

Cento anni fa moriva l’autore di Guerra e pace

 

Tolstoj fu un prolifico e infaticabile narratore

 

(ANSA) ROMA – Anche negli anni in cui si dichiarava di aver perso la fede, la ricerca ultima di Lev Nikolaevic Tolstoj, morto giusto cento anni fa, il 7 novembre 1910 a Astrapovo, fu guidata da una vena di forte impronta morale nell’indagare il significato della vita, cosi’ che la sua crisi spirituale e religiosa dopo i 50 anni e aver scritto i grandi capolavori, ”Guerra e pace” e ”Anna Karenina”, appare uno sbocco naturale, esistenziale e artistico, che attraverso le sue opere successive e un’elaborazione ideologica e di vita sull’uomo e il suo stare nel mondo, ebbero un grandissimo influsso sulla letteratura e la cultura europea di fine Ottocento e inizio Novecento. A formarlo anche un lungo viaggio in Francia, Germania, Svizzera e Inghilterra, dove incontra personaggi come Proudhon e Herzren, al ritorno del quale decide di ritirarsi nella sua tenuta di Jasnaja Poljana. Tolstoj, nato proprio nella tenuta di famiglia nel 1828, e’ poco piu’ che trentenne, laureato in giurisprudenza e ha partecipato alla guerra nel Caucaso e, infine, come ufficiale di artiglieria, a quella in Crimea, a Sebastopoli nel 1853, che gli lascia un’impressione profonda, quella che ritroviamo nelle opere nate da quell’esperienza, in cui difende la truppa e critica gli ufficiali, prendendo di mira la violenza della guerra, con oggettivita’ e persino sarcasmo, che annullano ogni idea patriottica, suscitando impressione e reazioni della censura. Nel 1862 si sposa con Sofja Bers, da cui avra’ 13 figli. E’ un periodo fecondo, in cui, oltre a dedicarsi all’istruzione dei figli dei suoi contadini, convinto della ”Importanza dell’istruzione popolare”, come si intitola un suo saggio di allora, scrive in sette anni il monumentale affresco di ”Guerra e pace”, che, attraverso la storia di due famiglie aristocratiche, i Rostov e i Bolkonskj, contrapposti alla disonestà dei Kuragin, parte dalla prima campagna di Russia di Napoleone e la guerra patriottica del popolo russo in difesa del proprio paese, per dimostrare come la storia sia fatta dall’iniziativa e le convinzioni delle masse, piu’ che dai grandi personaggi. Segue ”Anna Karenina”, storia di un adulterio, o, meglio, di una donna condannata e spinta a togliersi la vita da una societa’ ipocrita, che respinge chi non sta alle sue regole formali. Compare in queste pagine anche il personaggio emblematico di Levin, possidente alla ricerca di un senso morale per la propria vita che, come il Pierre Bezuchov di ”Guerra e pace”, trova nella saggezza di un suo vecchio contadino che lo spingera’ a condividere vita e dolori del popolo. Tolstoj volle guardare al mondo in maniera personalissima, come per provocarne una riscoperta, riportandolo a una verginita’ primordiale, attraverso un viaggio interiore suo personale e dei personaggi piu’ importanti dei suoi libri. Punta a smontare le sovrastrutture sociali e psicologiche, partendo dall’uomo, dal riconoscimento del prossimo e dalla forza della propria coscienza come vera guida esistenziale. Le sue opere sono tantissime. Fu prolifico e infaticabile narratore, ma anche saggista, poeta e drammaturgo, dagli scritti autobiografici d’esordio sino al saggio ”Che cosa e’ l’arte” e i racconti su scottanti problemi morali e d’attualita’ degli ultimi anni, passando l’intensita’ e perfezione espressiva di capolavori come ”La morte di Ivan Ilich”, ”La sonata a Kreutzer”, oltre che il romanzo ”Resurrezione”, arrivato qualche anno dopo il dramma ”La potenza delle tenebre”. Quest’ultimo costo’ allo scrittore la scomunica dalla Chiesa Ortodossa, per il carattere personale e rivoluzionario dell’elaborazione dei propri tormenti interiori, uniti al rifiuto di ogni forma di violenza, anche quella per autodifesa, idea che influenzo’ molto il giovane Gandhi. Per le sue idee e per il suo agire, tra l’altro rinunciando ai diritti d’ autore in favore dei propri contadini, affinche’ potessero ricattare le terre che lavoravano e rendersi indipendenti, Tolstoj venne venerato quasi come un santo e Jasnaja Poljana fu meta negli ultimi anni di un vero e proprio pellegrinaggio di intellettuali e personalita’ non solo russe. Chi invece non lo segui’ nelle sue scelte, fu la moglie Sofja, con cui i contrasti crebbero tanto che, a fine ottobre 1910, Tolstoj abbandono’ ammalato la propria casa, finendo per morire pochi giorni dopo, solo, nella stazione di Astrapovo. Una fuga che ha sempre affascinato biografi e scrittori, tanto che sono nati almeno tre romanzi per raccontarla, ”Le avventure di Sipov” di Bulat Okuzdava, ”L’ultima stazione” di Jay Parini (Ed, Bompiani – da cui l’omonimo film di Michal Hoffman) e ”Tolstoj e’ morto” di Vladimir Pozner, appena edito in italiano da Adelphi.

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