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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Catanzaro, una targa in ricordo dei marinai Alfondo Merolla e Giuseppe Artese

I due giovani catanzaresi perirono tragicamente il 29 luglio del 1943 a bordo del sommergibile “Pietro Micca” affondato dal sommergibile inglese “Trooper”

Catanzaro, una targa in ricordo dei marinai Alfondo Merolla e Giuseppe Artese

I due giovani catanzaresi perirono tragicamente il 29 luglio del 1943 a bordo del sommergibile “Pietro Micca” affondato dal sommergibile inglese “Trooper”

 

 

Sarà inaugurata domani, alle ore 19,30 presso il monumento “AI CADUTI DEL
MARE” (sul lungomare di Catanzaro), la targa che ricorderà il sacrificio dei
marinai catanzaresi Alfondo Merolla e Giuseppe Artese, periti tragicamente il 29
luglio del 1943 a bordo del sommergibile “Pietro Micca” affondato dal sommergibile
inglese “Trooper”.

L’iniziativa, fortemente voluta dai consiglieri comunali Eugenio Riccio e Carlo Nisticò,
che hanno recepito i suggerimenti delle AssociazioniCulturali “Catanzaro in Movimento”,
“Trivonà” ed “Amare Marina”, è stata immediatamente sposata sia dall’Assessore
al turismo Rita Cavallaro, che ne ha curato l’iter in commissione toponomastica conclusosi
con una delibera di giunta; sia dal Comitato Festa Madonna Porto Salvo che l’ha
voluta inserire nella programmazione dei festeggiamenti per la Madonna.

La posa della targa, sul monumento “AI CADUTI DEL MARE”, è il risultato di un
percorso già avviato da questa Amministrazione – in
sinergia con le varie associazioni presenti sul territorio – di valorizzazione dell’identità
storico – culturale della Città e, nel caso specifico, del suo quartiere marinaro.

La targa, infatti, vuole commemorare l’affondamento del sommergibile “Pietro Micca”
durante la seconda guerra mondiale e come ricorda lo storico catanzarese Angelo Di
Lieto …… “Artese Giuseppe, classe 1923, nato a Catanzaro Marina, entusiasta
della vita e felicissimo di servire la Patria, allo scoppio della 2ª Guerra Mondiale,
venne imbarcato come motorista navale sul
sommergibile “Pietro Micca”. Il giovane Merolla Alfonso, anch’egli di Catanzaro
Marina, nonché compagno di scuola del marinaio Artese, venne destinato su di un
altro sommergibile. Durante il corso, entrambi si accordarono e riuscirono a farsi
assegnare sullo stesso sommergibile, il “Pietro Micca”.In un’operazione nel
Mediterraneo, a causa di una avaria, il sommergibile subì serindanni, per cui, prima
si diresse per le opportune riparazioni verso lo Stretto di Messina, ma poi dato
che in quel sito imperversavano
continuamente pesanti bombardamenti, il Comando Navale diede l’ordine
di rientrare direttamente alla base di Taranto. Il “Pietro Micca”, per i danni
ricevuti, non poteva immergersi, per cui, il 29
luglio del 1943, al promontorio di S. Maria di Leuca fu facilmente silurato da un
siluro inglese nemico lanciato dal sommergibile “Trooper”, il cui comandante
era un certo Clarabutt. Il sommergibile colpito, affondò repentinamente e si adagiò
su un fondale di 72 metri, a quasi tre miglia dalla costa, dove per due giorni
i componenti dell’equipaggio riuscirono con gli strumenti dibordo, a farsi sentire
con l’esterno nella speranza di poter ricevere qualche intervento straordinario
per la salvezza di tutti. A
72 metri di profondità lentamente morirono 54 giovani, ad eccezione, del Comandante,
del vicecomandante e di 16 marinai, complessivamente 18, probabilmente perché all’atto
del siluramento si trovavano sulla torretta in osservazione o in prossimità di essa.
Nulla si potè fare per salvare i 54 marinai rimasti intrappolati, nonostante
si sentissero rumori che documentavano all’esterno la loro esistenza in vita; qualche
testimone sostenne pure che al terzo giorno dall’affondamento erano stati sentiti
venire dallo scafo dei colpi d’arma da fuoco. Molto probabilmente qualcuno, piuttosto
che soffrire per la mancanza d’aria una lunga agonia o perché ferito, pienamente
consapevole dell’impossibilità di essere salvato, preferì togliersi la vita.
E così i due amici Artese Giuseppe ed Alfonso Merolla, felici di vivere insieme
quelle entusiasmanti avventure di guerra, a vent’anni, lasciarono la loro esuberanza
giovanile ed i loro ricordi in fondo al mare, innanzi al promontorio di S. Maria
di Leuca, sopportando eroicamente sino all’ultimo minuto questa terribile fatale
esperienza. Altro particolare drammatico fu che il padre Artese ebbe la notizia
della morte del figlio la sera del 12 Agosto 1943, notizia che tenne segretamente per sé per qualche
giorno, perché il dì successivo aveva una
figlia che, felicemente ed ignara, a Catanzaro Marina contraeva matrimonio. Il sommergibile
“Pietro Micca” con tutti i suoi
eroici caduti, ad appena 72 metri di profondità, è ancora là,senza che nessuno,
nell’età moderna abbia mai pensato di recuperarlo o di raccogliere qualche resto
umano, unitamente a particolari oggetti, muti testimoni, per essere più degnamente
custoditi con i simboli di Libertà, di Patria e di sacrificio.

Presenti il Sindaco, nonché Autorità Civili e Militari ed Associazioni D’Armi.