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Catanzaro, dipendenti della Fondazione Campanella in agitazione. Domina il caos

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La mobilitazione all’indomani della decisione di bloccare i ricoveri, avviare le procedure di licenziamento e disporre il trasferimento dei pazienti

Catanzaro, dipendenti della Fondazione Campanella in agitazione. Domina il caos

La mobilitazione all’indomani della decisione di bloccare i ricoveri, avviare le procedure di licenziamento e disporre il trasferimento dei pazienti

 

 

CATANZARO – Caos e confusione. All’indomani della decisione di bloccare i ricoveri, avviare le procedure di licenziamento e disporre il trasferimento dei pazienti, presa dal presidente della Fondazione Campanella Paolo Falzea, è questa la situazione che si vive negli ambienti e tra i dipendenti del Polo oncologico di Catanzaro. Nella struttura sanitaria da oggi, sulla carta, sono bloccate le prenotazioni per quanto riguarda gli ambulatori e i ricoveri anche se il direttore sanitario Ubaldo Prati, ha scritto una lettera al management della struttura, dopo la comunicazione di ieri del presidente, per manifestare le difficoltà e l’impossibilità di dare seguito alle disposizioni soprattutto per quanto attiene al trasferimento dei pazienti in altre strutture. In molti casi, infatti – fanno notare i medici – si tratta di pazienti che seguono protocolli sperimentali, hanno bisogno di cure cadenzate nel tempo e che potrebbero essere per questo esposti a gravi rischi. Si teme anche per ripercussioni che si potrebbero avere sull’ordine pubblico. I dipendenti che non ricevono lo stipendio da mesi ormai ed hanno a che fare anche con la penuria di materiali, da stamani, sono in stato di agitazione e stanno manifestando davanti all’ingresso del rettorato per chiede un incontro ad uno dei soci della Fondazione. L’altro è la Regione Calabria. ”I reparti sono pieni – spiegano – si continua a lavorare ma domina la massima incertezza sulle prospettive future. Da una parte viene comunicato il blocco delle attività, dall’altra c’è la necessità di dare risposte alle esigenze dei malati dovendo combattere anche con la mancanza dei materiali necessari. In mezzo c’è la latitanza di chi dovrebbe dare delle risposte”.