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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Caso “Da Vinci” Reggio, l’affondo di Auddino (M5S) Le parole del senatore "pentastellato": "Scorretto utilizzare la scuola come vetrina politica"

Caso “Da Vinci” Reggio, l’affondo di Auddino (M5S) Le parole del senatore "pentastellato": "Scorretto utilizzare la scuola come vetrina politica"
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di Giuseppe Campisi

Levata di scudi contro la notizia della presentazione delle nuove divise scolastiche al Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria guidato dalla preside Giuseppina Princi e avvenuta qualche giorno fa, alla presenza del presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e di una nutrita schiera di parlamentari forzisti composta dal deputato Francesco Cannizzaro, la coordinatrice regionale Jole Santelli, il senatore Marco Siclari e la vicepresidente della Camera Mara Carfagna. Una scelta che ha scatenato una serie di prese di posizioni tra cui, non ultima, quella del senatore pentastellato Giuseppe Auddino.

«La notizia di quanto accaduto al Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria, dove sono state presentate nuove divise degli studenti al cospetto di esponenti politici e parlamentari del centro destra in prossimità delle elezioni amministrative cittadine, mi indigna innanzitutto come docente e poi, come parlamentare» ha affermato senza mezzi termini il senatore reggino parlando nella duplice veste di parlamentare ed insegnante liceale di matematica e fisica. Una operazione che ha avuto grande risonanza mediatica ma che ha di fatto acuito le tensioni politiche tra le forze di maggioranza ed opposizione al governo innescando una incontrollata reazione a catena di interventi. E se, da una parte, il consiglio d’istituto del Da Vinci ha cercato di smorzare le polemiche andando in soccorso della dirigente, parlando di attacco strumentale e di iniziativa realizzata per la crescita degli studenti, l’onorevole Dieni, reggina doc, ha, dal canto suo, preannunciato una interrogazione parlamentare sul caso così come la collega di partito Bianca Granato che ha anticipato di voler informare dell’accaduto persino il ministro Bussetti.

«La scuola che corrisponde a quella Costituzione democratica che ci siamo voluti dare, come affermato da Calamandrei, trova nel compimento dell’istruzione e nell’avviamento alla formazione dei ragazzi la sua ragione di essere e merita il rispetto di tutti» ha incalzato Auddino secondo cui «la scuola deve essere neutrale, libera ed indipendente: affronta la questione politica senza invitare dei politici di una forza politica! È giusto che la scuola insegni l’educazione civica, si impegni a far maturare negli studenti la capacità di sviluppare idee personali, anche di carattere politico; ma – ha concluso – è assolutamente scorretto utilizzare gli istituti scolastici in qualità di vetrine politiche».