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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Caro Sprizzi….concludo!

Caro Sprizzi….concludo!

Querelle Argiroffi, continua il botta e risposta tra Giuseppe Larosa e Antonino Sprizzi

 

 

# La lanterna di Diogene

# Antonino Sprizzi sulla figura del senatore Emilio Argiroffi 

# La lanterna di Diogene 

# Argiroffi, Antonino Sprizzi replica a Giuseppe Larosa

Caro Sprizzi….concludo!

Querelle Argiroffi, continua il botta e risposta tra Giuseppe Larosa e Antonino Sprizzi

 

 

Ho letto attentamente quanto scrive ancora il sig. Sprizzi, e confesso che non
volevo rispondere, ma lasciare il tutto lì dove è nato. Anche perché, sono del
parere che chi scrive come è giusto che sia, dovrebbe prendersi le conseguenze
e le responsabilità. Ma soprattutto, chi legge, dovrebbe altrettanto farlo con
responsabilità ed aggiungo, giudizio e comprensione di quanto sia stato
scritto, prima di rispondere.
Ma vengo al punto. Arrivando quasi alla fine della sua garbata risposta, leggo
un passaggio che mi offende, ed offende non solo il mio pensiero ma la mia
condizione di essere sempre stato contro qualsiasi tipo di pensiero e di
condizione culturale mafiosa. Leggo: “Esprimere un rimpianto nostalgico per i
passati fasti di potere che si erano storicamente determinati a Taurianova, mi
pare che La porti paradossalmente a commettere lo stesso errore di quei
meridionali (siciliani o calabresi) che in qualche occasione abbiamo visto
manifestare ed esporre cartelli a favore della mafia o della ‘ndrangheta,
perché, a loro detta, danno lavoro”.
Partendo dalla mia prefazione ed arrivando ai giorni nostri, io non so e mi
chiedo, anzi le chiedo, dove io ho manifestato “rimpianti per i passati fasti
del potere”? Quando io stesso ho scritto di “ambizioni di potere”, poca
trasparenza”, etc. ? E qual è il mio paradosso se paradosso non c’è? Il
paradosso lo commette lei e lo fa gratuitamente, perché se lei poco poco, ha
avuto modo di seguire la mia rubrica ho sempre criticato aspramente i “cartelli
mafiosi” e questo mondo che Peppino Impastato definiva, “una montagna di
merda”, e che mi ha sempre trovato drammaticamente in sintonia su questa
“montagna”. E così come ho criticato la mafia, molte volte ho criticato l’
antimafia, quella delle partite Ive, piazzaiola, quell’antimafia che razzola
per raccogliere il proprio quarto d’ora di popolarità.
Ritornando ad Argiroffi non credevo di sollevare un polverone così indignato,
specie da chi (e non mi riferisco a lei), fino a pochi minuti fa, l’aveva
persino dimenticato. Anzi, lo aveva già dimenticato subito dopo la sua triste
scomparsa. Sono contento altresì di aver unito una parte, cosiddetta di
Sinistra, per un pezzo che tutto diceva tranne che porre in dubbio la figura di
Emilio Argiroffi, e lei di questo ha serie colpe. Perché ha impiantato una
polemica che non aveva niente a che vedere con il senso del mio pezzo sulla
“Lanterna”. Travisare la verità è pericoloso, così come portarla fuori binario.
Per essere più chiari, io ho posto in essere l’ingratitudine di non donare i
cimeli di Argiroffi alla città che gli ha dato tutto, ripeto, tutto quello che
Argiroffi ha avuto ed è stato. Ho detto un’eresia? Ho criticato la sua
incapacità di gestire amministrativamente una città, reduce dalle macerie della
barbarie mafiosa. Ho detto un’altra eresia? Lo chieda alla memoria dei
cittadini taurianovesi, interroga loro e vedrà che troverà risposte conformi
alle mie tesi. Ho detto che era malconcio, povero di salute, sì. Lo sapevano
tutti, in effetti è morto l’anno dopo la scadenza del suo mandato da sindaco.
È anche questa un’eresia che insieme alle altre, dovrebbe portarmi alla gogna o
alla lapidazione in pubblica piazza?
Non ho mai, e dico mai, posto critiche e offeso la figura culturale,
letteraria e personale di Emilio Argiroffi, anzi le dirò di più, e questa è
storia scritta, sono stato se non il primo, ma uno dei primi che aveva all’
epoca sollecitato un ricordo nella città per Emilio Argiroffi, perché tutti lo
avevano dimenticato. Alla fine qualche manifestazione si è fatta grazie ad un’
amministrazione pochi anni fa. Il resto è oblio allo stato puro. Questa è
storia, questa è memoria reale e fattiva.
Sì è vero, sono “molto giovane” rispetto a lei, e su questo le vorrei
ricordare quello che un grande uomo di retorica come Isocrate, oltre ad essere
un grande educatore delle future classi dirigenti e che sicuramente Argiroffi
conosceva bene, «Non temere di percorrere una lunga strada, se sei diretto
verso coloro che hanno qualcosa da insegnarti». Caro Sprizzi, io non ho avuto
paura di affrontare un tema così delicato, ma ahimé, poco ho imparato. Ed
infine, lei che magari non è di Taurianova, lo sa che in città non ho visto
nessun manifesto mortuario, se non uno solitario del comune di Palmi, sotto l’
incessante pioggia, che ricordasse la dipartita della sorella di Argiroffi,
Maria? Nessuno. Nemmeno uno, di quei partiti eredi di quel PCI cui militò
Emilio Argiroffi e che oggi si sono, per magia, tutti risvegliati e gridato
allo scandalo.
Con la stessa stima con cui lei mi ha saluto, la saluto anche io…..Fine.
Giuseppe Larosa