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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Camusso a Marchionne: ogni giorno solo insulti

Camusso a Marchionne: ogni giorno solo insulti

Governo tifoso e promotore di riduzione diritti Fiom e Cgil devono stare dentro le fabbriche

Camusso a Marchionne: ogni giorno solo insulti

Governo tifoso e promotore di riduzione diritti Fiom e Cgil devono stare dentro le fabbriche

 

 

CHIANCIANO TERME (SIENA)  – L’ad del Lingotto, Sergio Marchionne, “insulta ogni giorno il Paese”: lo afferma il leader della Cgil, Susanna Camusso, nella relazione introduttiva all’assemblea nazionale delle Camere del lavoro, accusando la Fiat di non rendere noti i dettagli del piano ‘Fabbrica Italia’. “Se Fiat può tenere nascosto il piano – ha aggiunto – è anche perché c’é un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti”.”La Fiat sbaglia tempo e sbaglia risposte e riduce i diritti dei lavoratori e la loro fiducia sulle prospettive”, aggiunge Camusso, sottolineando “la debolezza industriale dell’azienda” ed “il mistero che continua a circondare il piano Fabbrica Italia”. “Se Fiat può tenere nascosto il piano è anche perché c’é un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti. E’ così tifoso – prosegue – che non ha il coraggio di vedere che quando l’amministratore delegato insulta ogni giorno il Paese non offende solo i cittadini e il Paese ma in realtà dice della qualità di governare e delle risposte che vengono date”, risposte “sbagliate”.La Fiom e la Cgil devono “stare dentro le fabbriche per costruire tutele, prospettive e posizioni”, altrimenti “diventiamo dipendenti non aiutati da altri, dipendenti dai tempi dei magistrati” e così “si definisce un vuoto”. Afferma Susanna Camusso sulla esclusione del sindacato dopo l’accordo di Mirafiori ed in caso di vittoria dei sì al referendum del 13 e 14 gennaio. “Su questo dobbiamo continuare a riflettere; la domanda che poniamo alla Fiom è se questa è l’unica conclusione possibile. Noi pensiamo – aggiunge Camusso – che il tema su cui ci vogliamo interrogare è come il giorno dopo” l’esito della consultazione “vediamo ed evitiamo le conseguenze di quell’accordo”. “Per me il cuore della contraddizione sta nei processi produttivi e se non si riparte da lì si resta fuori, non si ricostruiscono le condizioni per ripartire e costruire un’altra storia e altre condizioni di lavoro”.”VOTARE NO, SE VINCE SI’DOBBIAMO STARE IN AZIENDA” – La Cgil invita a votare no al referendum sullo stabilimento Fiat di Mirafiori ma se vincerà il sì va rispettato quel voto e trovato il modo di continuare a difendere i lavoratori dentro le fabbriche Fiat. Lo afferma Susanna Camusso, in una lettera sull’Unità di risposta ai delegati Fiom della Fiat. “Che la Cgil sia con voi e i lavoratori di Mirafiori e Pomigliano per tenere aperta la prospettiva di un cambiamento e che sia con voi nel dire no all’accordo voluto da Fiat e sottoscritto da altri – scrive – non vi è alcun dubbio. E non é certo solidarietà, ma la profonda convinzione che il modello Marchionne propone condizioni di lavoro che non vanno bene, sottrae diritti, mette in discussione la libertà dei lavoratori di essere rappresentati. No a quegli accordi è senza alcun dubbio il sentire di tutta la Cgil. Per questo, per rispettare ed essere a fianco dei lavoratori abbiamo detto di no, ci sembrava insufficiente criticare e giudicare l’uso del referendum, tema tutto vero, che viene, se mi permettete, un momento dopo lo stare insieme ai lavoratori. Un minuto dopo il provare ad aiutarli a dire no. Con grande rispetto per il travaglio che i lavoratori di Mirafiori avranno, proponendogli il no, e rispettando chi sceglierà il si. Perché la funzione di un sindacato è organizzare, tutelare i lavoratori, proporgli le vie del cambiamento, del miglioramento delle loro condizioni”. “Se dovesse prevalere il sì – sottolinea – se venisse sconfitta la nostra idea di votare no, ma comunque anche se si ritenesse valido il referendum, si applicherà quell’accordo; come ottempereremo allora alla nostra funzione di rappresentanza dei lavoratori, come ricostruiremo le condizioni del cambiamento? Questa la domanda che dobbiamo proporci proprio perché siamo insieme e vicini. Insieme oggi nel giudicare, ma pronti ad interrogarci per traguardare un futuro dentro le aziende Fiat. Sicuramente possiamo, vogliamo, dobbiamo incontrarci per fare insieme le riflessioni che la vertenza propone a tutti noi”.FIAT SALE A 25% DI CHRYSLER. “ALTERNATIVE A MIRAFIORI”dell’inviata Amalia AngottiIl referendum che decidera’ il destino di Mirafiori e’ imminente. E dal Salone dell’Auto di Detroit, Sergio Marchionne parla con chiarezza: se non ci sara’ il 51% di si’ la Fiat investira’ altrove, le alternative sono molte, ovunque, Canada o Michigan per esempio. E poi aggiunge alludendo agli apprezzamenti ottenuti in Usa : ”se vinceranno i no, torneremo qui a Detroit a festeggiare”. ”Abbiamo fiducia che prevalga il buon senso”, afferma il presidente del Lingotto, John Elkann. La Fiom, pero’, resta sulle barricate e ribatte: ”possiamo vincere la partita”. Incassa la solidarieta’ della Cgil, ma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, le chiede di rispettare l’esito del referendum. Il Salone di Detroit e’ il luogo giusto per annunciare l’aumento al 25% della quota in Chrysler e ribadire che ”ci sono le condizioni per portarla al 51% gia’ entro quest’anno perche’ le risorse ci sono”, ma anche il probabile ritorno dell’Alfa Romeo in Usa nel 2012. Dalla cittadina americana, che tanto ama il manager del Lingotto per la rinascita della sua casa automobilistica, pero’ i vertici Fiat lanciano un altro messaggio: nessuna intenzione di vendere a pezzi le societa’ del gruppo. ”Ci teniamo stretto tutto”, chiarisce il presidente John Elkann. Anzi, ”siamo noi interessati a comprare le attivita’ di camion della Volkswagen”. E Marchionne, che restera’ oltre il 2011 alla guida sia della Fiat sia della Chrysler, precisa: ”il discorso e’ chiuso per Ferrari, per Iveco e Alfa Romeo”, quest’ultima sempre corteggiata dalla casa tedesca. Il manager italo-canadese pensa soprattutto a Mirafiori. ‘La Fiat – osserva – si sta sostenendo da sola e si sta assumendo rischi enormi, ha portato un altro costruttore in Italia. Essere trattati cosi’ e’ veramente osceno”. E poi torna a sottolineare le differenze con l’America che apprezza la sua opera. ”Venerdi’ scorso – spiega – ero in Canada a Brampton per lanciare il charger della Chrysler. Ci hanno invitato a investire e aumentare la capacita’ produttiva. C’e’ un grande senso di riconoscimento per gli investimenti che abbiamo fatto la’. Stanno aspettando di mettere il terzo turno, trovo geniale che la gente voglia lavorare, fare anche il terzo turno. Lavorare sei giorni alla settimana e’ una disponibilita’ incredibile, in Europa questo e’ un problema, Brampton e’ una possibilita’, ma ce ne sono moltissime altre dappertutto come Sterling Heights”. A Torino, dove rientrano in fabbrica i lavoratori, continua a salire la tensione. Dopo le scritte di domenica, con la stella a cinque punte non cerchiata, ne sono apparse altre contro Marchionne sui muri della citta’. L’amministratore delegato della Fiat le definisce ”un segno di incivilta”’ e torna a ripetere il suo invito a lasciare l’ideologia e la politica fuori dalla fabbrica. Conferma piena condivisione con l’operato di Marchionne la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, mentre per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, con la vittoria dei no, ”Mirafiori sarebbe la seconda vittima designata dopo Termini Imerese”