Secondo il direttore generale di Confindustria “l’area di Gioia Tauro potrebbe davvero diventare uno degli hub portuali del Mediterraneo”
Calabria on web intervista Marcella Panucci
Secondo il direttore generale di Confindustria “l’area di Gioia Tauro potrebbe davvero diventare uno degli hub portuali del Mediterraneo”
“L’area di Gioia Tauro potrebbe davvero diventare uno degli hub portuali del Mediterraneo e ci sono tutte le potenzialità perché questo accada, con importanti relative ricadute positive per tutto il territorio”. Lo afferma Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria, intervistata da “Calabria on web”, il magazine del Consiglio regionale della Calabria (www.calabriaonweb.it). Aggiunge la prima donna direttore generale di Confindustria, calabrese (è nata a Vibo Valentia) ma soprattutto profonda conoscitrice dei punti di contatto tra economia e diritto: “E’ sconcertante pensare che al Sud più di un giovane su due è senza lavoro. La Calabria e tutto il Mezzogiorno hanno pagato un prezzo molto alto in termini di posti di lavoro persi”. Nel corso di un colloquio con la giornalista Daniela Gangemi, Marcella Panucci si sofferma sulla crisi in atto: “Servono riforme ed investimenti per rilanciare la crescita del Paese”. Sull’Europa: “Il quadro comunitario è ormai un ineludibile punto di riferimento per ogni Paese dell’Unione europea. L’Italia è in ritardo e deve affrontare un percorso serrato di riforme – a partire da quella del lavoro – per superare i numerosi ostacoli che hanno bloccato la crescita. Le riforme in Europa potranno sicuramente fornire una cornice stabile in cui, però, ogni Stato membro dovrà fare la sua parte. La fiducia dei mercati sarà conseguente alla capacità dei singoli stati e di tutta l’Unione di dotarsi di un insieme di regole certe e di facile applicazione. Il rigore imposto dall’Europa aveva lo scopo di indurre i paesi con gravi squilibri di finanza pubblica a rimettere ordine nei conti. Quindi, l’impostazione del Patto di Stabilità era ed è tuttora condivisibile. Credo però, che in tutti questi anni l’attenzione sia stata troppo sbilanciata sul rispetto dei parametri del patto, piuttosto che sulla crescita, sulla quale invece bisogna oggi concentrare le politiche economiche dell’Ue”. Circa le riforme in cantiere del Governo, la direttrice di Confindustria spiega: “Le premesse sono buone. Il nostro Paese è fermo da troppo tempo e deve realizzare quelle riforme che sono state rinviate per anni. Dalle parole, però, bisogna passare ai fatti e solo su quelli potremo poi giudicare l’azione del Governo. Per archiviare questa fase, serve un’ azione urgente a doppio binario: da una parte le riforme, dall’altra, invece, c’è bisogno di interventi mirati al rilancio degli investimenti ed alla semplificazione del contesto in cui operano le imprese”. Tornando sul Mezzogiorno: “La crisi in questi territori ha aggravato e acuito situazioni già pesantemente compromesse. La vecchia ricetta del ricorso alla spesa pubblica ha dimostrato di non funzionare e, comunque, non potremmo più permettercela. La crescita dunque può ripartire solo grazie alle imprese e alla ripresa degli investimenti. La ricetta è la stessa sia per la Calabria che per l’intero Paese: occorre fare, in fretta, le riforme che l’economia italiana aspetta da troppo tempo, dal lavoro al fisco, dalla semplificazione all’efficienza della pubblica amministrazione. È necessario rendere competitivo il contesto imprenditoriale, migliorando le infrastrutture, valorizzando le eccellenze offerte dai territori, sostenendo il riposizionamento produttivo delle imprese. Per vincere queste sfide, i fondi strutturali possono svolgere un ruolo fondamentale”. E sulla riforma del lavoro: “E’ cruciale e costituisce la vera base per la ripartenza. Non a caso c’è una grande attenzione sul tema da parte dell’Europa, della BCE, del Fondo Monetario e dell’Ocse. C’è da affrontare il vero dramma della crisi, che è rappresentato da un tasso di disoccupazione a due cifre – soprattutto tra i giovani – non più sostenibile”