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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 07 NOVEMBRE 2024

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Calabrese parla a Romano Prodi nel giorno di Fortugno L'intervento del sindaco di Locri durante la manifestazione in memoria dell'ex Vicepresidente del Consiglio Regionale Franco Fortugno

Calabrese parla a Romano Prodi nel giorno di Fortugno L'intervento del sindaco di Locri durante la manifestazione in memoria dell'ex Vicepresidente del Consiglio Regionale Franco Fortugno
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Onorevole Presidente,
dieci anni fa veniva assassinato, nell’androne di Palazzo Nieddu del Rio, il Vicepresidente del Consiglio Regionale, On. Franco Fortugno.
L’On. Fortugno, che tutti ricordano come una persona perbene, era in quel momento impegnato al seggio elettorale per le elezioni primarie del centro sinistra, per la determinazione del candidato per le successive elezioni politiche del 2006. Elezioni che La videro poi essere nominato Presidente del Consiglio dei Ministri.
Un momento di alta democrazia, cosa inconsueta per la politica italiana, funestato dal delirio della mano assassina.
Sono trascorsi dieci lunghi anni ed oggi siamo qui nel ricordo di un anniversario, nel ricordo di una tragedia che ha tristemente segnato la Città di Locri, nel ricordo, soprattutto, di Franco Fortugno, vittima innocente dell’ignoranza e della ferocia umana.
Gli esecutori materiali ed i mandanti dell’efferato crimine sono stati assicurati alla giustizia e sono stati sanzionati con pesanti ed esemplari pene definitive.
Ciò malgrado, tanti dubbi esistono ancora. Si continua a parlare di area grigia, di un livello superiore, di un interesse politico che però continua a non emergere, a non trovare riscontro investigativo.
Di quel drammatico omicidio oggi però nulla è rimasto, se non il ricordo ed il dolore dei familiari, della moglie Maria Grazia e dei figli Anna e Giuseppe.
Nei mesi successivi al sacrificio di Franco Fortugno vennero accesi i riflettori su Locri e la Locride.
Venne inviato in Calabria un Prefetto con poteri straordinari, il dott. Luigi De Sena, persona stimata e che proprio qualche giorno addietro ha lasciato la vita terrena dopo breve malattia e che oggi ricordiamo con affetto per l’impegno profuso in quei due anni di permanenza in Calabria.
In quel tempo, grande disponibilità, soprattutto politica, ad affrontare le ataviche problematiche del nostro difficile territorio. Grande disponibilità a sostenere la ripresa del territorio.
Trasporti, sanità, occupazione furono inseriti tra le priorità dell’agenda politica nazionale e regionale.
Di tutto ciò, ovviamente, assolutamente nulla, il vuoto più totale.
Solo il Governo regionale, guidato dall’On. Agazio Loiero, stanziò importanti risorse che sono state spese solamente in parte a causa di impedimenti normativi che non hanno consentito al Comune di poterli utilizzare ed alla Provincia di Reggio Calabria di avviare appalti che si sono bloccati nei meandri della burocrazia italiana.
Ma sulle criticità principali, ripeto sanità, occupazione, trasporti, nessuna proposta, nessuna soluzione, nessun atto concreto.
All’epoca avevamo due Ospedali con autonomia amministrativa, oggi abbiamo uno solo, un ospedale morente, senza autonomia e senza guida, che tra qualche mese rischia di essere chiuso nel disinteresse politico nazionale, regionale, commissariale che continuano ad ignorare le tante battaglie che si stanno portando avanti e la preoccupazione di tutto il popolo della Locride.
Le vie di collegamento sono sempre più ridotte, i treni non passano più e le condizioni della nostra arteria principale, la strada statale 106, sono sempre più critiche con uno spropositato numero di vittime della strada.
L’occupazione, il futuro dei nostri giovani, la loro legittima aspirazione.
Nessuna idea di sviluppo, nessun programma di rilancio del territorio, nessuna “zona franca urbana”, nessuna “zona economicamente svantaggiata”, per attrarre investitori privati, nessun progetto comunitario in grado di regalare un sorriso ai tanti giovani disoccupati che vorrebbero realizzare il sogno di vivere ed affermarsi dove sono nati. Niente di tutto ciò, niente è stato fatto per la Locride.
Ai nostri giovani, quelli conosciuti come i ragazzi di Locri, non è consentito neanche sognare.
Lei, oggi, Signor Presidente, ci parlerà di Europa. Terrà una disserterà su “Europa e Mediterraneo nella confusione totale”.
Noi, la Locride, Signor Presidente, in Europa non siamo mai entrati. Qui si vive in eterna confusione totale, soprattutto, si nasce, si vive e si muore in disperazione. La politica si ricorda di questo territorio solo al momento del voto.
Signor Presidente, da Sindaco di questa città, La ringrazio per la Sua presenza oggi a Locri e La invito a raccogliere il nostro rinnovato e disperato grido d’allarme e di dolore.
Lei, anche non ricoprendo oggi incarichi politici, può con la Sua esperienza e competenza darci una mano, può contribuire a scrivere con noi un progetto di risorgimento di questo territorio.
Mi appello alla sua sensibilità e nobiltà. Signor Presidente, ci aiuti!!!
Ci aiuti anche Lei ad uscire dalle sabbie mobili. Lo faccia per noi, per questo territorio, per i tanti giovani senza speranza, lo faccia affinché non rimanga invano il sacrificio di Franco Fortugno e di tante meno note vittime della mafia che hanno pagato con la propria vita per l’essersi opposti all’arroganza del potere mafioso e criminale.

GIOVANNI CALABRESE