Bruna Inzillo (IdM): “Il nostro territorio merita ed esige un’attenzione maggiore” E la risoluzione immediata della questione e di tutto ciò che gli impedisce di "decollare"
Italia del Meridione sempre attenta alle tematiche dei territori e vicina ai cittadini, stanchi delle solite promesse di miglioramento del nostro territorio, perché da anni la politica crotonese non fa altro che parlare senza mettere in campo azioni concrete, prende una netta posizione a favore dell’aeroporto di Crotone.
Un piccolo excursus: L’aeroporto “Pitagora” di Crotone-Sant’Anna, ha una sua storia che nasce agli inizi degli anni ’40, realizzato per fini bellici, ma grazie a Itavia, nel 1963 subisce slancio commerciale, con collegamenti con Bergamo, Roma, Napoli e Corfù. L’aeroporto di Lamezia Terme a quei tempi ancora non esisteva. L’idillio dura fino al 1979. La riapertura al traffico commerciale (dagli anni ’80 a metà degli anni ’90 venne usato principalmente da voli charter) avviene nel 1996 con AirOne, che collega Crotone con Roma e Milano. Negli anni successivi, lo scalo cambia volto: tra il 2000 e il 2004, viene realizzata la nuova aerostazione, concepita per accogliere un traffico di 250mila passeggeri l’anno. L’Enac, all’epoca, riteneva incoraggiante il «significativo incremento» registrato: si era passati dai 28 mila passeggeri del 2002 agli oltre 100 mila del 2006. Sono gli anni in cui si lavora per attrarre anche le compagnie low cost, Ryanair arriverà qualche tempo dopo (nel 2014). Nel 2015, la Società Aeroporto di S. Anna SpA, di natura pubblico-privata, che ne era il gestore, fallisce. La curatela fallimentare fissa il termine dell’esercizio provvisorio d’impresa al 31 ottobre 2016 e l’1 novembre successivo, l’Enac così dispone la chiusura dello scalo a ogni tipo di traffico. È l’inizio del declino, interviene una società, la Sagas, che aspira a gestire l’aeroporto, ma non riusciranno nel loro intento e fallisce anche il progetto di utilizzarla come veicolo per marketing territoriale e la società, a stretto giro, verrà dismessa.
L’aeroporto riapre nel 2017, quando la gestione passa in mano a Sacal, società pubblico-privata attuale gestore dei tre scali calabresi. Ma la ripresa dei voli non è immediata, si parla dell’arrivo, illudendo tutti, di una compagnia la FlyServus, mai vista. Gli aerei tornano in pista nel giugno 2018 con la compagnia Ryanair. Anche questa volta i numeri sono incoraggianti: il traffico passeggeri passa da 83.854 del 2018 a 169.780 del 2019. Il 2020 a causa dell’emergenza sanitaria, passa a 53.593 passeggeri, da qui la sospensione dei voli, peggioramento che si è avuto in tutto il mondo.
Quei tre mesi di sospensione dei voli sono sembrati un’eternità in un territorio isolato, senza autostrade né treni a lunga percorrenza. Dal maggio 2021, l’attività volativa è ripresa, gradualmente. Oggi, l’Ente che gestisce i tre aeroporti calabresi, la Sacal, ha previsto incentivi per i vettori che scelgono Crotone come tratta, ma il bacino d’utenza, cioè tutta la popolazione della provincia di Crotone, più una parte di quella delle fasce joniche catanzarese e cosentina, secondo la società gestore, non sarebbero sufficienti a garantire il riempimento degli aerei. Una tesi che non convince a guardare il numero dei passeggeri che transitano specialmente nei mesi estivi.
Oggi lo scalo è il terzo aeroporto della Calabria, serve principalmente la provincia di Crotone, la fascia jonica del basso Ionio cosentino e parte della provincia di Catanzaro. Non va dimenticato, poi, che a Crotone è stata riconosciuta la continuità territoriale, uno strumento legislativo pensato per garantire il diritto alla mobilità nei territori particolarmente isolati e disagiati dal punto di vista infrastrutturale. Lo Stato si impegna a incentivare le compagnie con gli oneri di servizio pubblico, ma nonostante questo le ultime gare per collegare Crotone con Roma, sono andate deserte.
Bene, mi si spieghi come potrebbe risultare appetibile per le compagnie aeree un aeroporto che ha come orario di operatività 08-20 causando alle compagnie perdite e costi elevatissimi per lo stazionamento degli aerei? Inoltre, la richiesta del numero minimo di posti che deve avere un aeromobile è eccessivamente elevato, 138 al giorno, senza neanche minimamente pensare e valutare, dopo avere effettuato consulenze per oltre 139.000 euro oltre IVA, che l’aeroporto di Crotone nel periodo estivo fa grandi numeri, superando anche i 138 posti ma l’inverno il transito è inferiore. In più, dopo le tante lotte, anche da parte di tante Associazioni, tra cui “Crotone vuole volare”, e i diversi interventi che negli anni IdM ha portato avanti, a tutela del nostro aeroporto, ancora oggi, da parte della Regione, non sono state istituite navette a/r in coincidenza con i voli in continuità (e non solo) da Crotone, Corigliano/Rossano, da Catanzaro Lido e da San Giovanni in Fiore.
Si potrà continuare a spendere soldi per consulenze, si faranno contenti i pochi, ma tanto i bandi a queste condizioni andranno sempre deserti e gli esperti non possono non sapere. Ancora si spera nel silenzio derivante da una rassegnazione e inerzia dei cittadini crotonesi causata dalle bugie da parte di una certa politica degli ultimi 30 anni.
Italia del Meridione non ci sta e, nuovamente, scende in campo a tutela del nostro aeroporto e di un territorio dalle grandi ricchezze e patrimoni, che merita ed esige, in virtù anche della propria storia, un’attenzione maggiore e quindi una risoluzione immediata della questione e di tutto ciò che gli impedisce di ‘decollare’.