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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Bevacqua si schiera con il Comitato “No Lombroso” Il consigliere regionale Mimmo Bevacqua si schiera a favore del comitato che vuole riportare nei comuni di appartenza le salme trattenute al museo di antropologia criminale di Torino

Bevacqua si schiera con il Comitato “No Lombroso” Il consigliere regionale Mimmo Bevacqua si schiera a favore del comitato che vuole riportare nei comuni di appartenza le salme trattenute al museo di antropologia criminale di Torino
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“Esprimo completa condivisione e sostegno in merito alla posizione espressa dai colleghi Greco e Sergio in occasione del loro incontro a Milano con il presidente del Comitato “No Lombroso”, ing. Domenico Iannantuoni”. Interviene così il consigliere regionale Mimmo Bevacqua in relazione al dibattito suscitato dalla dura battaglia civile e culturale che il “No Lombroso” conduce da tempo. “Sollecitato anche dal dott. Filippo Mazza, componente scientifico del Comitato, voglio sottolineare – afferma Bevacqua – come i valori fondamentali della carta costituzionale e le acquisizioni storiografiche e scientifiche sopravvenute, impongono di giungere alle restituzione, ai discendenti o ai comuni di origine che ne hanno fatto richiesta, delle centinaia di spoglie trattenute presso il museo “Cesare Lombroso” di Torino”.
“L’esposizione pseudoscientifica di quei poveri resti – continua Bevacqua – a cominciare dal cranio del “brigante” calabrese Giuseppe Villella, non ha alcuna ragione d’essere, se non quella delle perpetuazione di una distorsione perversa che nessuno studioso serio si sognerebbe oggi di sostenere. Mantenere aperto nel 2015 il macabro “teatro” lombrosiano, significherebbe non soltanto continuare a sfregiare le ragioni storiche di un fenomeno complesso e doloroso qual è il brigantaggio meridionale post-unitario, ma, ancora peggio, avvalorerebbe quel concetto del soggetto deviato per nascita, secondo cui l’origine del comportamento criminale è rinvenibile nelle caratteristiche anatomiche del crimine, persona fisicamente differente dall’uomo normale in quanto dotata di anomalie e atavismi, che ne determinano il comportamento socialmente deviante”. “In questa battaglia di rivendicazione dei valori umani – ha concluso il consigliere regionale – intendo valutar, insieme ai colleghi, l’opportunità di impegnare l’intero Consiglio regionale e la Giunta al fine di giungere al più presto alla chiusura di questa incresciosa vicenda”.