La volontà complessivamente espressa nel referendum per l’istituzione del Comune
dei Casali del Manco è chiara e il Consiglio regionale, stante la legislazione vigente,
non poteva fare altro che recepirla. Sono da tempo convinto che il sistema autonomistico
territoriale debba avviarsi verso una drastica dieta istituzionale: non per un malinteso
desiderio di novità fine a sé stesso, ma per la semplice ragione che le opportunità
che così verranno colte sono l’unico vero antidoto alla moria per asfissia finanziaria.
La fusione dei piccoli Comuni rappresenta oggi un modello convincente di riorganizzazione
del sistema delle autonomie locali. Il processo, però, ha successo se è condiviso
dal basso, perché si tratta di un divenire che ha nel referendum non il punto d’approdo,
ma il punto d’inizio. Alla base della decisione dev’esserci una reale intenzione
di fare sistema, in un processo di massima consapevolezza per i cittadini. Ecco perché,
il no espresso dai cittadini di Spezzano Piccolo, non può essere considerato un mero
incidente di percorso. La legge attuale manca della necessaria chiarezza: è per questo
che, dopo la sospensione del dibattito in aula che ho personalmente richiesto, ho
espresso il mio voto favorevole soltanto a condizione che, come ha garantito il presidente
Oliverio, si ponga mano a una immediata revisione della normativa. L’esercizio della
funzione legislativa deve, innanzi tutto, rifuggire dall’improvvisazione: non è nell’interesse
di nessuno produrre lacerazioni sui territori ed eventuali ricorsi che rischierebbero
di porre in pericolo l’intero percorso intrapreso.

Mimmo Bevacqua