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Berlusconi assolto in appello

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Il leader di Forza Italia era accusato di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile

di BRUNO MORGANTE

Berlusconi assolto in appello

Il leader di Forza Italia era accusato di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile

 

di Bruno Morgante 

 

Berlusconi, dopo essere stato condannato in primo grado a sette anni di reclusione, è assolto in appello presso il tribunale di Milano dall’accusa di concussione perché estraneo al fatto e dall’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile perché il fatto non sussiste.
Tutto il mondo benpensante progressista è scandalizzato e vive la sentenza con un misto di senso di sconfitta e come prodotto della lotta interna al tribunale di Milano, per cui spera nella Cassazione.
Il mondo di destra esulta per lo scampato pericolo e festeggia quella che sente come una vittoria politica contro l’aggressione della sinistra giustizialista.
In entrambi i casi è una sconfitta della politica e un allargamento del fossato che divide il popolo dall’amministrazione della giustizia.
E’ una sentenza da rispettare, anche se non corrisponde ai desiderata di ognuno, ma la giustizia non ha questa funzione.
Lo scandalo è che la sinistra, invece di puntare sulla via giudiziaria per eliminare Berlusconi, doveva fare le barricate contro sua la permanenza in politica, fino a prefigurare l’impossibilità di qualsiasi dialogo istituzionale con il centrodestra per l’offesa alla morale e alla sicurezza dello stato, che il paese ha dovuto subire con l’atteggiamento da lui tenuto nel mentre svolgeva le funzioni di presidente del consiglio italiano.
E’ giusto ricordare il fatto.
Mentre Berlusconi, nelle qualità di Presidente del Consiglio, è a Parigi per un summit, riceve una telefonata al suo telefonino personale da una prostituta brasiliana che lo informa che una certa Ruby, che abitava con lei, come era a sua conoscenza, era stata fermata dalla polizia e portata presso il commissariato del centro.
Berlusconi immediatamente telefona presso il commissariato e informa l’interlocutore che la ragazza fermata è la nipote di Mubarak, presidente egiziano, per cui è necessaria una certa discrezione per non mettere in pericolo le buone relazioni che esistevano tra Egitto e L’Italia.
Manda una persona di sua fiducia, la consigliera regionale di Forza Italia Nicole Minetti, a cui prega di affidare la ragazza che risulta minorenne.
Nicole Minetti, passata la mezzanotte, prende in custodia la ragazza e la consegna subito dopo alla prostituta brasiliana che aveva chiamato Berlusconi.
Al di là dell’accertamento giudiziario se sono stati commessi reati, nessuno ha creduto al fatto che Berlusconi fosse intervenuto presso il commissariato di Milano perchè riteneva vera la favola che Ruby era la nipote di Mubarak.
Se la riteneva vera era un pazzo e metteva in pericolo relazioni internazionali dell’Italia coinvolgendo la presunta nipote del potente presidente egiziano in un giro di donne di facile costume e in certi festini a casa sua con elargizione di denaro.
Sicuramente non è un reato, ma è un atteggiamento inqualificabile, quello di un presidente del consiglio che dà il suo numero di cellulare a una prostituta brasiliana e che risponde subito alla sua chiamata, arrivata nel bel mezzo di un summit internazionale a Parigi.
Ognuno a casa sua potrà fare quello che vuole se non commette reati, ma un presidente del consiglio è tenuto a un minimo di contegno, di pudore e di sobrietà, per non sembrare che se ne freghi dei problemi che vivono la maggior parte delle famiglie italiane.
Su questi temi la sinistra riformista e liberale doveva fare battaglie anche aspre, parlando il linguaggio più chiaro e semplice possibile per farsi capire dal popolo, ritenendo Berlusconi inidoneo non solo a svolgere funzioni di governo, ma anche a essere interlocutore per alleanze.
Purtroppo mi sono accorto che la cosa più difficile in Italia è fare battaglie dicendo al popolo la vèrità, quale base per posizioni politiche che difficilmente potrebbero essere cambiate se dovessero contrastare con la verità.
La filosofia politica dominante è quella di lasciarsi sempre una porta aperta, con la scusa del rispetto degli elettori, mentre vengono delegati ad altri, quali la magistratura, la difesa della moralità pubblica e privata.
E’ la più grande ferita alla democrazia e alla politica.