In migliaia in piazza per le proteste anti regime. Stati Uniti: ‘Basta violenze sui manifestanti’
Bagno di sangue in Siria, oltre 80 uccisi da esercito
In migliaia in piazza per le proteste anti regime. Stati Uniti: ‘Basta violenze sui manifestanti’
(ANSA) BEIRUT – Le forze di sicurezza siriane hanno ucciso almeno 88 civili aprendo il fuoco ieri contro dimostranti pro-democrazia. Lo ha reso noto un gruppo di attivisti che coordinano le manifestazioni. I ‘Comitati di coordinamento locale’ hanno inviato alla Reuters un elenco con il nome di 88 persone, zona per zona, che il gruppo afferma sono state uccise in regioni che vanno dalla città portuale di Lattakia, a Homs, Hama, Damasco e fino al villaggio meridionale di Izràa. Per la prima volta dall’inizio delle proteste la piattaforma di attivisti e dissidenti che a livello locale organizza la mobilitazione ha emesso un comunicato congiunto in cui si chiede la fine del monopolio del Baath, il partito al potere da quasi mezzo secolo, e l’instaurazione di un sistema politico democratico. Le proteste sono state convocate sui social network in tutte le città siriane.
CASA BIANCA, BASTA VIOLENZE, ATTUARE RIFORME PROMESSE – La Casa Bianca ha chiesto alla Siria di porre un termine alle violenze e di attuare le riforme promesse. Lo ha dichiarato a bordo dell’AirForceOne il portavoce del presidente Usa Barack Obama, Jay Carney. “Deploriamo l’uso della violenza”, ha detto Carney ai giornalisti al seguito di Obama prima di chiedere al governo di Damasco di “cessare e di rinunciare all’uso della violenza nei confronti dei dimostranti” oltre ad attuare le riforme promesse. “Gli Stati Uniti condannano nella maniera più forte possibile l’uso della forza contro i dimistranti da parte del governo siriano. Questo atroce ricorso alla violenza per fermare la protesta deve finire subito”. Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, commenta le decine di vittime della giornata di ieri in Siria. “I nostri pensieri – aggiunge Obama in una nota diffusa dalla Casa Bianca – vanno alle famiglie delle vittime e al popolo siriano che sta affrontando questo momento difficile”. Obama, alla luce della violentissima repressione di ieri, giudica quindi “non seria” la decisione assunta dal governo di Damasco di porre fine, dopo decenni, allo stato d’emergenza. “Nel corso degli ultimi due mesi, da quando è iniziata la protesta – prosegue Obama – gli Stati Uniti hanno ripetutamente incoraggiato Assad e il suo governo a portare avanti un programma di riforme. Ma sinora hanno rifiutato di rispettare i diritti del popolo siriano ed essere all’altezza delle sue aspirazioni. Il popolo siriano ha chiesto le libertà di cui tutti gli individui dovrebbero godere in tutto il mondo, la libertà di espressione, di associazione, di scegliere liberamente i propri rappresentanti. Ma Assad e il suo governo hanno respinto le loro richieste, scegliendo la strada della repressione, mettendo i loro interessi personali davanti a quelli del loro popolo, ricorrendo all’uso atroce della forza, con continue violazioni dei diritti umani e ricorrendo nuovamente alle oppressive misure di sicurezza del passato”. “Gli Stati Uniti – conclude Obama – continueranno a opporsi a questo governo e alla sua azione destabilizzante, incluso l’appoggio al terrorismo. Il nostro Paese continuerà ad appoggiare la democrazia e gli universali diritti dell’uomo, in Siria come nel resto del mondo”. FRANCIA, AUTORITA’ DEVONO RINUNCIARE A VIOLENZA – La Francia ha chiesto alle autorità siriane di “rinunciare all’uso della violenza contro i propri cittadini” e di attuare le riforme. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri dopo la morte di almeno 70 persone durante le manifestazioni di oggi in Siria. “Le autorità siriane devono rinunciare all’uso della violenza contro i propri cittadini”, si legge in un comunicato del portavoce aggiunto del ministero, Christine Fages. “Chiediamo ancora una volta di avviare immediatamente il dialogo politico e di attuare le riforme che soddisfino le esigenze del popolo siriano. La revoca dello stato di emergenza deve tradotta in realtà”, prosegue la nota.
A MIGLIAIA MANIFESTANO ANCHE AD ALEPPO -Migliaia di siriani sono scesi in piazza a manifestare oggi anche ad Aleppo, seconda città siriana e a nord di Damasco. Lo riferiscono i siti di monitoraggio Rassd e Now Syria che trasmettono anche su Twitter. Citando testimoni oculari, i siti precisano che il corteo di dimostranti si è diretto verso la centrale piazza di Salah ad-Din (Saladino), mentre un numero imprecisato di agenti in borghese delle forze di sicurezza ha fatto irruzione nella moschea Amina della città, malmenando i fedeli anche all’interno della sala di preghiera. Altri testimoni riferiscono di decine di manifestanti arrestati ad al Bab, sobborgo settentrionale di Aleppo.
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