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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Associazione Mondo libero: “Sprechi e clientele nella sanità calabrese”

“Una recente ricerca compiuta da Transparency International Italia, Rissc (Centro ricerche e studi su sicurezza e criminalità) e Ispe (Istituto per la promozione dell’etica in sanità) non sembra lasciare spazio a molti dubbi: In alcune realtà l’Asl diventa un serbatoio di lavoro, da raggiungere non sempre attraverso la meritocrazia, e di conseguenza un serbatoio di voti”

Associazione Mondo libero: “Sprechi e clientele nella sanità calabrese”

“Una recente ricerca compiuta da Transparency International Italia, Rissc (Centro ricerche e studi su sicurezza e criminalità) e Ispe (Istituto per la promozione dell’etica in sanità) non sembra lasciare spazio a molti dubbi: In alcune realtà l’Asl diventa un serbatoio di lavoro, da raggiungere non sempre attraverso la meritocrazia, e di conseguenza un serbatoio di voti”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

La sentenza emessa dalla Corte dei Conti della Calabria che vede come protagonista
Lucio Franco Petramala .manager voluto da Loiero, sembra non fare altro che confermare
quanto emerso da un’inchiesta pubblicata qualche giorno fa: in Italia gli sperperi
nella sanità sono enormi e, mentre i cittadini fanno sempre più fatica a ottenere
servizi adeguati, vi sono differenze anche dell’800% sul prezzo pagato per un prodotto
da un’Asl rispetto a quello pagato per lo stesso prodotto da un’altra Azienda
sanitaria. Un sistema perverso, che si alimenta di rapporti corruttivi nel peggiore
dei casi e di ingiustificabile superficialità in altri, dove ormai sta cercando
di fare affari anche la criminalità organizzata. Una recente ricerca compiuta da
Transparency International Italia, Rissc (Centro ricerche e studi su sicurezza e
criminalità) e Ispe (Istituto per la promozione dell’etica in sanità) non sembra
lasciare spazio a molti dubbi: “In alcune realtà l’Asl diventa un serbatoio
di lavoro, da raggiungere non sempre attraverso la meritocrazia, e di conseguenza
un serbatoio di voti”.

Nello studio viene poi evidenziato che la criminalità organizzata “soprattutto
in alcune aree del Paese, vende servizi a bassa tecnologia alle Asl”. Business
all’insegna della “scarsa trasparenza nell’uso delle risorse” e dello spreco,
“che risponde principalmente a dinamiche clientelari e di inefficienza sistemica”.
Accade così, come appurato un anno fa nel corso di un monitoraggio dall’Autorità
di vigilanza sugli appalti pubblici, che un’azienda sanitaria paga un inserto tibiale
199 euro e un’altra azienda per lo spesso prodotto spende 2.479 euro, con una
differenza del 1.145%, oppure che una protesi d’anca in ceramica viene pagata da
un’Asl 284 euro e da un’altra 2.575, l’806% in più. Da tempo si discute di
applicare prezzi standard, ma “il sistema” ostacola tale soluzione. “Correggere
questo stato di cose è una vera impresa, ci sono resistenze enormi, difficili da
immaginare”, ha dichiarato Giuseppe Vialetti, ex presidente dell’Alto commissariato
sul federalismo fiscale. Di spreco in spreco per la sanità vengono così spesi miliardi
di euro e i cittadini finiscono protagonisti di un’odissea tra un ospedale e un
altro per un letto o sono costretti ad attendere mesi per un’analisi.
Alla vergogna non c’è mai fine.

Associazione Mondo Libero