Asnali, incontro con le associazioni di categoria per la distribuzione dei carburanti
Giu 14, 2022 - redazione
Lo scorso primo giugno al MiTE si è tenuto un incontro tra le diverse componenti del settore della distribuzione dei carburanti avente ad oggetto un confronto sul futuro del sistema.
Nei fatti in realtà, il confronto non c’è stato in quanto i funzionari ministeriali si sono limitati ad ascoltare gli interventi dei partecipanti, al punto da chiedersi se non fosse stato più utile un intervento scritto e risparmiare tempo.
Ciò premesso ci preme evidenziare l’assenza dalla riunione di una non trascurabile rappresentanza dei gestori italiani: ancora una volta, infatti, è stato deciso di escludere alcune associazioni che legittimamente rappresentano gli interessi dei propri associati.
In sostanza per MiTE e MEF, solo Faib, Fegica e Figisc rappresentano i gestori.
Nessuno vuole delegittimare le storiche associazioni, ma è innegabile che la nascita di nuove realtà associative non può che essere conseguenza di una disaffezione e un diffuso malcontento rispetto alle politiche sindacali delle sigle storiche che molti gestori ormai da tempo non condividono soprattutto in merito agli accordi sottoscritti da queste ultime.
Per tale ragione risulta difficilmente comprensibile la scelta dei ministeri di escludere le nuove associazioni che, in virtù della portata innovativa delle proprie idee che le differenziano dalle sigle storiche, possono arricchire il confronto con una visione diversa sul futuro della rete, in particolar modo in un momento in cui c’è in gioco il futuro di una categoria sempre più bistrattata.
Non arriviamo al punto di definire uno “sgarbo” la mancata convocazione, ma di sicuro è una mancanza di rispetto per quella parte della categoria che non si riconosce più in Faib, Fegica e Figisc.
E non vogliamo nemmeno pensare che questa scelta sia dipesa da eventuali veti posti da chi non vuole ammettere la perdita di esclusività nella rappresentanza dei gestori italiani, in quanto, se così fosse, sarebbe estremamente grave subire un simile condizionamento.
La categoria è sempre più in difficoltà, le compagnie petrolifere abusano sempre più del loro strapotere nei confronti dei gestori, c’è la necessità di rivedere la base contrattuale che regola i rapporti con la proprietà degli impianti, adeguandola alla realtà di una rete distributiva sempre più competitiva con un riequilibrio dei rapporti tra le parti che è fin troppo sbilanciato a sfavore degli esercenti.
Senza dimenticare le notevoli perdite subite da questi ultimi a seguito della diminuzione delle accise, perdite che devono quantomeno trovare una compensazione a fine vigenza di tale riduzione.
C’è una transizione energetica che costringerà tutti a ripensare alla rete distributiva dei carburanti, un futuro non troppo lontano che necessita di scelte coraggiose e in parte dolorose, per tutto il comparto: tutto ciò non può e non deve essere assolutamente appannaggio di pochi ma deve coinvolgere una base il più ampia possibile, senza esclusioni.
Ci auguriamo che le prossime convocazioni tengano conto delle nuove realtà associative nel rispetto di tutti i gestori italiani e non solo di una parte di essi.