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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Arresto Mimmo Lucano, l’accusa: “Aiutava i profughi “. il Gip, smantella la procura: “Errori grossolani tanto da pregiudicare l’inchiesta” Il sindaco di Riace finisce ai domiciliari per aver aiutato i disperati

Arresto Mimmo Lucano, l’accusa: “Aiutava i profughi “. il Gip, smantella la procura: “Errori grossolani tanto da pregiudicare l’inchiesta” Il sindaco di Riace finisce ai domiciliari per aver aiutato i disperati
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Di LL

 

Mimmo Lucano conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per il suo impegno a favore dei disperati , finisce in manette nella sua Calabria, per aver aiutato i migranti per una vita migliore. Riace è diventata un modello di integrazione sociale ed apprezzata da tutti i potenti della terra. Andiamo per ordine per capire le accuse della procura contro il sindaco di Riace : uno  dei passaggi più delicati della inchiesta,  i matrimoni combinati, che vede coinvolta anche la compagna di Lucano, Lemlem Tesfahun, sottoposta al divieto di dimora a Riace. I due, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, avevano organizzato un finto matrimonio tra la donna e il fratello di lei, in Etiopia, grazie a certificati falsi, prodotti «per sfruttare lo status di coniugio con la donna, cittadina italiana, per ottenere l’ingresso in Italia». Piano non riuscito, anche a causa dell’arresto dell’uomo, trovato  con i documenti falsi. Ma quella dei matrimoni, era un a pratica utilizzata già due volte per favorire la permanenza di due donne in Italia. Donne, si sentiva dire a Lucano intercettato, altrimenti costrette a prostituirsi. «Siamo abusivi – diceva il sindaco -, non c’è problema, gliel’ho fatti io i documenti, è illegale… sposati con qualcuno, come ha fatto Stella, che si è sposata con Nazareno, li abbiamo sposati in un attimo, io ho azzerato tutta la burocrazia». Un consiglio rivolto a Joy, «un’altra disperata, una ragazza nigeriana che a Napoli si prostituisce… le hanno dato due dinieghi, lei è disperata, non vuole tornare». Ovviamente, spiega, «è una procedura forzata ma non per imbrogliare, ma per venire incontro ad una ragazza che è stata sfruttata e umiliata». Una donna senza documenti, destinata all’espulsione per via del decreto Minniti, col quale Lucano era in disaccordo.

«Da un punto di vista umano ovviamente le possibilità che ha a Riace di non avere problemi sono più alte, si confonde in mezzo a tutti, però lei i documenti difficilmente ce li avrà – si disperava -. Io la carta d’identità gliela faccio, sono un fuorilegge, perché per fare la carta d’identità dovrei avere un permesso di soggiorno in corso di validità». Ma Lucano voleva aiutarla, quella «presa dalla strada», perché «non ha una lira e si prostituisce». Ma proprio durante la celebrazione delle nozze con un 70enne del luogo Lucano ha deciso di tirarsi indietro, a causa dell’evidente incapacità dell’uomo di comprendere fino in fondo il suo gesto, non ricordando nemmeno il nome della futura sposa: «almeno deve essere consapevole – sbottava Lucano -, non che lo prendete in giro perché lui è convinto che se ne va a casa a dormire con lei. Questo è umiliare un essere umano… fate quello che volete, la mia firma non ve la metto».

«Da un punto di vista umano ovviamente le possibilità che ha a Riace di non avere problemi sono più alte, si confonde in mezzo a tutti, però lei i documenti difficilmente ce li avrà – si disperava -. Io la carta d’identità gliela faccio, sono un fuorilegge, perché per fare la carta d’identità dovrei avere un permesso di soggiorno in corso di validità». Ma Lucano voleva aiutarla, quella «presa dalla strada», perché «non ha una lira e si prostituisce». Ma proprio durante la celebrazione delle nozze con un 70enne del luogo Lucano ha deciso di tirarsi indietro, a causa dell’evidente incapacità dell’uomo di comprendere fino in fondo il suo gesto, non ricordando nemmeno il nome della futura sposa: «almeno deve essere consapevole – sbottava Lucano -, non che lo prendete in giro perché lui è convinto che se ne va a casa a dormire con lei. Questo è umiliare un essere umano… fate quello che volete, la mia firma non ve la metto».

Le accuse smontate dal gip. Ma una parte significativa dell’ordinanza è dedicata alle accuse da cui tutto ha preso le mosse, fortemente criticate dal gip, secondo cui gli investigatori non avrebbero trovato riscontri, talvolta in maniera anche superficiale. Sull’affidamento diretto dei servizi di accoglienza, ad esempio, il giudice parla di «vaghezza e genericità del capo di imputazione», tale da non essere idoneo «a rappresentare contestazione provvisoria alla quale validamente agganciare un qualsivoglia provvedimento custodiale». Il solo riferimento a «collusioni ed altri mezzi fraudolenti che avrebbero condotto alla perpetrazione dell’illecito si risolve in formula vuota, ossia priva di un reale contenuto di tipicità». Non ci sarebbe dunque modo di capire, dalle mille pagine di richiesta presentate dalla Procura, quali motivazioni avrebbero sorretto l’ipotetica scelta di affidare i servizi senza alcuna procedura negoziale. E il giudice si spinge oltre, parlando di «errore tanto grossolano da pregiudicare irrimediabilmente la validità dell’assunto accusatorio», laddove la Procura ipotizza l’acquisto di derrate alimentari non destinate agli immigrati e utilizzate per fini privati, con rendiconto di costi fittizi per ricevere dal ministero dell’Interno oltre 10 milioni di euro. Ma la Guardia di Finanza ha quantificato come illegittime tutte le somme incassate, senza considerare «l’effettivo svolgimento da parte di tali enti del servizio loro assegnato», evidenziato invece dal gip. Una «marchiana inesattezza», aggiunge Di Croce, secondo cui «gran parte delle conclusioni cui giungono gli inquirenti appaiono o indimostrabili, perché allo stato poggianti su elementi inutilizzabili (…) o presuntive e congetturali o sfornite di precisi riscontri estrinseci». Giudizio simile formulato nel caso dell’accusa di aver firmato 56! determinazioni di liquidazione false per il rimborso dei costi di gestione dei servizi Cas e Sprar. Insussistente anche la più grave delle accuse, quella di concussione: Lucano e Fernando Capone, presidente dell’associazione “CIttà Futura”, secondo la Procura avrebbero abusato della propria posizione per costringere il titolare di un esercizio commerciale a predisporre e consegnare fatture false per 5mila euro. Ma «gli inquirenti – scrive il gip – non hanno approfondito con la dovuta ed opportuna attenzione l’ipotesi investigativa», fidandosi delle parole del commerciante che avrebbe dovuto essere ascoltato in presenza di avvocato, in quanto indagato -, le cui dichiarazioni non sono mai state dimostrate. Una «persona tutt’altro che attendibile», sentenzia il giudice. Che elimina anche dubbi sulla malversazione: i soldi dell’accoglienza, non sarebbero stati usati per «soddisfare interessi diversi da quelli per i quali erano corrisposti». Uno cosa è certa , Lucano non ha intascato o rubato nulla allo stato italiano o all’Europa, anzi sono altri che si dovrebbero vergognare in questo Paese per aver intascato soldi pubblici non dovuti. Ma si sa, in Italia , esistono due pesi e due misure. Parodassole le parole di un ministro della repubblica “Ora vediamo cosa dicono Saviano e i buonisti”. Si commentano da soli. Soprattutto per non dare l’impressione di un indagine che mira ad entrare nell’agone politico!