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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Arrestati 4 medici: diagnosi false per evitare il carcere ai boss Forastefano e Arena

Arrestati 4 medici: diagnosi false per evitare il carcere ai boss Forastefano e Arena

Operazione condotta dai carabinieri del Ros. In tutto sei persone in carcere, anche le mogli di 2 esponenti di spicco della ‘ndrangheta

Arrestati 4 medici: diagnosi false per evitare il carcere ai boss Forastefano e Arena

Operazione condotta dai carabinieri del Ros. In tutto sei persone in carcere, anche le mogli di 2 esponenti di spicco della ‘ndrangheta

 

 

(ANSA) – CATANZARO – I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza stanno eseguendo l’arresto di sei persone, tra le quali quattro medici. Al centro dell’indagine, presunti rapporti di complicità tra i medici e le cosche Forastefano di Cassano Ionio (Cosenza) ed Arena di Isola Capo Rizzuto (Crotone), finalizzati ad evitare il carcere agli affiliati. Per l’accusa i medici rilasciavano certificazioni sanitarie su false patologie neuropsichiatriche incompatibili col regime detentivo.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro. Ai sei indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione in atti giudiziari, falsa perizia, false attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, abuso d’ufficio, procurata inosservanza di pena ed istigazione alla corruzione, aggravati dalle finalità mafiose.

DENARO PER CERTIFICATI DI COMODO

Ha ricevuto una somma di denaro per redigere una perizia falsa che consentisse a un boss di evitare il carcere. E’ questa l’accusa contestata a uno dei medici arrestati stamani dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza, Gabriele Quattrone, di 63 anni, neuropsichiatra, primario di neurologia del policlinico “Madonna della Consolazione” di Reggio Calabria. Il medico era già indagato, insieme ad altri sanitari, nella stessa inchiesta dal maggio dello scorso anno, quando la Dda di Catanzaro dispose una serie di perquisizioni in studi e cliniche tra le quali Villa Verde di Donnici Inferiore che ha dato il nome all’operazione di oggi. Proseguendo nelle indagini, avviate nel 2010 e dirette dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, dall’aggiunto Giuseppe Borrelli e dal pm Vincenzo Luberto, sarebbero emersi nuovi elementi che hanno indotto i magistrati a chiedere al gip l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita oggi. Le intercettazioni, gli accertamenti documentali e l’analisi di materiale informatico sequestrato nelle perquisizioni del 12 maggio 2011, hanno trovato conferma anche nelle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.

IN CARCERE MEDICO LEGALE. ARRESTATE ANCHE LE MOGLI DI DUE ESPONENTI DI SPICCO COSCA

Ci sono anche un medico legale e le moglie di due esponenti di spicco della ‘ndrangheta dell’alto Ionio Cosentino tra le persone arrestate stamani dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Cosenza nell’ambito dell’operazione “Villa Verde”. Il provvedimento è stato notificato a Caterina Rizzo, di 43 ann, moglie di Antonio Forastefano, già capo dell’omonima cosca e attuale collaboratore di giustizia, Patrizia Sibarelli (30), moglie di Pasquale Forastefano, esponente di rilievo dell’omonima cosca e ai medici Gabriele Quattrone (63), neuropsichiatra, primario di neurologia del policlinico “Madonna della Consolazione” di Reggio Calabria, Massimiliano Cardamone (37), medico legale, Franco Antonio Ruffolo (58), psicologo in servizio nella clinica Villa Verde di Donnici Inferiore, e Luigi Arturo Ambrosio (75), posto ai domiciliari, direttore sanitario della stessa clinica privata. Secondo l’accusa, in una circostanza, Quattrone, incaricato dalla Corte di Appello di Catanzaro di verificare le condizioni di Forastefano, ha ricevuto una somma di denaro da Caterina Rizzo tramite Ambrosio, consulente della difesa, per redigere un elaborato favorevole all’imputato. In un’altra circostanza, Ambrosio e Ruffolo, consulenti della difesa di Antonio Forastefano, avrebbero attestato falsamente che l’imputato era affetto da patologie psichiatriche tali da renderlo incompatibile con il carcere. Negli atti d’accusa c’é poi un tentativo di corruzione posto in essere da Patrizia Sibarelli, che ha offerto una somma di denaro, non accettata, al perito incaricato di verificare le condizioni di salute del marito. Infine, secondo l’accusa, Cardamone, nominato perito dal Tribunale di sorveglianza di Catanzaro per verificare le condizioni di salute di Nicola Arena, capo storico dell’omonima cosca di Isola Capo Rizzuto (Crotone), avrebbe redatto una perizia che portò alla concessione degli arresti domiciliari, omettendo di comunicare al Tribunale l’esistenza di una grave causa di incompatibilità per la quale avrebbe avuto l’obbligo di astenersi e dichiarando falsamente che le condizioni di salute di Arena erano incompatibili con la detenzione. Le operazioni di oggi e quella condotta ieri contro i fiancheggiatori dei boss della famiglia Pelle di San Luca sono le prime, a livello nazionale, ed entrambe in Calabria, condotte dal Ros dei carabinieri sotto la nuova guida del gen. Mario Parente.

redazione@approdonews.it